«Mi sento di dire ai giovani osate tutto il possibile, perché chi non osa non costruirà mai nulla»: è la frase di Amilcare Merlo incisa sulla targa nel parco del Circolo Industriali di Cuneo a lui intitolato nel mese di maggio. Un grande industriale, un uomo che ha realizzato tanto e ha incarnato quel “modello Cuneo” fatto di lavoro, dedizione e determinazione: ricorre in questi giorni il primo anniversario della sua scomparsa, è morto la mattina di mercoledì 9 novembre 2022, all’età di 87 anni (classe 1934, ne avrebbe compiuti 88 il 24 novembre). Merlo era titolare di un’azienda cresciuta nei decenni fino a diventare un colosso internazionale, leader nella produzione di sollevatori telescopici e altri macchinari (per edilizia, agricoltura, logistica e igiene urbana), con base a San Defendente di Cervasca e altri stabilimenti nella vicina San Rocco di Bernezzo, con più di 1.500 dipendenti ed export in tutto il mondo.
Una storia eccezionale la sua, avviata dal padre Giuseppe Merlo che apre un’officina per la lavorazione del ferro agli inizi del ’900. Nel piccolo laboratorio di 250 metri, che contiene una forgia, un’incudine, due trafori a colonna e altre attrezzature per la lavorazione del ferro, Giuseppe Merlo inizia a diversificare la sua produzione e a specializzarsi nella costruzione di precisione e nella realizzazione di pezzi di ricambio per macchinari provenienti dall’estero. Mentre i prodotti Merlo si affermano sempre di più presso la clientela, i giovanissimi figli di Giuseppe entrano nella gestione dell’azienda. Natalina, dopo la scuola, comincia ad aiutare il padre e si occupa delle paghe e della parte amministrativa, mentre Amilcare, dopo anni passati a fare l’apprendista è sempre più presente nelle decisioni strategiche aziendali. La rapida crescita fa sì che l’officina inizi a diventare troppo stretta. La famiglia Merlo inaugura così una nuova area produttiva di 2000 metri quadrati coperti nella periferia di Cuneo, a pochi chilometri dal capoluogo. L’incudine e la forgia lasciano il posto a macchinari più innovativi come torni e piegatrici a calandre. Il coraggio, la tenacia e il dinamismo imprenditoriale che hanno contraddistinto l’attività artigiana della famiglia Merlo, fin dagli esordi, vengono fatti propri da Natalina e Amilcare Merlo che, nel 1964, costituiscono la società “A. Merlo e C. snc di Amilcare e Natalina Merlo”. Contemporaneamente viene avviata la costruzione di un nuovo stabilimento di 40mila metri quadrati a S. Defendente di Cervasca, alle porte di Cuneo: l’inizio di un’entusiasmante fase di espansione produttiva e commerciale. Un’espansione e una carriera costellata di successi che ne hanno fatta un’industria a livello mondiale.
I risultati d’impresa e di creazione di lavoro sul territorio vengono riconosciuti anche al di fuori dei confini nazionali, non solo per i numeri (fatturati annui superiori ai 400 milioni di euro) ma anche per la continua innovazione tecnologica, spesso premiata in fiere di settore, e per la determinazione negli investimenti. Di fronte alle crisi, Amilcare Merlo ha sempre visto opportunità e “spinto” con forza l’acceleratore su ampliamento degli spazi e miglioramento dei processi produttivi.
A ricordare i tanti meriti che gli sono stati riconosciuti in tutti questi anni, ci sono anche le onorificenze: anzitutto quella di Cavaliere del lavoro, ricevuta dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2002 (anno in cui ricevette anche l’onorificenza di Cavaliere e ufficiale al merito agricolo della Repubblica Francese). E poi nel giorno del suo 86° compleanno, il 24 novembre 2020, aveva ricevuto la laurea honoris causa in Ingegneria Meccanica presso la sede di Mondovì del Politecnico di Torino.
Quest’ultima gli era stata assegnata per «le eccezionali capacità tecniche con cui ha guidato lo sviluppo di numerosi progetti innovativi nel campo della meccanica e per lo spirito imprenditoriale grazie al quale ha fondato e dirige una impresa di livello internazionale di sicuro impatto economico e sociale nel territorio in cui è radicata». Proprio per sostenere la formazione superiore si era speso in prima persona organizzando master con il Politecnico e favorendo l’assunzione di neolaureati del territorio. Il legame col Cuneese, poi, è sempre stato forte anche per altri ambiti, dalle infrastrutture alla sanità: con l’azienda e con la famiglia ha sempre sostenuto finanziariamente l’aeroporto di Levaldigi; in anni recenti ha ribadito in più sedi l’importanza dei servizi sanitari (ha messo a disposizione spazi aziendali per le vaccinazioni Covid) e del nuovo ospedale nell’area di Cuneo. Con la “pista” (lo spazio del Centro formazione e ricerca Merlo) ebbe un’intuizione importante per l’azienda e per molti privati, ma anche per realtà pubbliche come l’Esercito, che lì ha testato mezzi e formato persone.
Di primissimo piano, poi, il ruolo nell’associazionismo e nelle istituzioni economiche: in Confindustria Cuneo, di cui è stato vicepresidente e da cui nel 2013 ricevette il premio “Genio della meccanica” (nel 2012 “Imprenditore dell’anno” Ernst&Young), come pure in Camera di commercio. Viene ricordato anche per il sostegno a manifestazioni e momenti pubblici, per gesti di aiuto e di umanità nei confronti dei suoi dipendenti dai quali non a caso viene ricordato con affetto. Anche noi di IDEA vogliamo unirci al ricordo di Amilcare Merlo con la stessa stima.
Amilcare Merlo l’imprenditore amato da tutti
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