“Valorizzare terre abbandonate nelle aree interne: beni pubblici e servizi eco-sistemici”: questo il titolo del Convegno organizzato a Roma il 21 settembre 2023 dalla Rete Rurale Nazionale e dal CREA per portare all’attenzione nazionale la realtà dell’Associazionismo Fondiario come valido e innovativo strumento per il recupero produttivo e la gestione collettiva delle superfici abbandonate e per la rivitalizzazione del settore agricolo e del ciclo agro-silvo-pastorale; un tema sempre più impattante soprattutto sui territori rurali di montagna e di alta collina caratterizzati da fenomeni sempre più diffusi di abbandono.
Il Convegno, moderato da Francesco Mantino, Dirigente del CREA, ha visto la partecipazione di numerosi relatori, a partire dal Prof. Andrea Cavallero (ex Università degli Studi di Torino, DISAFA) che ha evidenziato gli effetti positivi delle AsFo sul recupero e la gestione di numerosi piccoli appezzamenti non più coltivabili in forma individuale: riduzione del rischio idrogeologico, contrasto agli incendi, contenimento dello sviluppo incontrollato della boscaglia di invasione, incremento della biodiversità e tutela del paesaggio, ecc.
Interessanti le esperienze concrete delle AsFo cuneesi.
“L’AsFo di Montemale nasce nel 2014 in un’area di bassa valle per recuperare gli appezzamenti invasi da arbusti e piante di scarso valore economico e paesaggistico e ridestinare i terreni al pascolo secondo l’utilizzo tradizionale – racconta il Presidente Fabrizio Ellena – L’Associazione ha assunto negli anni sempre più una importante funzione sociale e aggregativa, con una buona dialettica interna, a beneficio di tutta la comunità; la stessa efficacia si riscontra anche nelle AsFo di Macra, Melle e Busca, anch’esse finanziate dal GAL”.
“Le tre AsFo dell’Alta Langa sono nate nel 2019. A Monesiglio abbiamo recuperato ex coltivi abbandonati e invasi dalla vegetazione arboreo-arbustiva con la coltivazione del mandorlo, ripristinando parallelamente terrazzamenti, muretti a secco e viabilità di accesso. – racconta Giovanni Magliano, Presidente dell’AsFo Rocca Bianca – L’AsFo ‘Terre dei Ciabot’ di Torre Bormida ha recuperato terrazzamenti su cui realizzare una tartufaia controllata, coltivando orticole e dando spazio a pascoli ovi-caprini. Ad Arguello, grazie a ‘Ritorno al Futuro’, le aree recuperate sono state destinate a noccioleti e vitigni autoctoni come il Lizairet”.
Mariolina Pianezzola e Giusi Casucci – Direttrici del GAL Tradizione delle Terre Occitane e GAL Langhe Roero Leader – hanno illustrato il ruolo dei rispettivi GAL nel sostegno finanziario agli interventi di recupero e nell’attività di animazione locale che ha favorito la costituzione delle AsFo; i due GAL, insieme al GAL Valli Gesso Vermenagna Pesio, sono gli unici tre in Italia che, nell’ambito del PSR 2014-2022 della Regione Piemonte, hanno finanziato con Bandi Pubblici il recupero di terreni incolti.
Enrico Raina – in rappresentanza della Regione Piemonte (tra le poche Regioni italiane ad aver emanato una Legge regionale sull’Associazionismo Fondiario) – ha parlato della Legger Regionale sulle AsFo, portando anche l’esperienza dell’AsFo “Paradiso” di Mompantero costituitasi dopo il terribile incendio in Val forestali da incendi e frane.
“L’abbandono delle Terre Alte danneggia i territori – commenta Roberto Colombero, Presidente di UNCEM Piemonte – “La mancanza di gestione è un tema tanto importante quanto quello del consumo di suolo e deve entrare nell’agenda della politica”.
“Con le AsFo si supera il concetto della conservazione romantica dei terreni per andare verso una loro conservazione pragmatica” commenta Elvio Rostagno, Presidente del Consorzio delle AsFo piemontesi.
Alessandra Stefani, Direttrice Generale della Direzione dell’Economia Montana e Foreste del MASAF, ha sottolineato la relazione inscindibile tra incremento della biodiversità e intervento dell’uomo. L’abbandono degli ultimi decenni può essere contrastato attraverso le AsFo e la messa in campo di “fermentatori” ambientali, figure di mediazione culturale importanti per coinvolgere vecchi e nuovi abitanti delle montagne e delle colline.
“Abbiamo voluto cogliere la sfida che il territorio stesso poneva, inserendo il tema dell’Associazionismo Fondiario nel Programma di Sviluppo Locale dei nostri GAL – affermano i Presidenti Massimo Gula (GAL Langhe Roero Leader) e Aurelio Blesio (GAL Tradizione delle Terre Occitane) – Così molti proprietari terrieri, anche con il supporto degli Amministratori comunali, hanno potuto cogliere le opportunità offerte dai Bandi, dando vita con coraggio a progetti originali e innovativi”.
Denominatore comune del Convegno il valore della collaborazione a tutti i livelli: tra pubblico e privato, tra Amministratori e proprietari, tra Regioni GAL ed Enti Locali. Lo strumento delle AsFo potrebbe costituire una rilevante opportunità di intervento per la nuova stagione delle politiche di sviluppo rurale solo a patto che aumenti la presa di coscienza individuale e collettiva sui danni e sui costi per la collettività e per l’ambiente derivanti dall’abbandono dei terreni.
Alcune questioni rimangono ancora aperte e con interpretazioni divergenti, come quella dell’eliminazione dell’esonero delle AsFo dal pagamento degli oneri di compensazione per l’eliminazione della boscaglia di invasione e il ripristino della coltivazione su terreni tradizionalmente coltivati.
La legislazione nazionale e regionale sul tema non è sempre facilmente applicabile, l’Associazionismo Fondiario è sicuramente migliorabile, ma al momento questo è l’unico strumento possibile per contrastare il degrado paesaggistico e i rischi ambientali causati dall’abbandono: Convegni come quello appena concluso possono davvero aiutare a “dare voce” a buone prassi da imitare e ampliare per il prossimo futuro.