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«Sono i valori comuni a darci la spinta per il domani»

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Alberto, Pietro e Mario, la quarta generazione della famiglia Sartore sono tre ragazzi capaci, brillanti ed innamorati del loro lavoro.
Quando avete capito che la Fratelli Sartore era nel vostro destino?

Alberto: «Beh, mi sono diplomato all’Istituto Einau­di nella sezione Geometri e a 19 anni sono subito entrato in azienda perchè volevo fortemente po­ter dare il mio contributo. Oggi ho 29 anni e mi ritengo soddisfatto della mia scelta».
Pietro: «Ho 22 anni e da tre anni lavoro nei cantieri della nostra impresa. Anch’io sono un geometra, ma dopo un’e­sperienza presso uno studio professionale, mi sono reso conto che questo lavoro mi piaceva tanto…».
Mario: «Sono geometra, ho 26 anni e anch’io da 4 sono parte dell’azienda di famiglia. La mia scelta è maturata nel solco di una continuità che è storia per i Sartore, anche se pensavo che il mio futuro sarebbe stato legato al ciclismo su strada…».

Ci sono stati momenti duri, e quanto pesa la responsabilità di questi 100 anni di storia?
Alberto: «Gli inizi non sono stati facilissimi: quello che impari a scuola non è sufficiente a gestire le problematiche effettive di un cantiere. Per un periodo mi sono specializzato con un corso di formazione presso la Scuola Edile di Cuneo che seguivo parallelamente all’impegno lavorativo».
Pietro: «Il peso della responsabilità e anche il senso del dovere sono aspetti psicologici che pesano, ma ritengo sia importante imparare ogni giorno. Penso sia questa la nostra carta vincente».
Mario: «Adesso è presto per fare bilanci, anche se effettivamente essere la quarta generazione è un compito impegnativo, ma stimolante..»

E il rapporto tra voi tre fratelli com’è?

Alberto: «È facile perchè ormai da qualche anno siamo tutti entrati nel vivo del nostro lavoro, con la piena consapevolezza che non possiamo e dobbiamo smettere di imparare».
Pietro: «Siamo uniti, solidali e caratterialmente complementari. Credo che questo aspetto rappresenti la nostra migliore qualità».
Mario: «Ci rispetiamo e abbiamo gli stessi valori: credo che questo ci auti nel dialogo».

E con papà Marco?
Alberto: «Lavorare in famiglia non è semplice, ma tra noi c’è un legame forte. E poi, sappiamo che il dialogo è sempre importante e costruttivo per continuare a crescere. Noi ci siamo dati un primo traguardo personale: raggiungere almeno 125 anni di storia».
Pietro: «A casa cerchiamo di non parlare solo di lavoro, ma l’esperienza di papà rappresenta per noi un valore aggiunto».
Mario: «È un esempio, capace di stare accanto a noi senza soffocarci troppo, ma pronto ad aiutare!».

Molti sono i cantieri ultimati in questi anni, quale quello del futuro a cui tendere?

Alberto: «Non è l’opera che fa la differenza… Penso sia importante essere polivalenti, adattandosi al mercato e mirando a tecniche e soluzioni anche straniere, come quelle giapponesi»
Pietro: «Direi tutti. Abbiamo molto da imparare, dobbiamo migliorare ed affinare alcuni dettagli organizzativi, ma soprattutto abbiamo energia ed entusiasmo per guardare con umiltà al domani»
Mario: «Siccome sono un sognatore penso che il prossimo sarà sempre il migliore».