Diciassette anni compiuti da poco e un’ascesa sempre più entusiasmante nel panorama del nuoto internazionale. Sara Curtis, saviglianese, classe 2006, procede spedita, con determinazione e umiltà, nel percorso che può portarla a diventare una delle future stelle di questo sport. La giovane campionessa – portacolori del Team Dimensione Nuoto – ha infatti ottenuto buoni risultati ai Mondiali juniores disputatisi a inizio mese, dopo aver già conquistato un titolo nazionale assoluto e tre titoli europei juniores nel corso dell’anno. Per conoscere meglio la sua storia e le sue ambizioni future, noi di Rivista IDEA l’abbiamo intervistata.
Sara, sei reduce dai Campionati Mondiali juniores di Netanya, in Israele, dove hai conquistato un bronzo nella staffetta 4×100 mista femminile. Che esperienza è stata?
«È stata un’esperienza bellissima, ancora più formativa rispetto agli Europei, visto che mi sono confrontata con atlete di livello addirittura superiore, come quelle australiane e statunitensi, che hanno un approccio al nuoto molto diverso dal nostro. Le emozioni sono state tante, anche se gareggiare a inizio settembre è piuttosto stancante, sia fisicamente che mentalmente».
Quanto sei soddisfatta nel complesso dei risultati ottenuti nella rassegna iridata?
«Puntavo molto sui 50 stile libero, purtroppo non è arrivata la medaglia. Il quarto posto lascia sempre un po’ di amaro in bocca. Sono felice invece per la quinta posizione nei 100 stile libero, una gara rispetto alla quale non nutrivo aspettative particolari. In generale, comunque, mi ritengo certamente soddisfatta del mio percorso: so di aver dato tutto quello che avevo».
Tra record – come quello italiano cadette nei 50 stile libero – e medaglie, questa stagione è stata piena di soddisfazioni. Senti di essere cresciuta molto come atleta?
«Il bagaglio di esperienze sviluppato quest’anno mi ha aiutata e mi aiuterà moltissimo ad avere un approccio più maturo alle gare. A tal proposito, non dimenticherò quello che mi ha detto Marco Menchinelli, il responsabile tecnico delle squadre nazionali giovanili di nuoto: sostiene che già ora io sia una Sara diversa rispetto a quella dei Mondiali di Lima dello scorso anno. Devo sicuramente ancora crescere, ma dopo questa stagione mi sento più matura».
Quali sono i prossimi step?
«Spero di trovare posto nella Nazionale assoluta. Ne fanno parte le punte di diamante del nuoto italiano ed è ovviamente difficile entrarci, ma amo mettermi alla prova e cercherò sicuramente di ritagliarmi uno spazio. Ho comunque ancora un anno di Nazionale junior, quindi vedremo. Tempo al tempo».
Sullo sfondo ci sono i Giochi Olimpici di Parigi 2024: è il tuo sogno più grande?
«Sì, la mia più grande aspirazione è partecipare alle Olimpiadi. Andare a Parigi sarebbe bellissimo».
Conti di farcela?
«Sono molto scaramantica, ma chiaramente lavoro per andarci, continuando ad allenarmi a testa bassa e con umiltà».
Da molti sei indicata come il futuro del nuoto italiano. Ti pesa questa etichetta? Come ti rapporti alle aspettative?
«Le vivo come uno stimolo. Avrei preferito, magari, che in certe occasioni i giornali avessero scritto meno, ma è una realtà abbastanza nuova anche questa. Sono certa che con il tempo mi abituerò e imparerò a gestire pure questo aspetto».
Hai degli idoli o dei modelli di riferimento?
«Il mio nuotatore italiano preferito è Marco Orsi, a livello internazionale mi piace invece la canadese Summer McIntosh. Ha la mia stessa età, ha avuto subito i riflettori addosso e ha sempre mantenuto una grande umiltà. È sicuramente un esempio per me».
Per crescere è inoltre decisivo il supporto della tua famiglia e del tuo allenatore, Thomas Maggiora, del Team Dimensione Nuoto. Quanto sono importanti per te?
«Il supporto della famiglia è molto importante, voglio un gran bene ai miei cari e il loro sostegno è fondamentale. Con Thomas ho un rapporto molto bello. È molto presente nella mia vita e tiene tanto alla mia crescita, sia tecnica che soprattutto personale».
Che programma prevede una tua giornata-tipo?
«È un programma abbastanza duro. Mi sveglio alle 6,30, vado a scuola a Savigliano, all’Istituto Tecnico Economico e Turistico, e poi – da quando la piscina di Savigliano è chiusa per i problemi al tetto – mi sposto a Cuneo per gli allenamenti. Il viaggio in pullman è di circa 40 minuti. Una volta tornata a casa, mi dedico allo studio e al riposo».
Cuneo e Savigliano sono dunque il tuo mondo. Che rapporto hai con questi luoghi?
«Ho un legame fantastico, di recente sono anche stata premiata dal presidente della Provincia, Luca Robaldo. Cuneo mi piace tantissimo, e pure Savigliano mi sta parecchio a cuore. Sono davvero felice di essere cuneese e saviglianese e sono orgogliosa di vedere i più piccoli attenti al mio percorso sportivo. Mi rivedo in loro, è una sensazione piacevole».
Fuori dalla piscina, invece, chi è Sara? Quali sono le tue passioni?
«Sono una ragazza molto semplice. Ho una gran voglia di vivere, sono energica e amo fare tante cose. Mi piace leggere, andare in moto, ascoltare la musica e scrivere. Quando posso, amo passare del tempo con i miei amici o con mia nonna, oltre a dedicarmi alla cucina e al giardinaggio».
Il 9 ottobre sarà al palazzetto di Cuneo per i “Dialoghi sul talento” con Guardiola
La nuotatrice Sara Curtis, la mezzofondista Anna Arnaudo e la calciatrice Michela Giordano. Sono loro i tre giovani talenti dello sport cuneese che interverranno lunedì 9 ottobre, a partire dalle 9,30, sul palco del Palazzetto dello Sport di Cuneo, in occasione dell’evento “Dialoghi sul talento con Pep Guardiola”, alla presenza del noto allenatore di calcio e attuale tecnico della formazione inglese del Manchester City. Dallo scorso 20 settembre – sul sito www.fondazionecrc.it – sono aperte le iscrizioni al pubblico per partecipare gratuitamente all’incontro, realizzato da Fondazione Crc in collaborazione con Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus e Fondazione Guardiola e con il supporto di Collisioni. Introdotte da Alberto Brandi, le tre giovani racconteranno agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Cuneo la loro esperienza di vita e di atlete impegnate a conciliare studio e sport.
Articolo a cura di Domenico Abbondandolo