La Struttura Complessa di Chirurgia Vascolare diretta da Massimo Maione ha partecipato ai due congressi più importanti del panorama della chirurgia vascolare internazionale.Erica Mariani ha presentato il suo lavoro al Vascular Annual Meeting 2023 della società americana, che si è tenuto a National Harbor. Lo studio prospettico, eseguito con l’Università degli Studi di Parma, è incentrato sull’analisi dei cambiamenti di rigidità aortica e dei possibili effetti cardiaci conseguenti il trattamento endovascolare degli aneurismi aortici. Un argomento che pone le basi per ottimizzare la gestione terapeutica del paziente con aneurisma dell’aorta.
Si tratta di un lavoro sperimentale con ripercussioni che riguarderanno la progettazione delle future endoprotesi utilizzate nel trattamento endovascolare degli aneurismi aortici. L’unico altro centro italiano partecipante, oltre al S. Croce, era quello universitario di Bologna.
Un altro chirurgo vascolare, Ilaria Peluttiero ha invece partecipato all’Annual Meeting 2023 della Società europea di chirurgia vascolare a Belfast, presentando un lavoro multicentrico in collaborazione con l’Università di Torino.
Lo studio presenta i risultati dell’applicazione del protocollo di fast-track nella chirurgia aortica, utilizzato quotidianamente anche nella Chirurgia Vascolare dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle da oltre 5 anni e frutto della collaborazione multidisciplinare tra chirurghi vascolari, anestesisti ed équipe infermieristica. In particolare si tratta di un protocollo di gestione di assistenza pre-intra e postoperatoria (il cosiddetto ERAS Enhanced Recovery After Surgery, ovvero “miglior recupero dopo un intervento chirurgico”) progettato per ottenere un recupero precoce per i pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore. “Tale protocollo – spiega il dottor Maione – nato inizialmente per la chirurgia addominale intestinale, oggi viene applicato in pochi centri di chirurgia vascolare e consente un miglior controllo dell’analgesia, una riabilitazione precoce e una riduzione dei tempi di degenza”.
Lo studio in questione ha evidenziato nel gruppo ERAS una riduzione della necessità di ricovero in terapia Intensiva, delle complicanze e dei tempi di degenza (di tre giorni in media).
A Belfast oltre al gruppo Cuneese, erano stati selezionati per la presentazione in aula solo altri tre centri italiani e tutti Universitari.