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Ritratti di ritratti, una conversazione di Tullio Pellico in Fondazione Ferrero

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Ritratti di Ritratti, una conversazione di Tullio Pericoli, pittore e disegnatore con Edoardo Borra e Danilo Manassero ad Alba, all’Auditorium Fondazione Ferrero in Strada di mezzo 44, giovedì 26 ottobre alle 18,30. 

Ritratti.

La Fondazione Ferrero ha messo a calendario due date, due momenti per conversare con due interpreti dell’arte del ritratto: Tullio Pericoli, pittore e disegnatore e Guido Harari, giornalista e fotografo (24 novembre).

Si comincia giovedì 26 ottobre alle 18.30 nell’Auditorium di strada di Mezzo 44 per un dialogo a tre voci con il Maestro Tullio Pericoli, Edoardo Borra, giornalista e operatore culturale e Danilo Manassero, architetto che ha collaborato con Pericoli, occupandosi di allestire alcune sue mostre monografiche.

Cos’è un ritratto? la raffigurazione di una persona rappresentata nell’ambito della pittura, della scultura, del disegno, della fotografia o anche, per estensione, la descrizione letteraria di una persona. Oggetto e soggetto, quindi, di tutte le più svariate manifestazioni artistiche.

«Secondo l’etimologia “ritrarre” significa “tirare indietro, dalla parte contraria”. Solo nel XIII secolo ha assunto il significato di “riprodurre e rappresentare una figura con il disegno”; da Dante e Petrarca in poi questo è il significato prevalente, almeno nell’arte, anche se è solo dal Cinquecento che “ritratto” significa “immagine o figura umana somigliante”. Questa lontana origine latina è davvero curiosa, poiché indica un’attività che comporta l’opposto del “tirare indietro”, dal momento che ritrarre significa compiere un gesto d’avvicinamento a qualcuno o qualcosa» scrive Belpoliti nell’incipit alla recensione del nuovo libro di Tullio Pericoli («La Repubblica,12 giugno 2023)

Ritratti di Ritratti, (Adelphi 2023) esce infatti a 14 anni di distanza da I ritratti (Adelphi 2009), volume in cui Tullio Pericoli aveva proposto una galleria di ritratti ispirata a un principio antico, da lui stesso enunciato: «una biografia diversa da quella ufficiale, una sintesi visiva, una sorta di faccia-riassunto» un volto che «somiglia, certo, al volto vero, ma che è ancora più vero perché ne racconta la storia». E nel recensirlo Pietro Citati (1930 -2022) chiudeva con l’affermazione «Credo che si possa riconoscere un vero Tullio Pericoli dai piccoli particolari».

In questo nuovo lavoro Pericoli indaga su come nasce un ritratto e su cosa c’era prima, su come si forma l’immagine mentale di un volto – non meno geroglifica della sua controparte fisica – e quali sentieri deve percorrere la mano di un disegnatore per tentare di raggiungere quella verità nascosta e inafferrabile. Nasce da quei primi tratti «incerti e ansiosi» con i quali l’artista cerca di cogliere qualcosa che intravede e teme gli possa sfuggire. Tratti destinati a produrre uno scatto, ad accendere «una piccola luce», e che preludono poi a un tragitto elaborativo disseminato di prove, di schizzi, ma anche di smacchi, sconfitte ed errori – non meno preziosi delle stazioni vittoriose: «È come prendere da uno scaffale un libro sbagliato che, a sfogliarlo, si rivela più interessante di quello che cercavamo» ha scritto. Eppure, i brouillons che un tempo gettava via – in omaggio a quel valore assoluto che è l’opera compiuta – e che Giovanni Testori lo ha persuaso a conservare, li aveva sempre tenuti per sé. Ora, per la prima volta, ha deciso di estrarli dai cassetti e di mostrarceli. Insomma, ci ha gentilmente invitato nel suo atelier per farci scoprire come lavora: senza commenti superflui, lasciandoci liberi di gironzolare come vecchi amici, di esercitare il nostro sguardo, di raffrontare, di ripercorrere le tappe di avvicinamento – di riconoscere, ritratto dopo ritratto, il dettaglio che, miracolosamente, svela la parte celata di un individuo.

In Fondazione si discorrerà anche di paesaggi. Scrive Salvatore Settis (Incursioni. Arte contemporanea e tradizioni, Feltrinelli 2020) «Due poli risaltano nella pittura di Tullio Pericoli, il paesaggio e il ritratto e fra essi corre una tensione perpetuamente irrisolta, un’elettricità di senso e di emozioni. Come dovessero illuminarsi a vicenda, e si inseguissero nella stessa foresta di segni, di linee disegnative accuratamente pensate. Perciò i ritratti di Pericoli sono una chiave di lettura dei suoi paesaggi, e viceversa… Volti come paesaggi, paesaggi come volti. Nelle accuratissime esplorazioni e introspezioni del volto umano che Pericoli è venuto tracciando, il ritratto sfuma nel paesaggio, specialmente quando si fa drammatico close up come nella serie memorabile costruita intorno al volto di Beckett (scelta come immagine di copertina della recente pubblicazione, ndr)… Rughe sulla fronte come solchi in un campo, occhi come laghi, capelli come boschi: la topografia di quel volto si fa traccia biografica, luogo narrativo».

La conferenza sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook della Fondazione Ferrero e sul canale di streaming del sito www.fondazioneferrero.it.

Prenotazioni a questo link:

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-ritratti-di-ritratti-731793733757?aff=oddtdtcreator

Per informazioni: tel. 0173 295405

 

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