«Da anni, sia per piatti salati che per piatti dolci, faccio un abbinamento speciale: limone e nocciola». Sabato scorso, ad Alba, ha iniziato così il suo discorso lo chef Antonino Cannavacciuolo prima di essere premiato con la Nocciola d’Oro delle Langhe e inaugurare il Salotto dei Gusti e dei Profumi marchiato “tonda gentile”, allestito in piazza Duomo nell’ambito della Fiera del Tartufo. Un riconoscimento – in passato andato ad altri due chef tristellati come Bottura e Crippa – dunque meritato per il cuoco campano, ormai di casa in Piemonte, con la sua Villa Crespi sul Lago d’Orta e i bistrot di Novara e Torino. «Quando sto per arrivare ad Alba (dove capita spesso anche per via dell’amicizia con l’imprenditore Mimmo Caruso, ndr), l’emozione aumenta e cresce pure il desiderio di studiare», ha confessato il giudice di “MasterChef”. Ma perché Alba lo spinge a studiare? Risponde lo chef: «Perché quello che avete creato qui, e lo dico da imprenditore, è unico. Avete saputo valorizzare il tartufo, i vini, le nocciole, i formaggi e tanti altri prodotti. E allora mi domando come avete fatto». Cannavacciuolo si è dato anche la risposta: «Avete sempre puntato su qualità ed eccellenza». Per il cuoco pluridecorato – che oggi vanta, oltre a 24 anni di carriera, un gruppo di attività premiato con 7 Stelle Michelin e forte di oltre 250 collaboratori – qualità ed eccellenza sono la chiave di tutto. «Il cibo sprigiona energia, e noi dobbiamo alimentarla quest’energia. Come? Scegliendo solo materie prime di eccellenza. Su quello non si può scendere a compromessi, anche perché optare per l’eccellenza significa rispettare e dare valore a chi quell’eccellenza la produce». Quindi, occhio a non sbagliare. «Non dobbiamo mai utilizzare prodotti scadenti – ha ammonito Cannavacciuolo -. Nel caso della nocciola, ad esempio, usiamo sempre quella giusta, come quella di questo territorio».
Prima della premiazione, rispondendo alle domande della conduttrice dell’evento, la giornalista Nadia Afragola, lo chef ha mostrato tutto il suo carisma parlando di guerra e del futuro del settore, con parole tutt’altro che banali. «Nel mondo, purtroppo, ci sono zone buie giganti, con guerre e distruzione – ha osservato Cannavacciuolo -. Peraltro, se nel 2023 ci troviamo ancora a parlare di guerra, significa che abbiamo capito nulla. Quella che abitiamo, per fortuna, è una zona di luce e, pertanto, dobbiamo continuare a rimboccarci le maniche per valorizzare i nostri prodotti, per sprecare di meno, per essere più sostenibili. Proprio come fanno i coltivatori langhetti che, pur navigando su una barca oggi molto felice, continuano a faticare nei loro noccioleti. È una cosa bellissima». E, allora, è doppiamente meritata la Nocciola d’Oro: a consegnargliela l’Ente Fiera della Nocciola e Prodotti Tipici dell’Alta Langa che, in collaborazione con l’Ente Fiera del Tartufo, l’Unione Montana Alta Langa, il Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero e l’Associazione Commercianti Albesi e con il supporto di Regione Piemonte e Fondazione Crc, ha garantito, per la 12esima edizione, la presenza della Nocciola Piemonte Igp delle Langhe nel Salotto dei Gusti e dei Profumi.
Il presidente dell’Ente Fiera della Nocciola, Flavio Borgna, che ha parlato anche a nome della sua vice, Elisabetta Grasso, ha ringraziato «tutti gli enti e i soggetti che hanno reso possibile l’evento e che si prodigano per valorizzare la nostra nocciola, a partire dalla sua denominazione. Ora ci troviamo di fronte a una sorta di riscatto del nostro prodotto di punta e, soprattutto, del territorio che rappresenta: l’Alta Langa». Parole che hanno incontrato l’applauso dei tanti sindaci langaroli presenti e si sono allineate a quelle espresse dagli altri ospiti, tra cui il primo cittadino di Alba, Carlo Bo, il presidente dell’Unione Montana Alta Langa, Davide Falletto, la presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Liliana Allena, il presidente dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero Mariano Rabino, Giuliano Viglione, presidente di Fondazione Crc Donare e dell’Aca, e il professore Luigi Odello.
L’ultimo a prendere la parola è stato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. «Come ha detto Giacomo Oddero, la nocciola è il Barolo dell’Alta Langa – ha rimarcato il Governatore -. Quindi, bisogna continuare a valorizzarla, con serietà e ricordando sempre di aver avuto genitori e nonni che hanno saputo prendersi cura di questo territorio in tempi molto difficili. Ecco, se oggi siamo qui, il merito è loro». La presenza di Cannavacciuolo, in questo senso, è un ulteriore sigillo di qualità. «Antonino riceve decine di inviti al giorno – ha detto Cirio – e se è qua è perché vuole bene alla nostra regione e riconosce le nostre eccellenze. Averlo in Piemonte con molte delle sue attività è per noi significativo. E il territorio di Alba, che si distingue per valori umani profondi, ha voluto dimostrare che proviamo gratitudine nei suoi confronti». Allora, non resta che dare l’arrivederci a Cannavacciuolo. «La prossima volta che tornerà qui sarà per inaugurare un suo bistrot?», gli chiediamo. «Non confermo né smentisco», ci ha risposto. Ma ora che è Ambasciatore della Nocciola delle Langhe ha un motivo in più per rafforzare il suo legame, già solidissimo, con le colline Unesco.