Porro di Cervere: rispetto al 2022, produzione a +35% e qualità sempre eccellente

Lo afferma Silvio Monasterolo, presidente Cia della zona di Fossano, nonché produttore e, come tutti i soci, consigliere del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione della prelibata coltura del territorio cuneese

0
1
Bianca Rosa Garelli e Silvio Monasterolo nei terreni coltivati a porri di Cervere

Il porro di Cervere è una prelibata eccellenza del territorio cuneese. A contraddistinguerlo sono il profumo e il sapore dolce, gradevole al palato e di facile digeribilità: caratteristiche dovute al terreno e al microclima dell’area in cui viene coltivato. Per tutelarlo e valorizzarlo, nel 1996 è nato il Consorzio.

Dall’11 al 26 novembre, a Cervere è in programma la Fiera durante la quale l’ortaggio sale in passerella. Come è andata la stagione produttiva 2022? Ce lo racconta Silvio Monasterolo, presidente Cia della zona di Fossano, nonché, come tutti i soci, consigliere del Consorzio. Monasterolo coltiva il porro nell’azienda agricola in frazione Tagliata, di cui è titolare la moglie Bianca Rosa Garelli.

Dice: “La raccolta è iniziata a metà settembre, sta raggiungendo il picco in queste settimane e si concluderà nei prossimi mesi. Quest’anno, abbiamo raggiunto quantitativi di produzione superiori del 35% rispetto al 2022, che è stata una stagione davvero difficileper i grandi problemi dovuti soprattutto alla siccità e al caldo soffocante. Siamo così tornati ai livelli normali degli anni precedenti”.

Cosa ha inciso nei migliori risultati ottenuti dalla coltivazione?
“Durante i mesi passati abbiamo potutoirrigare, perché in primavera le piogge abbondanti hanno di nuovo riempito i bacini e le falde acquifere. E adesso, le temperature piuttosto alte di inizio ottobre sono scese contribuendo a creare il clima ottimale per la raccolta del porro”.

La qualità?
“Ormai, grazie al rigido disciplinare di produzione imposto dal Consorzio, tutti gli anni si raggiungono eccellenti caratteristiche di qualità. E questo aiuta a vendere l’ortaggioal di fuori della provincia di Cuneo. Infatti, ormai è conosciuto, apprezzato e consumato in tutta Italia e anche all’estero”.

Il prezzo di vendita?
“Lo stabilisce il Consorzio in una riunione con il Direttivo e i soci. E’ rimasto lo stesso dello scorso anno: minimo 8 euro al mazzo che pesa mediamente 2 chilogrammi e mezzo. Un importo adeguato”.

Le prospettive per la stagione 2023?
“Grazie ai maggiori quantitativi prodotti riusciremo a soddisfare le richieste. Le vendite alle fiere e nei mercati stanno andandobene. Anche chi conferisce alla Grande Distribuzione ha avuto un buon inizio. Segnali incoraggianti, che ci fanno ben sperare”.