E’ il momento del Turriglio, a Santa Vittoria d’Alba: e sì che, nell’ambito della valorizzazione del patrimonio storico e paesaggistico esistente, l’Amministrazione comunale ha individuato la necessità di connettere l’area archeologica di questo vero e proprio luogo-simbolo alla rete del patrimonio culturale del paese anforiano, già di per sé ricca di punti di interesse.
Si tratta di un punto ricco di significati: dal momento che i resti del Turriglio (di cui le prime tracce documentali risalgono al ‘700: curioso che abbia saputo conservarsi, sotto questo punto di vista, dall’epoca della sua costruzione) sono stati per anni oggetto di ricerche e studi finalizzati a accertarne la sua origine e la sua funzione. Quel che è certo è che comprovano l’esistenza di attività antropiche in questo luogo già in età romana. Secondo l’interpretazione più accreditata, confortata anche da Claudiano e altri autori antichi, il Turriglio è un monumento realizzato per celebrare la vittoria del Console Romano Mario contro i Cimbri nel 101 a.C. ai Campi Raudii, oggi corrispondenti con i campi della Piana di Roddi: ossia, un anno prima della fondazione dell’antica “Pollentia”, ovverosia Pollenzo.
Una costruzione dalla base possente: 12 metri di diametro, con anelli sovrapposti dove ai ciottoli di fiume si alternano strati di mattoni. Numeri, questi, che possono fornire alcune idee circa la possenza originaria.
Per ora, il Comune ha ottenuto il benestare alla sua riqualificazione da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo, formalmente proprietaria del manufatto.
Cosa accadrà? Ciò che è certo è che la Giunta del sindaco Giacomo Badellino intende riqualificare l’area, proponendo l’accesso dal lato del verde pubblico, per garantire continuità tra gli spazi fruibili dalla comunità locale e turistica.
C’è, in particolare, l’intenzione di realizzare una passerella per la visita dell’area archeologica del Turriglio: secondo stili già attuati con successo in luoghi focali della stessa epoca romana (si pensi a Pompei, o alla Villa del Casale a Piazza Armerina in Sicilia), unendo la necessità di offrire accessibilità “sicura” e di consentire al tempo stesso di mantenerne intatti i caratteri e di preservarne la sua valenza storica.
«La reversibilità dell’intervento è il punto di partenza -viene spiegato dalla vice sindaco Adriana Dellavalle –per cui l’elemento progettato per la visita è un camminamento leggero, la cui struttura è realizzata con il sistema costruttivo tubo-giunto: lo stesso utilizzato per i ponteggi, che sono appunto installazioni temporanee e che non richiedono fondazioni. Il tutto, accompagnato da un sistema di illuminazione notturna».
E’ una nuova svolta, per Santa Vittoria: «L’intervento, inteso come tassello di un progetto culturale di valorizzazione a rete, può rappresentare un modello in grado di generare opportunità di crescita. La creazione della rete culturale, infatti, può dar vita a nuovi posti di lavoro per le giovani generazioni locali, nell’ambito turistico per la valorizzazione e la promozione del territorio».