Il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, ha appena scritto un libro-intervista su Giorgia Meloni intitolandolo “La versione di Giorgia”. Tutta una serie di questioni d’attualità analizzate domanda dopo domanda per raccontare il lavoro svolto fin qui dall’esecutivo in questa fase particolare, certo non facile, per il Paese.
Nei giorni scorsi se n’è diffusamente parlato in una puntata di “Porta a Porta” con tanto di piccola “gag” che è coincisa proprio con il momento in cui è stato annunciato l’ingresso di Sallusti: Vespa aveva appena spiegato alla presidente Meloni che il classico campanello della trasmissione non avrebbe funzionato. «Qualcuno lo faccia perché deve entrare Sallusti!», dice il padrone di casa. E allora la premier sorridendo: «Lo faccio io allora: dlin-dlon!».
Un segnale rivelatore del clima sereno vissuto in trasmissione (anche in “5 minuti” Vespa aveva ospitato Meloni), anche se l’intervistata non ha rinunciato alla solita verve polemica per sottolineare il criterio scelto nell’applicare il programma governativo portato avanti fin qui. Sallusti ha avuto l’idea del libro «durante un incontro a Palazzo Chigi per gli auguri di Natale» quando il giornalista aveva fatto notare a Giorgia Meloni che i presidenti del Consiglio non avevano mai scritto libri per raccontare i loro progetti durante l’incarico. La replica di Meloni era stata una mezza promessa: «Dovresti sapere che fare quello che hanno fatto tutti gli altri non è la mia specialità». E poi Sallusti ha svelato: «Mi ha raccontato di aver fatto riverniciare le pareti di quelle stanze di grigio perla, perché la tappezzeria damascata color oro che c’era prima non sarebbe stata adatta alla sobrietà del tempo, e all’immagine che le istituzioni devono dare a chi le frequenta. E poi ancora che Mario Draghi, come ultimo consiglio prima di uscire definitivamente da quel palazzo, le aveva raccomandato, con un tocco della sua celebre ironia, di tenere le finestre che danno sul trafficato incrocio di largo Chigi sempre chiuse, «perché qui con lo smog che c’è rischi un enfisema in pochi mesi». E poi il racconto della stesura del libro avviata nelle stanze governative: «Lì c’è un piccolo salotto, con un divano e due poltrone foderate di tela bianca. È lì che per lo più ci siamo accomodati intere serate, a volte fino a notte fonda. Io registratore e taccuino, lei a raccontare, tema dopo tema, le sue idee autentiche, le sue visioni, i suoi progetti e le sue speranze».
In trasmissione ,Vespa chiede alla Presidente del Consiglio entrando nel merito del dibattito: «Ci sono pochi soldi in generale, ma lei dice che il Superbonus costa in media per ogni cittadino più di duemila euro…». La risposta: «Anche di più. I bonus edilizi messi in campo dall’ex premier Conte sono costati 140 milardi. Guardate che mediamente una legge di bilancio, la legge forse più importate di tutte, per un solo anno vale 20-30 miliardi di euro, tanto per capire. I bonus pesano come da 4 a 6 leggi finanziarie. Qualcosa non ha funzionato se erano stati stimati 36 milioni per il Superbonus. Di sicuro non hanno funzionato le regole: ad oggi ci sono stati 12 milardi di truffe, quindi evidentemente le norme non erano scritte bene».
Altro tema dibattuto e nota dolente per eccellenza, il famigerato Reddito di cittadinanza. Vespa fa notare che l’Inps ha verificato che ammonta a circa mezzo miliardo di euro la cifra finita nelle tasche di 30mila persone che non avevano titolo per ottenerlo, mentre il lavoro nero prospera e ci sono poche adesioni ai corsi di formazione. Meloni ribadisce: «Orgogliosi di aver messo in pratica ciò che avevamo annunciato in campagna elettorale. Uno Stato giusto non mette sullo stesso piano chi può lavorare e chi non è in condizione di farlo. Noi non abbiamo tagliato il reddito agli invalidi, agli over 60, a chi ha minori a carico, ma solo a chi è in età tra 18 e 59 anni e può lavorare: prevediamo infatti un altro percorso con reinserimento nel mondo del lavoro: al momento 50mila persone sono iscritte in piattaforma con 70mila proposte di lavoro e corsi di formazione con rimborso spese. Le opportunità ci sono».
Infine il tema della violenza e del degrado: «A Caivano ci sono migliaia di appartamenti in edilizia popolare e non esiste un censimento, non si sa come le case vengano assegnate… Serve una risposta organica, educativa, ricreativa e di formazione. Vogliamo riaprire il centro polivalente e sportivo entro primavera e darlo in gestione alle Fiamme Oro della Polizia. Sono segnali di presenza delle istituzioni: più insegnanti, più assistenti sociali, più vigili. Vorrei dimostrare che le cose possono cambiare, il lavoro è lungo e coinvolge tutti. Sia chiaro però che non mi faccio intimidire dalle “stese”».
Sallusti da Vespa primo bilancio con Giorgia Meloni
Il direttore del Giornale ospite di “Porta a porta” ha presentato il libro sulla premier