È tutto pronto per l’evento “Bra chiama Capo Verde. Un aiuto per l’hospice dedicato a padre Ettore”, organizzato dalla Città di Bra, in collaborazione con l’Amses-Associazione Missionaria Solidarietà e Sviluppo Onlus, domani, venerdì 13 ottobre, alle 21, presso il Centro Polifunzionale “Giovanni Arpino” (in largo della Resistenza, a Bra). Nel corso della serata, alla presenza del ministro della Salute di Capo Verde, Filomena Mendes Gonçalves, verrà presentato al pubblico il nuovo Centro di Cure Palliative “Hospice Nossa Senhora da Encarnação”, ultimo importante progetto umanitario intitolato all’indimenticato e noto frate cappuccino braidese, padre Ettore Molinaro, scomparso nel marzo del 2015.
Intervallate dalle performance musicali del gruppo capoverdiano CaBoZen, oltre al sindaco di Bra Gianni Fogliato, si alterneranno sul palco numerosi professionisti e partner dell’iniziativa, tra i quali si segnalano padre Ottavio Fasano, fondatore di Amses Onlus, padre Gilson Frede Barros de Pina, presidente della Fondazione Padre Ottavio Fasano di Capo Verde, la dottoressa Behnaz Saber, la quale si è occupata in particolare dell’organizzazione scientifica e della formazione del personale dell’hospice, l’ingegnere Rocco Montagnese, progettista della struttura, oltre al dottor Roberto Burello, direttore dell’hospice di Bra e all’avvocato Alberto Di Caro, presidente dell’Associazione Amici di Santa Chiara.
«Il ricordo di padre Ettore è molto sentito in città – ha commentato il primo cittadino braidese, Gianni Fogliato – e questa è un’importante occasione per contribuire in modo concreto a un’iniziativa che porta il suo nome, in un luogo che gli era particolarmente caro». Chi muore in Africa spesso non può ricevere cure palliative efficaci e i servizi di assistenza domiciliare sono rari, tant’è che in tutto il continente si contano solo tre hospice (in Uganda, Sudafrica e Kenya), strutture chiaramente insufficienti a coprire le esigenze dell’intera popolazione africana.
Come ha dichiarato padre Ottavio Fasano, missionario cappuccino a Capo Verde, fondatore dell’associazione Amses, ente no profit che da decenni si occupa di sviluppo, cooperazione e solidarietà a Capo Verde: «La morte è il momento più particolare della vita di una persona e attraverso la realizzazione dell’hospice “Nossa Senhora da Encarnação”, il primo dell’Africa occidentale, sarà possibile accompagnare le persone ad affrontare questo momento con dignità, fornendo assistenza medica e spirituale, nella speranza di alleviare il dolore e la sofferenza».
L’hospice, già presentato sull’isola di Fogo, a Capo Verde, in occasione del convegno nazionale tenutosi nell’ottobre 2019, alla presenza delle massime autorità e della classe medica e sanitaria del Paese, è stato realizzato in partnership con il Ministero della Salute di Capo Verde, con l’Oms e l’Università di Praia e intende garantire cure palliative residenziali e assistenza alle popolazioni delle isole di Fogo, appunto, e Brava, al fine di migliorare la qualità della vita dei pazienti che affrontano problemi associati a malattie inguaribili e ai loro familiari, accompagnandoli durante il periodo del ricovero e supportando ogni persona nelle fasi di elaborazione del lutto. Un’équipe multidisciplinare formata da medici, infermieri, operatori socio-sanitari, assistenti sociali, psicologi, fisioterapisti, assistenti spirituali e volontari si occuperà della prevenzione e della valutazione precoce della malattia, fornendo trattamenti specialistici in merito a problemi fisici, psico-sociali e spirituali correlati alle diverse patologie. I lavori di costruzione della residenza – dalla superficie complessiva di circa 835 metri quadrati -, ormai in fase di completamento, si sono temporaneamente interrotti a causa della recente situazione pandemica che ha rallentato il conferimento delle donazioni da parte dei benefattori e la contestuale raccolta delle risorse necessarie per ultimare le opere di impiantistica elettrica e meccanica, nonché le forniture e gli arredi. L’attuale stagione impedisce inoltre il reperimento di alcune materie prime indispensabili per provvedere alla finitura delle pavimentazioni e delle parti in muratura, come la sabbia, attualmente non estraibile a causa della schiusa delle uova di tartaruga lungo i litorali capoverdiani. Oltre a un momento di condivisione e di approfondimento sui temi del fine vita e del rispetto della sofferenza umana, comuni ad ogni popolo della terra, la serata di domani vorrebbe anche essere un’occasione per arrivare al cuore dell’uomo e per sensibilizzare la generosità di tutte e tutti coloro che intendono offrire il proprio contributo per realizzare questa importante opera umanitaria.
A cura di Domenico Abbondandolo