Il concetto di casa costruita nasce in epoca preistorica ed in particolar modo con il passaggio da nomadismo a sedentarietà. Con la scelta di un luogo stabile in cui vivere, è cresciuta anche la necessità di sostituire il riparo naturale della caverna con un rifugio più sicuro che difendesse da intemperie e attacchi di animali. Le prime abitazioni di paglia e fango avevano generalmente la forma di capanna. Ma non mancavano strutture a palafitta in ambienti umidi o su laghi e fiumi. In alcune zone, sin dall’antichità, si costruiva con l’ausilio della pietra. Esempi di questo tipo di casa sono i Nuraghi sardi risalenti al II millennio a.C.
Di rilevante importanza, in tema di edilizia, fu l’invenzione del mattone ad opera degli Egizi e diffusasi in breve tempo presso altre zone e culture. Gli antichi Greci costruivano case con basamenti in pietra, alzati in mattoni e tetti con tegole. Normalmente gli ambienti avevano forma rettangolare ed erano privi di finestre.
L’evoluzione della casa è continuata in epoca romana dove era possibile distinguere due principali tipologie di abitazioni. Le insule: costituite da più piani sovrapposti e le domoi: ampie case con tante stanze che affacciavano su uno o più cortili interni.
Questi aspetti, uniti ad una impareggiabile tecnica co­strut­tiva hanno segnato ed affascinato il percorso in edilizia della Fratelli Sartore attraverso alcuni aspetti pratici come l’arco a tutto sesto, oppure l’uso della malta che è un composto formato da un legante, la calce, e da uno o più aggregati, sabbia, nonché acqua… Peculiarità e qualità che sono state capaci di creare una specifica forma architettonica uguale nel tempo. Quella che, con ammirazione, le generazioni susseguitesi nella storia della Famiglia Sartore hanno fatto propria fonte d’ispirazione, nella consapevolezza di garantire ai propri clienti abitazioni, luoghi di lavoro, cantine, attività commerciali di valore strutturale ed anche estetico.
Inutile sottolineare che all’evoluzione della casa nel tempo va ad aggiungersi la varietà degli ambienti domestici che gli stili di vita e le nuove condizioni post Covid hanno generato.
A questi fattori, la sensibilità comune oggi aggiunge un tema fondamentale: l’ecosostenibilità che si traduce nel perseguire obiettivi che implicano, nel settore edilizio, al ripensamento e rinnovamento delle attuali prassi che conducono alla realizzazione di un edificio, riconoscendo che le scelte operate investono l’intero ambito del processo costruttivo.
Per il controllo di questo insieme complesso di fattori è necessario definire un metodo di lavoro che, a partire dalla conoscenza del luogo in cui si colloca l’intervento, permetta di definire e perseguire con chiarezza gli obiettivi di salvaguardia dell’ambiente, di uso razionale delle risorse, di benessere e di qualità formale.
L’approccio ecosostenibile richiede quindi una vera e propria rivoluzione nelle prassi e nei comportamenti, ed obbliga gli operatori del processo edilizio a ragionare e lavorare in maniera concertata per tradurre in scelte progettuali integrate i diversi obiettivi.
Chi è considerato il primo maestro dell’architettura bioclimatica moderna? Assolu-tamente Frank Lloyd Wright, che ha dimostrato una perfetta capacità di valutare gli effetti climatici, soprattutto nelle Prairie Houses e nel Larkin Com­pany Admi-nistration Buil­ding a Buffalo.
