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Etichettatura obbligatoria per succhi e marmellate

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La Commissione ambiente del Parlamento Europeo ha sancito, all’interno della cosiddetta Direttiva “Breakfast” l’obbligo di indicare la provenienza della frutta utilizzata in succhi e marmellate, oltre che per il miele per il quale vengono rese ancora più trasparenti le etichette con l’indicazione delle percentuali dei mieli provenienti dai diversi Paesi nelle miscele.

Uno storico sì ed una svolta per il comparto frutticolo che completa un percorso iniziato nel 2000 con l’obbligo di indicare la provenienza della carne bovina consumata che si è esteso, grazie alla battaglia della Coldiretti  in Europa e in Italia, dal latte alla passata di pomodoro, dai formaggi ai salumi, dal riso e pasta fino, a decorrere dal 1° gennaio 2025, alla frutta e verdura in busta, noci, mandorle, nocciole ed altri frutti sgusciati, agrumi secchi, fichi secchi e uva secca, funghi non coltivati e zafferano

“Un obiettivo importante – spiega Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo e Vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla frutticoltura – sul piano della salute, dell’economia, dell’occupazione e dell’ambiente essendo l’Italia il secondo paese produttore europeo di frutta. Una notizia che arriva in un momento in cui il consumo di frutta è diminuito insieme alla scomparsa delle piante, dalle mele alle pere, dalle pesche alle albicocche, tanto che la superficie italiana coltivata a frutta si è ridotta, a livello nazionale, a 560.000 ettari con la perdita di oltre centomila ettari rispetto a 15 anni fa. Un trend pericoloso favorito anche dalle importazioni di prodotti low cost di frutta da destinare alla trasformazione industriale in suchi e marmellate dall’estero dove spesso non vengono rispettati gli stessi criteri in termini di rispetto dell’ambiente, del lavoro e della sicurezza alimentare, secondo il principio di reciprocità”.

“Un risultato – conclude Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – che arriva grazie alle forti sollecitazioni di Coldiretti, impegnata da danni nel percorso di trasparenza dell’informazione ai consumatori sull’origine degli alimenti portati a tavola, a tutela della libertà di scelta. Un esito reso possibile dalla sensibilità dimostrata dagli Eurodeputati che ora dovrà essere mantenuta nel Parlamento in plenaria e poi difesa nel confronto tra Commissione, Parlamento e Consiglio”.