“Come già accaduto nel 2022, l’annata agraria 2023 è stata segnata dagli effetti dei cambiamenti climatici che hanno penalizzato, a più riprese durante l’anno, le rese dei raccolti e quindi anche la redditività delle imprese del settore. In risposta al continuo calo generale del numero delle imprese, registriamo però una crescita delle dimensioni aziendali e un consolidamento di quelle già sul mercato, oltre ad un aumento dell’impiego di manodopera nel 2022 rispetto al 2021, anno in cui eccezionali gelate hanno pesantemente ridotto la necessità di assunzione nel comparto frutticolo. Preoccupante anche il continuo calo delle superfici coltivate a mais su tutto il panorama nazionale, ancora più allarmante per la Granda, area di importante vocazione per il settore cerealicolo e, in particolare, per le connesse produzioni DOP, zootecniche e lattiero casearie. In ultimo, occorre ribadire le pesanti difficoltà che stanno interessando le aziende dei bovini da carne in particolare gli allevamenti di razza Piemontese, alle prese con crisi di mercato e costi di produzione sempre più elevati”. Così il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia,commenta in sintesi la chiusura dell’annata agraria e l’andamento delle principali colture e degli allevamenti della provincia. |