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«Con i gemellaggi facciamo scoprire alba nel mondo»

Il viaggio in Belgio di Pasquale Grasso, ex direttore Ferrero: «Forte interesse per le nostre eccellenze»

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Quasi vent’anni di amicizia nel nome della Fer­re­ro, coltivati at­traverso scambi, iniziative, momenti di incontro e conoscenza reciproca. Come avvenuto dal 20 al 22 ottobre, quando una delegazione del Comitato Gemellaggio guidato dal presidente ed ex direttore dello stabilimento Ferrero Ar­dennes Pasquale Grasso si è recata da Alba ad Arlon, in Belgio, in occasione delle “Giornate delle Lingue e delle Culture” organizzato dalla Fon­dazione Asbl J.B. No­th­omb, che ha lo scopo di promuovere il plurilinguismo nel­la Région des Trois-Frontières e la Grande Région (francese, tedesco, inglese, olandese e lussemburghese) e per la prima volta si è aperto anche alla lingua italiana. La delegazione albese è stata accolta presso il “Palais” in place Lèopold dove, per l’inaugurazione dell’evento, sono intervenuti oltre al presidente della Fondazione Alain Verkaeren, il sindaco di Arlon Vincent Magnus, la senatrice federale belga Anne-Catherine Goffinet e l’assessore ai gemellaggi e allo sport di Arlon, Didier Laforge. A suggellare l’evento, l’aperitivo a base di Maitrank, bevanda tipica del comune di Arlon. Proprio durante la Festa del Maitrank dello scorso maggio è nata l’idea di estendere l’invito alle “Giornate delle Lingue e delle Culture” ai gemelli albesi. L’oc­casione è stata ghiotta, spiega Pasquale Grasso, per raccontare il territorio delle Langhe a chi ancora non lo conosce. D’altra parte il fil rouge che tiene unite le due città passa proprio da un’eccellenza del nostro territorio, ossia la Fer­rero che nel 1988 aprì lo stabilimento tuttora operante ad Arlon e proprio Grasso fu in­viato ad aprirlo.

«Ero andato come responsabile di produzione dello stabilimento. Lo abbiamo messo su, linea per linea, trasferendomi a vivere in Belgio con moglie e figli, fino a quando i tempi sono stati ma­turi per rientrare in Italia, dove ho ripreso il mio lavoro in Ferrero – racconta con un pizzico di emozione lo stesso Grasso -. Poi nel 2005 sono tornato ad Arlon come direttore di stabilimento fino alla pensione. È stata una fase che mi ha permesso di ricoprire un ruolo anche all’esterno della ditta, attraverso rapporti con le autorità e le istituzioni del luo­go. Eravamo la fabbrica agroalimentare più importante del Val­lone, con mille operai e cento impiegati».

È stato il Comune di Alba a chiederle di occuparsi del Comitato per il gemellaggio, vista la sua esperienza con la città di Arlon?
«Quando hanno deliberato il gemellaggio, nel 2004, mi han­no subito chiamato. Il sindaco di allora era Giuseppe Rossetto. Poi, nel 2005, Fer­rero mi ha chiesto di tornare ad Arlon come direttore e in quel ruolo è stato più facile organizzare anche eventi legati al ge­mellaggio. Sicuramente la presenza della Ferrero è stato un grosso traino».

Che percezione hanno del nostro made in Italy?

«Domenica 22 ottobre durante “l’après-midi de conférences” in­trodotto dall’ex governatore della provincia del Lussem­burgo Bernard Caprasse ho te­nuto una conferenza in cui ho illustrato il nostro territorio. Ab­biamo proiettato un video sui paesaggi dell’Unesco, mo­strato le foto dei comuni e delle zone del Barolo, del Barba­resco e del Roero e parlato delle nostre eccellenze: i tartufi, i vini, le nocciole. È stata anche l’occasione per ripercorrere la storia della Ferrero sino agli ultimi anni con Michele Ferrero e il lancio di nuovi brand e marchi. Il pubblico si è dimostrato davvero molto interessato: persone provenienti dalla Francia, dalla Spagna, dall’Olanda hanno avuto modo di scoprire l’esistenza delle Langhe. L’evento è stato ac­com­pagnato dalla mostra fotografica di Beppe Malò dedicata ai paesaggi delle Langhe, patrimonio Unesco dal 2014, e ad alcuni dei luoghi più suggestivi delle nostre colline». All’even­to ha partecipato anche Mario Rivetti, scrittore albese di ro­manzi gialli che durante le letture incrociate – pomeriggio multilingue durante il quale scrittori hanno letto brani tratti dai loro libri in lingua originale – ha recitato alcune pagine del suo romanzo “Tartufi e delitti”. La giornata si è poi conclusa con il concerto dal titolo: “De l’Italie à New-York, de Roland de Lassus à Léonard Ber­n­stein”, diretto dal maestro Jean Lambert, con il soprano Gian­na Canete Gallo».

Quali saranno le prossime tappe?
«Il prossimo anno si festeggia il 20esimo anniversario del ge­mellaggio. Verranno a trovarci delle delegazioni e prepareremo per l’occasione una serie di celebrazioni».

Come si mantiene vivo un gemellaggio?
«Attraverso l’organizzazione di eventi e momenti di incontro, lo scambio di studenti e insegnanti come avviene con Apro Formazione (Istituto professionale di Alba) che accoglie ap­prendisti nei vari settori dalla meccanica all’elettronica fino ai parrucchieri, o con il progetto Erasmus+ sostenuto dalla Comunità Europea. Il 10 e 11 giugno si è tenuto il I° Torneo di tennis delle Città Gemelle ospitato dal centro sportivo San Cassiano».

A Medford negli Usa il primo storico accordo, l’ultimo? Con la capitale della nocciola turca

Alba è stata tra le prime città in Italia e in Piemonte a comprendere le po­tenzialità e a instaurare rapporti di gemellaggio con città europee e americane. E il lavoro prosegue con il coordinamento dell’assessore e vicesindaco Carlotta Boffa (nella foto sotto). Una visione che trova una prima realizzazione con la delibera nel 1960, da parte del consiglio co­munale cittadino, del primo gemellaggio con la città americana di Med­ford. Furono i due sindaci HJ.W. Sni­der e Osvaldo Ca­gnasso a trasformare il gemellaggio da atto burocratico a qualcosa di reale, in­tuendo l’occasione per ampliare gli orizzonti dei cittadini creando in loro una mentalità internazionale. Da allora altre sei città si sono aggiunte all’americana, ognuna caratterizzata da storie e tradizioni simili a quelle della capitale del tartufo. Nel 1969, venticinquennale della Libera Repubblica di Alba, fu istituito il gemellaggio con la città di Banská Býstrica, oggi in Slovacchia, che ebbe du­rante la resistenza vicende analoghe a quelle della nostra città. Nel 1985 fu la volta di Böblingen (Germa­nia), a po­chi chilometri da Stoccarda, su iniziativa dell’associazione italo-tedesca della città. Poi, nel 1995, con Beausoleil, nell’entroterra monegasco. Nel 2004 e grazie alla presenza della Ferrero, fu siglato il gemellaggio con la belga Arlon. E ancora, nel 2007, l’ufficializzazione del gemellaggio con la città spagnola di Sant Cugat del Valles su iniziativa di cittadini albesi ivi residenti. Il settimo legame internazionale arriva nel 2017, con Giresun, capitale della nocciola turca e capoluogo dell’omonimo distretto nella regione del Mar Morto. (e.n.)

Articolo a cura di Erika Nicchiosini