«Grazie, Zublena con il tuo progetto diamo luce alla cura»

La Fondazione Ospedale Alba-Bra ha consegnato il Premio Gratitudine 2023 all’architetto francese

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Commozione e or­goglio. Sono i sentimenti che venerdì scorso hanno invaso l’auditorium dell’O­spe­dale Michele e Pietro Fer­rero di Verduno per la consegna del Premio Gra­titudine ad Aymeric Zublena, l’archistar che ha disegnato e progettato il complesso ospedaliero Alba-Bra. «Concepire un o­spedale è una missione appassionante, anche se mol­to difficile – ha detto l’urbanista francese -. Si tratta di un’attività di responsabilità in quanto sappiamo che le nostre scelte incideranno sulla qualità del­le cure e sulla qualità della vita di chi si troverà in ospedale». Da qui l’idea di un edificio funzionale e, al tempo stesso, capace di prendersi cura delle persone attraverso una piena sinergia con il contesto naturale circostante. «Ho progettato l’ospedale immaginando spazi luminosi – ha proseguito Zublena – e ampie aree di accoglienza, oltre a una serie di dettagli, a partire dai materiali, pensati per umanizzare la struttura». E le colline circostanti hanno fatto il resto. «Il contesto na­turalistico, con Verduno da una parte, il Tanaro e Santa Vit­toria dall’altra, mi ha spinto a fare qualcosa di particolare; qualcosa che sapesse guardare al futuro, con il verde che “entra” nell’ospedale, con cam­minate e passaggi che portano luce e aprono a viste. Il tutto, però, senza mai perdere di vista la flessibilità, in modo da rendere l’ospedale funzionale e capace di adattarsi alle esigenze che si sarebbero presentate», ha puntualizzato Zublena, che prima di congedarsi ha voluto condividere alcuni suggerimenti: «Si prevedano magari delle piazzole e viali alberati in prossimità degli ingressi e, soprattutto, si presti la massima attenzione allo sviluppo che si creerà attorno all’ospedale; andrà sempre gestito con efficacia per evitare che questo contesto venga compromesso». Applausi, tanti applausi.
Ed ecco il premio – una scultura di design creata da Gufram con la scritta “Thank you!” (“Grazie”) – consegnato dai rappresentanti della Fonda­zio­ne Ospedale Alba-Bra, l’ente che il riconoscimento, nel 2016, l’ha ideato, con l’obiettivo di promuovere e diffondere la cultura del dono.
«Ricordo bene quel 30 giugno del 1993 quando una delegazione albese-braidese consegnò in Regione 24mila firme per chiedere la costruzione dell’ospedale unico – ha osservato il direttore generale della Fondazione, Luciano Scalise -. L’idea sembrava un azzardo e invece, su impulso del Comitato Promotore, siamo riusciti a concretizzarla. E adesso, citando il teologo Vito Mancuso, abbiamo un ospedale che si prende davvero cura dell’interiorità, oltre che del corpo». Per sottolineare come gli ostacoli incontrati durante le fasi della costruzione non abbiano allontanato il territorio dall’obiettivo sono stati citati tutti i presidenti della Regione, i vertici del­l’Asl, delle amministrazioni locali (con una menzione particolarmente per il compianto Lido Riba), delle Conferenze dei Sindaci e i progettisti che si sono succeduti anno dopo anno, oltre ovviamente ai privati e alla Fondazione stessa.
Cariche di emozione pure le parole del presidente della Fondazione, Bruno Ceretto: «Quando percorro la salita che conduce all’ospedale – ha dichiarato l’imprenditore vitivinicolo – provo la stessa emozione che avverto uscendo da un museo. Que­sto perché il nostro ospedale dà luce alla cura. La sua luminosità infonde serenità nei pazienti, ma anche nei loro familiari e in chi nell’ospedale lavora. Ec­co, allora, perché siamo grati a Zublena». Anche perché questo approccio, come ha rimarcato Paolo Giraudo, vicepresidente della Fonda­zione, è stato seguito – proprio grazie ai progetti dell’ente benefico – da una serie di iniziative che mettono al centro l’umanizzazione: dagli arredi ai macchinari di ultima generazione, dal pianoforte ai volontari, dalle installazioni d’arte alla formazione degli operatori, dal progetto per un’alimentazione di qualità a chilometri zero ai giardini curativi. Tutti aspetti – di grande valore – messi in evidenza dall’ospite che ha tenuto la lectio magistralis dell’evento, l’architetto e professore ordinario di Hospital Design e Urban Health al Politecnico di Milano Stefano Capolongo («Questo è un ospedale resiliente che tiene testa al cambiamento, rigenera il territorio e che, al contempo, traina l’economia locale»), e dall’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi («Un ospedale nuovo, con la sue tecnologie e soluzioni, permette cure migliori ed è per questo che abbiamo varato un piano di investimenti da 3,6 miliardi di euro per rinnovare l’edilizia ospedaliera piemontese»).
E alla fine, sul maxischermo, passano le im­magini dei bambini che disegnano e raccontano come ve­dono l’ospedale di Verduno: dà davvero luce.