Le “trifole” al cinema fanno riflettere su natura e famiglia

Presentato il film ambientato nelle Langhe: sarà nelle sale a fine 2024 e avrà un cast di primo piano

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Per ora non si sa molto, ma quel poco che è stato reso noto basta e avanza per aspettare con ansia l’uscita nelle sale cinematografiche di “Trifole”, il nuovo film del giovane regista Gabriele Fabbro che mette al centro della narrazione un’avventura ambientata nel mondo del tartufo.
Nonostante il titolo fortemente “local” (“Tartufi”, in italiano) sarà una drama-adventure di respiro internazionale in lingua inglese (sottotitolato anche in italiano), ambientato nelle Langhe sul­lo sfondo del mondo del tartufo bianco d’Alba. Rac­con­terà la storia di un ricongiungimento familiare e della ri­scoperta delle proprie radici che vede come protagonisti un nonno-cercatore di tartufi (Umberto Orsini) e il suo ca­gnolino Birba, la sua giovane nipote (Ydalie Turk) che vive a Londra e viene mandata da sua madre (Mar­ghe­rita Buy) ad aiutare il non­no che si trova in difficoltà economiche e di salute.
Un cast di primissimo piano che si è presentato al gran completo nel­la conferenza organizzata al Castello di Grin­zane Cavour, a ridosso pro­prio del periodo dedicato alle riprese, in corso in questo momento tra le colline che circondano Alba.
Dopo l’introduzione del direttore di Film Commission To­rino Piemonte, Paolo Manera, del produttore Mas­si­mo Fab­bro (che ha ringraziato i tanti partner che sostengono il progetto, tra cui le imprenditrici albesi Sandra Vezza ed Elena Miro­glio) e del presidente del­l’Eno­teca Regionale Pie­mon­tese Cavour Roberto Bodrito, la pa­ro­la è passata al regista: dopo la sua opera prima “The Grand Bolero” (pluripremiata negli Usa e distribuita da Prime Video), Gabriele Fabbro vuole ancora stupire partendo proprio dallo stupore che lui stesso ha provato scoprendo le Lan­ghe e il tartufo. «Come regista e sceneggiatore il mio scopo è portare nell’industria cinematografica piccole storie originali di persone “ai margini”, di comunità e tradizioni italiane che stanno scomparendo e presentarle allo spettatore internazionale in modo magico per indurlo ad appassionarsi a questi mondi – ha spiegato Gabriele Fabbro -. Voglio raccontare un’avventura visivamente di­na­mica e dal tono unico per rimarcare l’importanza assoluta per tutti noi di conservare e rispettare la natura, del valore della famiglia e delle proprie radici. Questa storia è in primis una lettera d’amore a mio nonno, alla mia eredità e alla mia terra, l’Italia, che ho spesso dato per scontata».
Ecco, quindi, spiegato il motivo per cui la narrazione di “Tri­fole” ha come elementi im­pre­scindibili da una parte la natura, il clima e l’ambiente, rap­presentati dalla preservazione di un territorio tanto intenso nella sua bellezza quanto fragile, e dall’altra l’aspetto etico-sociale collegato alla riscoperta delle tradizioni e al ponte generazionale fra i giovani e antiche saggezze. I temi della storia saranno infatti l’amore familiare, l’incontro tra tradizione e modernità e la cura del territorio e della natura. Il film, con questa sua ambientazione-sfondo profondamente legata al territorio, per la portata degli attori, per la storia e il taglio di regia internazionale, vuole essere una sorta di manifesto per il sistema culturale e turistico delle Langhe e dell’Italia.
Per questo la produzione ha cercato e trovato fin dall’inizio una serie di sinergie con il territorio su vari fronti e “Trifole” conta su un pieno supporto per la co­mu­nicazione, il lancio e la promozione in Italia e negli Stati Uniti da parte di alcune istituzioni chiave delle colline Unesco: Film Commission Torino Piemonte, i Comuni di Alba e di Somano, l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, l’Ente Fiera di Alba, il Centro Nazionale Studi Tartufo, l’As­so­ciazione Com­mercianti Al­besi, il Consorzio Barolo Bar­baresco Alba Langhe Dogliani, l’Enoteca Regionale Pie­mon­tese Cavour e la Fondazione Radici. La produzione ha inoltre ringraziato il resort “Casa di Langa” e il relais “Le Due Matote”.
Il film dovrebbe esordire nelle sale tra il 2024 e il 2025.

«Tartufo sempre più protagonista culturale»

Tra i partner c’è anche l’Ente Fiera Inter­na­zio­nale del Tartufo Bianco d’Alba. Spiega la presidente, Li­liana Allena (foto): «La forza del territorio è quella di saper giocare in squadra; ecco perché la Fiera In­ternazionale del Tartufo Bianco d’Alba ha aderito da subito con entusiasmo al progetto di Gabriele Fabbro, regista e sceneggiatore giovane e di talento, per far sì che “Tri­fole” potesse diventare realtà. Insieme all’Ente Turismo Lan­ghe Monferrato Roero, al Centro Nazionale Studi Tartufo, all’Enoteca Regionale Piemontese Cavour e a imprenditori privati che hanno creduto nel film, abbiamo offerto il nostro supporto. Gli ingredienti per un’operazione vincente ci sono tutti: un cast prestigioso con attori di fama come Margherita Buy e Umberto Orsini e di ottime prospettive come la bellissima Ydalie Turk, unitamente a una produzione internazionale supportata anche da Film Commission Torino Piemonte. Sono le premesse per offrire un palcoscenico a livello globale al tartufo bianco d’Alba, che al film dà il nome e che insieme alla cagnolina Birba è il vero protagonista della storia. Il nostro obiettivo è, da sempre, quello di attrarre un pubblico sempre più ampio e internazionale, facendo conoscere e apprezzare il “tuber magnatum Pico” non solo come prodotto della terra, né come eccellente ingrediente enogastronomico, ma per il ruolo da protagonista che ricopre a livello culturale, attraverso le pratiche tradizionali di cerca e cavatura, e in virtù della sua funzione di indicatore naturale del cambiamento climatico in atto. E il cinema è un media potentissimo nell’aiutarci a trasmettere il messaggio che, con la speranza di chi guarda all’Alba del futuro, vogliamo raggiunga tutto il pianeta attraverso il grande schermo, prima, e le piattaforme di intrattenimento poi».