Alto contrasto | Aumenta dimensione carattere | Leggi il testo dell'articolo
Home Articoli Rivista Idea L’opinione di Lucio Caracciolo

L’opinione di Lucio Caracciolo

«Molte delle cose orribili che vediamo in questi giorni, non hanno nulla di sorprendente per chi conosce la storia. ora serve molta freddezza»

0
1

IL FATTO
Il dramma della guerra, dopo il conflitto tra russia e ucraina, si è spostato in medioriente con gli attacchi incrociati
tra israele e palestina. Che cosa sta succedendo?

«Molte delle cose orribili che vediamo in questi giorni, in realtà non hanno nulla di sorprendente per chi conosce la storia». La frase pronunciata nei giorni scorsi dall’esperto di geopolitica Lucio Caracciolo, serve a sottolineare quella lucidità che bisogna mantenere anche nei momenti più difficili.
L’analisi del direttore della rivista Limes, al recente convegno “Il mondo non è impazzito”, che si è svolto a Roma, partiva da una considerazione: «In questa fase storica sembra prevalere un pensiero apocalittico. Ma se entriamo in questa logica, non ne usciamo più. Serve un certo grado di freddezza». Un discorso che vale ovviamente per quanto sta accadendo sul fronte della guerra tra Israele e la Palestina, ma anche per quanto riguarda il conflitto tra Russia e Ucraina. Caracciolo ha spiegato che si tratta di questioni radicate nella storia: «È come se ci trovassimo ancora nella prima guerra mondiale, per esempio con la disgregazione degli imperi russo e ottomano. Si ripercorre una memoria lunga e siamo ancora nella difficoltà di capire gli scenari e le prospettive».
A proposito dell’ultimo conflitto in ordine di tempo, «in Israele la popolazione è divisa in mondi paralleli. C’è una parte araba, crescente, che ha raggiunto circa il 21 per cento della popolazione totale; c’è la parte ortodossa con circa il 13 per cento, anch’essa in crescita grazie ai tanti figli in ogni famiglia; c’è la parte sionista laica, quella che è stata di Ben Gurion e di Golda Meir, oggi minoritaria e in crisi; anche la parte religiosa moderata è sempre più debole. Ce ne sono altre. Questi mondi paralleli lo sono anche fisicamente, con quartieri rigidamente separati, o nei sistemi scolastici contrapposti. Israele è oggi minacciata su più fronti, in gioco ci sono il suo futuro e la sua stessa esistenza, benché ritengo che nessuno sia in grado di annichilirla. Ma indubbiamente è soprattutto questa crisi interna a pesare. Israele ha sempre vissuto giorno per giorno, ma è proprio in questa difficile fase che deve decidere cosa diventare».
Discorso simile in campo palestinese, con Cisgiordania e Gaza: «E qui bisognerebbe parlare della coesistenza di un Medio Oriente reale e di uno invisibile costituito dalla convergenza di interessi, da compromessi retti con valigette di soldi dall’occidente, dalla perpetuazione di uno status quo accettabile, ad esempio nel non far morire di fame e di sete gli abitanti».
Come se ne esce? «La retorica dei due popoli in due Stati non ha senso – spiega Caracciolo -. Attualmente la Palestina è divisa formalmente in tre zone ma con crescenti penetrazioni di coloni israeliani in Cisgiordania. La prospettiva ideale ma improbabile potrebbe essere costituita da uno Stato unico con israeliani e palestinesi, soluzione che non manca di adesioni, ma inverosimile». Purtroppo.

BaNNER
Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial