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«Colmiamo il vuoto lasciato da Erica con tanto “futuro”»

Nasce la borsa di studio dedicata alla giovane scomparsa nel 2021: l’hanno voluta la famiglia Renaudo e il “Grandis”

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La scomparsa della giovane di Sa­nt’Al­ba­no Stura Erica Re­nau­do, avvenuta po­co più di due anni fa, l’11 lu­glio 2021, in seguito ad un drammatico incidente stradale, a Montanera, nel quale perse la vita anche l’amica Nicole Allasia, ha lasciato un vuoto profondo.
Ragazza brillante, diplomatasi presso l’Istituto di Istru­zio­ne Su­­pe­rio­re “Se­ba­stiano Gran­­dis” di Cuneo nel 2020, Erica viene ricordata con gran­de affetto dai suoi docenti come «un’alunna curiosa e volenterosa», oltre che come «una studentessa capace di instaurare rapporti positivi con compagni e insegnanti». Viveva la scuola quotidianamente come un dovere, che sempre con scrupolo as­sol­ve­va, ma anche come un grande valore aggiunto: un valore che lei faceva suo nel profondo, con l’impegno, la costanza, la voglia di migliorare e migliorarsi, la determinazione a portare avanti gli studi, come da lei spesso ricordato nell’intenzione di proseguire in ambito socio-sanitario, iscrivendosi al Corso di Lau­rea in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evo­lutiva. Tutto questo, nel ricordarla, restituisce la positiva immagine di una giovane adulta perfettamente consapevole del valore dello studio e dell’impegno. Proprio per lo spirito e le qualità che animavano Erica, dunque, la famiglia – con mamma Elena, papà Mario e le sorelle Greta ed Elisa – ha deciso di costruire un percorso di valore in sua memoria, per far sì che idealmente nuove strade possano nascere e proseguire nella vita di altri ragazzi o ragazze, che dimostrino di credere fermamente negli aspetti fondanti dello studio e della scuo­la, affrontandoli e co­struendoli con impegno e metodo, per formarsi e per crescere sotto tutti i punti di vista. «Dalla tragedia», ha af­fermato più volte mamma Ele­­na, «dovrà nascere qualcosa di buono».
Per questo mo­tivo, attraverso una straordinaria dimostrazione di forza d’animo e una grande generosità, in collaborazione con l’I­stituto “Seba­stiano Gran­dis”, è stata isti­tui­ta una borsa di studio an­nuale del valore di 500 euro per chi, diplomatosi nel corso socio-sanitario, voglia proseguire poi gli studi universitari nel medesimo am­­bito. Tale percorso verrà sostenuto per cinque anni scolastici. La commissione – istituita per la discussione dei criteri, la valutazione delle domande e l’assegnazione del­­la borsa – è costituita dalla dirigente, la professoressa Mil­­va Rinaudo, dal presidente del Consiglio di Istituto, Fabrizio Scossa Lo­do­vico, dal Dsga-direttore dei Servizi Generali e Ammini­stra­tivi, Federica Da­done, dalla mam­ma e dalla so­rella di Erica, Elena e Greta, dalle ex compagne Maria Letizia Saba e Fran­cesca Viara e, in rappresentanza dell’ex Consiglio di Classe, dalle insegnanti Adriana Beltra­mone e Lo­redana Petti.
«Sostenere i giovani nel loro percorso formativo è un ge­sto di altruismo e solidarietà, che permette di colmare un vuoto riempiendolo di futuro – ha affermato con sincera commozione la dirigente dell’istituto, Milva Ri­nau­do – e questa borsa di studio in memoria di Erica consente di ricordare e trasmettere alle nuove generazioni i valori di quanti non sono più con noi, offrendo al contempo un’opportunità di realizzazione e crescita a ragazzi e ragazze che hanno merito e talento».
La prima edizione, rivolta agli alunni diplomatisi nell’anno scolastico 2022-2023, ha visto assegnataria della borsa di studio Alessandra Sguario, di Caraglio, ex alunna della classe 5^E.
La cerimonia di consegna av­verrà lunedì 11 dicembre nell’aula magna dell’istituto, a partire dalle 15. La giornata sarà pertanto un’ulteriore occasione per rivolgere un affettuoso pensiero ad Erica e per ringraziare dal profondo del cuore la sua famiglia, tutti coloro che credono nel futuro e nei giovani e chi ha saputo trasformare il dolore in un’opportunità.

Sicurezza stradale: incontro di sensibilizzazione promosso dalla polizia

Domenica 19 novembre si è celebrata la “Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada”, un momento di ricordo e riflessione che viene dedicato ogni anno, la terza domenica di novembre, alle vittime di incidenti stradali ed ai loro familiari, proclamato per la prima volta dall’Onu nel 2005. Per commemorare la ricorrenza nella provincia Granda, personale della Polizia Stradale di Cuneo – dipartimento guidato dal comandante Andrea Concas – ha incontrato nelle giornate di giovedì 23 e venerdì 24 no­vembre, circa 300 studenti delle classi quarte e quinte di alcuni istituti superiori cuneesi presso il Centro Incontri della Provincia di Cuneo. In tale occasione è stato proiettato il film “Young Europe”, interamente prodotto dalla Polizia di Stato, seguito dall’intervento del sostituto com­mis­sa­rio Ruolo d’Onore della Polizia di Stato Adele Gesso, in servizio presso la Sottosezione Polizia Stradale di Mondovì, che ha condiviso con i ragazzi la propria esperienza personale legata all’incidente stradale occorsole in servizio nel 1996. Si è tenuto, inoltre, un momento di confronto e riflessione in occasione del quale si è illustrato, tra l’altro, il ruolo della Polizia di Stato e la centralità della Polizia Stradale per la tutela della sicurezza stradale e per quanto riguarda le principali cause di incidentalità stradale. All’evento sono intervenuti, tra gli altri, anche i rappresentanti locali dell’Asso­ciazione Italiana Familiari e Vittime della Strada. Nella circostanza di particolare impatto emo­tivo si è rivelato il racconto di due mamme di giovani ragazze che hanno perso la vita due anni fa nel medesimo incidente stradale. Gli appuntamenti cuneesi rientrano, come detto, nella serie di iniziative che la Polizia Stradale dedica al tema dell’educazione stradale, con l’obiettivo di consolidare il rapporto di cooperazione in tema di sicurezza della mobilità, di riduzione dell’incidentalità, di prevenzione e promozione di comportamenti responsabili. La sicurezza stradale è infatti uno dei maggiori problemi che i Paesi europei devono affrontare e l’impegno di tutti è quello di ridurre del 50% il numero delle vittime della strada e dei feriti gravi entro il 2030 e di azzerarlo entro il 2050.

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo