Una serie Rai che riesce ad andare oltre il compitino, così potremmo definire “Per Elisa – Il caso Claps” trasmessa in 6 episodi tra il 24 ottobre e il 7 novembre e ancora disponibile su Rai Play. A testimoniarlo non ci sono solo gli ascolti decisamente lusinghieri ma anche e soprattutto le critiche molto favorevoli e la considerazione di fondo, anche questa rassicurante, che tutto ciò sia servito a riaccendere i riflettori su una vicenda dolorosa, con tante ombre e mai abbastanza approfondita, nonostante il lungo e contrastato percorso giudiziario fino all’incriminazione dell’assassino, Danilo Restivo.
La storia di Elisa Claps rimane complessa, piena di sfumature, e il rischio poteva essere quello di banalizzare il racconto nella ricerca della spettacolarizzazione. Se ciò non è avvenuto, il merito va suddiviso tra il regista Marco Pontecorvo e gli attori, a cominciare da Gianmarco Saurino. La fiction ha trasmesso ai telespettatori il dolore lacerante di una famiglia che in tutti questi anni ha chiesto giustizia. E ci è riuscita grazie al talento degli interpreti. Saurino ha avuto il ruolo di Gildo, uno dei due fratelli di Elisa (Giacomo Giorgio ha invece interpretato Luciano) e il suo primo merito è stato forse quello di liberarsi definitivamente del personaggio che fin qui lo aveva caratterizzato in “Doc – Nelle tue mani”, con una performance tutta nuova. Gildo, nella serie come nella realtà, insegue testardamente la verità e Saurino gli dà voce con giusto equilibrio, dimostrando chiaramente di aver provato una grande empatia con la famiglia Claps. «Non conoscevo benissimo la storia – ha detto l’attore – e quindi mi sono documentato leggendo il libro scritto proprio da Gildo (a quattro mani con Federica Sciarelli: “Per Elisa: il caso Claps, 18 anni di depistaggi”) e anche quello di Tobias Jones da cui è tratta la serie (“Sangue sull’altare”). Ho conosciuto Gildo e capito tante sfumature, quando si tratta di una storia vera il senso di responsabilità di un attore è molto più grande». Proprio con Gildo è nata una grande amicizia.
Come si diceva, la serie ha fatto registrare una media del 16% di share. «Ci ha premiati il fatto che sia una storia incredibilmente vera che ha portato tutto il pubblico a condividere le vicissitudini della famiglia Claps», sottolinea l’attore. Lo si è visto quando, dopo tanti anni, la decisione dell’Arcidiocesi di riaprire la chiesa della Santissima Trinità a Potenza – dove fu ritrovato il cadavere di Elisa – con una celebrazione presieduta dal vescovo, è stata contestata duramente da una folla cresciuta con il passare del tempo.
Saurino è nato a Foggia il 12 dicembre 1992, il suo esordio in tv è arrivato nel 2017 nella fiction “Che dio ci aiuti”, a cui ha fatto seguito la partecipazione alla miniserie “C’era una volta Studio Uno” prima della consacrazione nel ruolo do Lorenzo Lazzarin, giovane medico che in “Doc” muore dopo la prima ondata del Covid.
«Porterò con me Gildo – ha detto a proposito della sua ultima esperienza su un set -: è la speranza in una umanità migliore, quella con i sentimenti». Intanto ha finito di girare la seconda stagione di “La legge di Lidia Poet” con Matilda De Angelis e a breve sarà impegnato nelle riprese di un nuovo film.
Gianmarco Saurino e quel forte legame con Gildo Claps
L’attore ha interpretato con successo il fratello di Elisa nella serie tv: ne è nata una grande amicizia: «La speranza in un’umanità migliore»