Il restauro di un monumento determina un valore morale, civico e culturale per la città. È quanto prodotto a Cuneo dall’avvenuto ripristino della statua di Giuseppe Barbaroux (nel box maggiori dettagli), iniziativa voluta e programmata dal Lions Club Cuneo già negli scorsi anni. Per l’occasione, noi di Rivista IDEA abbiamo intervistato Giorgio Fossati, presidente del sodalizio nello scorso anno sociale (2022/2023), durante il quale si era tenuta la presentazione ufficiale del progetto.
Fossati, cos’ha provato durante l’inaugurazione?
«Bisogna dire innanzitutto che questo servizio per la collettività è stato pensato nel 2016 e ha visto quindi il contributo e l’alternanza di tanti Presidenti Lions. Personalmente, ho avuto la fortuna di ricevere l’ultimo passaggio di testimone prima della sua realizzazione. L’inaugurazione è stata un sospiro di sollievo, viste le varie difficoltà incontrate negli anni».
L’opera rientra inoltre nelle celebrazioni per il 60esimo anniversario del sodalizio.
«Abbiamo presentato il progetto nel novembre 2022, in concomitanza con il 60esimo anniversario. Durante una serata in Municipio abbiamo colto l’occasione per presentare le attività del club alla collettività, superando anche i pregiudizi che spesso circondano l’associazione».
Per quale motivo è stato necessario il restauro del Barbaroux?
«Dalla sua nascita, nel 1879, la statua non era mai stata ripulita, pur occupando il punto più centrale di Cuneo. L’opera ha avuto anche un impatto divulgativo: prima del restauro molti cuneesi pensavano che la statua raffigurasse il Galimberti. L’intervento del professor Cerutti, nel corso dell’inaugurazione, è servito per fare chiarezza su chi fosse il Barbaroux e sulla sua importante opera».
Ci parli dei lavori.
«Abbiamo dato incarico alla ditta Fantino, nota nel campo dei restauri in tutta la regione. Si sono affidati a nuove tecnologie, in particolare la tecnologia laser, che è recentissima e ancora poco conosciuta».
Le opere sono state rese possibili dalla generosità di tanti donatori.
«I soci e il club hanno contribuito, ma soprattutto hanno fatto da catalizzatori. Le risorse interne non sarebbero bastate, quindi abbiamo coinvolto enti, strutture e associazioni di altro genere, che hanno supportato l’iniziativa con dei generosissimi contributi».
Si è rivelato prezioso anche il supporto dell’Amministrazione Comunale.
«Fin da quando è stato presentato il progetto, l’Amministrazione si è detta aperta e lo ha approvato immediatamente. Nel mio anno da presidente ho avuto a che fare soprattutto con il sindaco Patrizia Manassero e l’assessore Cristina Clerico, che ringrazio per il sostegno e il continuo appoggio».
Prima faceva cenno al valore didascalico dell’opera. Crede che l’esempio del Barbaroux, simbolo del progresso per la sua attività da giurista, possa essere un faro per il futuro della città di Cuneo?
«Sì. Anzitutto per la sua capacità di rimanere sempre legato alla sua città, portando il nome di Cuneo in tutto quello che faceva. Alcuni aspetti del codice moderno sono inoltre ancora retaggio della sua stesura sotto Carlo Alberto. È quindi un personaggio che dà ancora lustro a Cuneo e che può certamente essere un riferimento».
Un altro motivo per sottolineare la bontà dell’iniziativa.
«È stata un’iniziativa corale, un modo per dimostrare come “insieme possiamo”, per usare uno slogan caro a noi Lions. Mettendo insieme le forze si riescono a raggiungere scopi altrimenti non raggiungibili. Vorrei però fare una specifica».
Prego.
«Il progetto era partito nel 2016 ed è stato portato a termine con grande soddisfazione, costituendo un dono straordinario per la città, ma se fosse nato oggi probabilmente avremmo riservato le risorse per altri progetti, considerate le attuali esigenze del panorama sociale, tra povertà e difficoltà di vario genere».
La realizzazione del progetto ha costituito il culmine della sua esperienza con il Lions Club Cuneo. Cosa significa far parte dei Lions?
«È un percorso di volontariato puro. Chi si avvicina a questo mondo deve essere pronto a dare sé stesso a favore di qualcun altro».
La presidente Bruna Grasso: «una gioia. Ora al lavoro per giovani e inclusione»
L’inaugurazione della statua restaurata del giurista Giuseppe Barbaroux ha avuto luogo lo scorso 21 settembre nella centralissima piazza Galimberti. La cerimonia si è svolta alla presenza del sindaco di Cuneo, Patrizia Manassero, e ha fatto registrare il saluto delle autorità civili, militari e religiose della città. L’iniziativa ha riscosso un significativo successo di pubblico, determinando al contempo il giusto tributo al dovere della memoria ed esaltando l’impegno del Lions Club per l’intera comunità cuneese. Dell’importanza del progetto, contatta dalla Rivista IDEA, ha parlato anche l’attuale presidente del Lions Club Cuneo, Bruna Grasso (foto a sinistra), che ha espresso tutta la sua soddisfazione: «La presenza di così tanti spettatori interessati è stata assolutamente gratificante e toccante. Questo evento entra a pieno titolo nel quinto punto degli scopi del lionismo, che consiste nel prendere attivo interesse al bene civico, culturale, sociale e morale della comunità». L’attenzione al territorio e ai suoi bisogni caratterizzerà le attività del Lions Club anche nei prossimi mesi del corrente anno sociale, come ribadito con orgoglio dalla presidente Grasso. «Le iniziative riguarderanno le esigenze che emergeranno nel corso dei mesi e i rapporti con le istituzioni scolastiche, da sempre al centro del nostro sodalizio – ha proseguito -. Su quest’ultimo aspetto sono da ricordare il concorso “Un poster per la pace”, rivolto agli alunni della scuola secondaria di primo grado, il Premio Eloquenza e il concorso letterario per gli studenti delle superiori. Da non dimenticare, inoltre, le lezioni di igiene orale e alimentare e i corsi di orientamento al lavoro curati dai soci Lions. L’iniziativa più significativa, proposta ormai da trentaquattro anni, sarà poi la settimana bianca di Festiona per i diversamente abili: un evento per la promozione delle pari opportunità, obiettivo al quale teniamo tantissimo».