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L’opinione di Alessandro Ballan

«Mandiamo gli ex campioni a scuola per spiegare come si deve andare nel traffico: avremmo genitori sensibilizzati e un domani automobilisti migliori»

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IL FATTO
Quello degli incidenti stradali è un fenomeno che desta costante preoccupazione, nonostante gli interventi sul codice della strada: cosa si può fare?

A volte, per risolvere grandi problemi, bastano piccole mosse concrete. Prendiamo per esempio la questione della sicurezza stradale, molto complessa nel suo insieme ma certamente condizionata da una serie di comportamenti scorretti. «In Italia non si rispettano le regole alla guida», ha detto senza mezzi termini l’ex campione del mondo di ciclismo Alessandro Ballan nei giorni scorsi. «Dipende da vari fattori – ha aggiunto – come il fatto che le strade italiane siano pericolose. Ho una figlia 15enne che corre in bici e quando ha voluto cominciare, ero contrario proprio perché sulle strade ne ho viste di tutti i colori. Ora sapere che lei sia in giro con la bici lo reputo sempre un pericolo».
Ballan ne ha parlato con l’agenzia Adnkronos durante la due giorni dell’Eroica 2023, la corsa storica di Gaiole in Chianti. «In Italia siamo purtroppo abituati a non rispettare le regole. Per esempio si usa il telefonino mentre si guida, non si rispettano i limiti di velocità, in generale le persone al volante sono distratte. E poi c’è frenesia, stress, fretta. Sono fattori che rendono le nostre strade molto pericolose». È anche vero che nel frattempo cresce la consapevolezza e si cominciano finalmente a prendere provvedimenti. Per esempio l’obbligo di sorpasso a 1,5 metri, la distanza che ogni automobilista dovrebbe impegnarsi a osservare quando percorre una strada dove c’è anche un ciclista. Un punto di partenza importante per cambiare le brutte abitudini di chi guida. «Però poi sono norme che vanno fatte rispettare – fa notare Ballan -, ad esempio quando è stato introdotto l’obbligo della cintura le multe hanno aiutato a far rispettare in breve tempo quella regola». In particolare, ci sono regole più difficili da far rispettare rispetto ad altre. «E questa del metro e mezzo non è una situazione semplice da far rispettare, ecco la difficoltà», aggiunge.
E allora dove sta la soluzione? Ancora una volta, si deve puntare sulla cultura per cambiare la mentalità delle persone e spingerle a usare maggiore attenzione. «Al momento nelle scuole italiane non c’è nessuno che insegni a come si va nel modo giusto su strada e in generale non si conosce il significato dei segnali stradali. Servirebbe dedicare a questa materia almeno un’ora a settimana. I ragazzi saranno un giorno a loro volta automobilisti e al tempo stesso possono sensibilizzare i genitori alla guida. Potrebbe essere utile mandare a scuola ex atleti o ex campioni come me, e molti altri, nelle scuole proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica e fare cultura. Un lavoro sicuramente impegnativo da svolgere per centrare l’obiettivo, ma non impossibile». Del resto sono già diversi anni che Ballan è in prima fila sul fronte dell’educazione stradale. Ma forse il punto è proprio questo: passano gli anni ma i problemi rimangono evidenti. E allora c’è bisogno di mettere in atto una strategia concordata ed efficace.

BaNNER
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