E oggi quali sono i progetti più appetibili? Una città completamente ecosostenibile, ad emissioni zero… Ma se l’idea di una city green è ancora lontana, più vicino a questo atteggiamento sono le soluzioni abitative private, le aziende artigianali, commerciali, agricole…
A chiudere il cerchio su questo tema resta la sensibilità, che non è estremismo della Fratelli Sartore che ha dato vita al Laboratorio di Cascina Pranda, nato per mantenere la visione edile in sintonia con ciò che è “naturale” e più vicino al sentire di Marco, Stefano e Teresa Sartore.
Oggi questo La­boratorio è, diventato il fulcro della messa a punto dei loro progetti e delle loro idee più innovative. È qui che le soluzioni più ambiziose e originali si concretizzano, prendono vita e si trasformano in realtà.
In verità, questo laboratorio a Mon­ti­cello, nel cuore del Roe­ro, permette a tutto il team della Fratelli Sartore di non improvvisare mai in cantiere, ma di testare su piccola scala, con attenzione e professionalità, ciò che si andrà a realizzare per i propri clienti. Qui si studiano infatti, artigianalmente intonaci in terra cruda che sono espressione di questo nostro territorio.
E non solo: attraverso il viaggio, la comprensione ed il confronto, si affinano tecniche che oggi sembrano lontane, non abituali e che con il tempo si conclameranno come il valore aggiunto di questa professione: quel plus che permette di regalare e garantire emozioni. Senza dimenticare che ambiente, salute e risparmio energetico sono i tre vantaggi fondamentali su cui si fonda una casa in bioedilizia che mantiene la sua forza anche e soprattutto nella scelta dei materiali che consentono un’elevata resa a fronte del minimo dispendio energetico. Scegliere una costruzione o una ristrutturazione in bioedilizia è un investimento per se stessi e per la società del futuro.
La vera discriminante resta però la cura e la professionalità di costruzione che per l’impresa Fratelli Sartore vale quanto l’esperienza.
Ancor più in questa fase storica dove conoscere la storia dell’evoluzione della casa può portare ad un interessante spunto di riflessione. Con il tempo il concetto di appartamento o casa indipendente, come luogo di protezione si è trasformato in qualcosa di più complesso. Non solo un riparo ma un posto dove coltivare affetti, hobbies e persino un luogo dove divertirsi, dove lavorare, dove condividere. Perché il Covid ormai alle spalle e la reclusione da quarantena ci hanno aiutato a rivalutare il rapporto con il luogo in cui viviamo. E a dar meno per scontato quanto questo sia importante.
E affidare questo luogo ad un’azienda con cento anni di esperienza significa aver colto il senso profondo dell’affidabilità di un’impresa come la Fratelli Sartore che si è consolidata casa dopo casa; opera dopo opera, offrendo ai propri clienti la possibilità di visitare l’azienda, ed in cantiere l’opportunità di vedere da vicino gli elementi che ne caratterizzano l’operato (ordine, pulizia, sicurezza, …).
E scegliere quella che offre il miglior prezzo non è sempre un affare… La professionalità è una discriminante importante, così come la certezza di vedersi consegnato un fabbricato pienamente rispondente ai propri gusti e alle proprie aspettative estetiche e costruttive. Cosa aggiungere? Nulla, talvolta sono le immagini a documentare il valore del proprio impegno… E per i Fratelli Sartore c’è anche la sua storia, e i suoi tanti clienti a decretare l’impegno di una vita!

«Entusiasmo e semplicità sono il valore aggiunto»

Marica Ariano vive ad Alba ed è dipendente dal 2007

Di cosa si occupa? «Della sicurezza sui cantieri, della gestione delle utenze e dei rapporti con gli Enti».
Come definirebbe il suo ambiente di lavoro? «Sicuramente un ambiente familiare, entusiasta in cui si percepisce la voglia di fare sempre nell’ottica di un miglioramento e crescita. Attribuisco alla famiglia una grande umiltà e hanno la dote di essere diretti e semplici».
E, invece, ci sono delle difficoltà? «Nel mio ambito, fatico a rapportarmi con le dinamiche di cantiere, lavoro principalmente in ufficio e a volte devo occuparmi di questioni che non conosco dal punto di vista operativo».
Com’è il suo rapporto con i fratelli Sartore? «Negli anni si è consolidato e ho un ottimo rapporto con tutti e tre, all’inizio avevo più contatti con Teresa».
Come trascorre il suo tempo libero? «Mi piace lo sport, ho fatto bicicletta per anni, ora vado in palestra e mi rilasso camminando e, quando posso, viaggio».

«Sento il mio posto di lavoro come una famiglia»

Cristina Bonino vive a Sommariva Bosco e lavora nell’azienda dal 2018

In cosa consiste il suo lavoro? «Mi occupo della contabilità generale fino al bilancio dell’azienda»
Cosa le piace di questo ambiente? «Sono quasi una seconda famiglia per me, apprezzo la disponibilità che hanno nei nostri confronti anche a livello umano e lavorativo. Ci valorizzano e ci rendono partecipi delle dinamiche quotidiane».
Lei è mamma di un bambino, ha avuto problemi a conciliare lavoro e famiglia? «Sono arrivata qui nel momento in cui Filippo, mio figlio, doveva passare dall’asilo alla prima elementare. L’azienda mi è venuta incontro rispetto all’orario e ad alcune mie esigenze, una cosa non scontata».
Qualcosa su cui lavorativamente si può migliorare? «Piccole cose organizzative, come credo capiti in tutte le aziende».
Fuori dal lavoro, che passioni ha? «Ho bisogno di staccare la spina, il mio lavoro richiede concentrazione. Cerco di ritagliarmi un po’ di spazio per me, anche solo con una passeggiata, per svuotare ed alleggerire la mente».

«Un ambiente che lascia esprimere le tue qualità»

Franco Sulmona, 55 anni, lavora dai fratelli Sartore, dal 2020

Qual è la sua mansione? «Mi occupo di gare e appalti. Sono stato chiamato per migliorare un po’ l’aspetto organizzativo. Avevo lavorato in realtà più grosse e avevano bisogno della mia visione ed esperienza. È importante saper guardare al futuro».
Cosa le piace di più del suo lavoro? «Sono entrato in una famiglia, i colleghi sono piacevoli, il territorio è bello ed è un ambiente che ti lascia esprimere. E poi c’è un’altra cosa che facilita il lavoro».
Dica. «La possibilità di avere un rapporto diretto con i fornitori. Alzi il telefono, li chiami e ti rispondono. Nelle realtà più grandi non succede».
Qualcosa da migliorare? «L’organizzazione. A volte siamo un po’ disordinati e ci sono delle sovrapposizioni. In questo anche io avrei voluto fare di più».
Una sua passione? «Andare in bicicletta e risolvere i sudoku».

«Sono arrivata qui grazie a un colpo di fortuna»

Laura Nada, 24 anni, vive a Macellai, frazione di Pocapaglia, ed è in azienda da 2 anni

Come è iniziata la sua esperienza qui? «Avevo un lavoro impegnativo che non riuscivo a far conciliare con i miei imegni e, tramite un conoscente che collabora qui, ho saputo che c’era un posto disponibile e che cercavano una ragazza da formare. E mi sono candidata».
Di cosa si occupa? «Lavoro in ambito amministrativo, seguo le pratiche dei dipendenti e le bolle dei fornitori».
Cosa le piace di questa realtà? «Lavorare in un ambiente sereno, tranquillo e familiare è un vantaggio. E poi è un’azienda in crescita, storica, che riesce a non perdere l’entusiasmo».
Un piccolo difetto? «Forse potrebbero essere un po’ più severi con noi dipendenti soprattutto ora che ci stiamo ingrandendo diventa difficile accontentare le richieste di tutti, ma sono piccolezze».
Fuori dal lavoro, cosa le piace fare? «Mi piace la montagna, camminare, la ferrata e un po’ di arrampicata e poi vado in palestra. Nel fine settimana ho bisogno di aria pulita, di staccare e di ricaricarmi».