«Intelligenza artificiale: ecco cosa cambierà»

Luigi Portinale, docente di Informatica all’Università del Piemonte Orientale, ha tenuto a Verduno una lezione sulla medicina del futuro: «Benefici per diagnosi e cure»

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L’intelligenza artificiale sta investendo rapidamente le nostre vite, toccando moltissimi campi. Non fanno eccezione la medicina e la salute, come testimoniato dagli studi e dalla lezione tenuta a Ver­du­no – in occasione dell’assemblea annuale della Fon­da­zio­ne Ospedale Alba-Bra – da Luigi Portinale, professore di Informatica presso l’Univer­si­tà degli Studi del Piemonte Orientale. Partendo dalla sue riflessioni, noi di IDEA lo abbiamo intervistato. E il focus è stato fissato sulla diffusione e sugli sviluppi delle Ia (intelligenze artificiali) a vari livelli.

Professore, che appuntamento è stato quello di Verduno?
«Sono stato invitato dalla Fondazione a tenere questa le­zione perché il tema dell’intelligenza artificiale è piuttosto attuale e perché sta ottenendo molto interesse anche relativamente al campo delle applicazioni mediche. Io e il mio gruppo di ricerca stiamo lavorando parecchio su questo tipo di applicazioni e, quin­di, è stata l’occasione per affrontare la tematica».

Quanto è significativo che il tema dell’intelligenza artificiale abbia una sempre maggiore rilevanza, anche in oc­ca­sioni pubbliche?
«Negli ultimi tempi l’intelligenza artificiale sta aprendo dibattiti sociali: quanto si legge sui giornali presume scenari in cui i sistemi sostituiranno l’uomo in numerose attività, determinando perdite di lavoro. Inoltre, molte delle applicazioni che si stanno sviluppando sollevano in­terrogativi etici e di sicurezza. Possono quindi avere un im­patto sociale davvero rilevante: è importante che se ne pos­sa discutere, anche per un di­scorso di cittadinanza attiva».

Nella sua lezione si è concentrato sui progressi raggiunti in ambito medico, in particolare sul deep-learning multimodale. Di cosa si tratta?
«Si tratta di sistemi che cercano di apprendere dei modelli di predizione o, comunque, di supporto alle decisioni in ambito medico, tentando di acquisire la loro conoscenza da fonti di dati eterogenee. Parliamo di testi, immagini, informazioni strutturate co­me le cartelle cliniche elettroniche, e tanto altro. Consiste quindi nell’avere tante modalità diverse di dati, fonderle insieme e costruire dei modelli che predicano la situazione e l’evoluzione che un paziente può avere nel tempo».

In questo modo possono supportare le decisioni diagnostiche e terapeutiche?
«Esattamente. Possono im­pat­tare sia sulle decisioni diagnostiche, quindi di caratterizzazione della situazione attuale, che di tipo prognostico, quindi anche terapeutico e di evoluzione futura».

Quali campi, nello specifico, sono coinvolti dalle applicazioni di intelligenza artificiale in ambito medico?
«Diverse applicazioni sono legate alla diagnostica per im­magine, che è molto aiutata da tecniche di analisi automatiche. Mi riferisco sia all’ambito radiologico che a quello anatomopatologico. C’è poi il supporto alla decisione clinica, quindi l’automatizzazione delle linee guida e l’inserimento delle informazioni specifiche su di esse. Penso poi anche alle analisi diagnostiche personalizzate con i dati genomici, che possono portare ad adottare cure ad hoc per il cancro o per malattie degenerative».

Tali applicazioni possono essere adottate indistintamente da tutte le realtà? Potrebbero coinvolgere l’o­spe­dale di Verduno?
«Assolutamente. Un conto poi è adottare soluzioni ormai ben strutturate, che necessitano magari di semplice acquisto, un altro è creare un progetto di ricerca, partire da uno stato dell’arte e cercare di mi­gliorarlo. Non tutte le strutture possono permettersi di investire in attività di questo genere. Comunque noi stiamo avviando delle collaborazioni con Verduno e speriamo che il discorso possa proseguire».

In generale, che futuro prevede per l’intelligenza artificiale? Come si coniugheranno le nuove sfide con il tema dell’etica e della sicurezza?
«Credo sia difficile prevederlo. Lo sviluppo delle intelligenze artificiali potrebbe continuare ad essere molto veloce o rallentare nei prossimi anni. Di sicuro non si fermerà. Occorrerà in ogni caso studiare delle soluzioni sensate di regolamentazione. C’è un dibattito tra chi vuole normare la ricerca di base e chi le applicazioni. Io sono più per la seconda ipotesi».
Al di là dell’ambito medico, quali altre attuazioni di Ia potrebbero interessare il Cuneese?
«In passato con alcuni colleghi abbiamo lavorato su sistemi per l’analisi intelligente di campioni vinicoli. Abbiamo notato che, a volte, da analisi piuttosto semplici si riescono addirittura a caratterizzare i singoli vini. Potrebbero essere utili per le camere di commercio per evitare l’immissione di vini “fake” sul mercato, ad esempio. Stiamo poi lavorando anche sul discorso di personalizzazione turistica, un aspetto che di sicuro potrebbe essere sfruttato dal territorio».

Lei è albese. Che rapporto ha con le sue radici?
«Sono nato ad Alba, ho assolutamente voluto vivere qui. Amo questo territorio, è casa mia e mi ci trovo bene. Mi piace il lavoro che faccio e viaggiare per il mondo, ma amo le mie colline e non voglio lasciarle mai».

Incontro organizzato per l’assemblea
annuale della fondazione ospedale Alba-Bra

Lo scorso 27 novembre, la lezione magistrale del professor Luigi Portinale ha chiuso l’anno di conferenze organizzate dalla Fondazione Ospedale Alba-Bra nel nuovo auditorium. La serata è proseguita con l’assemblea annuale dei soci della fondazione alla presenza dell’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Luigi Genesio Icardi e del direttore dell’Asl Cn2 Mas­si­mo Veglio, con la condivisione di quanto realizzato nel 2023 e le idee future per il 2024. L’incontro è stato occasione, inoltre, per dare il benvenuto ad un nuovo socio, l’impresa Cravanzola & Veglio Snc, rappresentata in fondazione da Roberto Cravanzola, che porta la compagine a 63 soci (11 fondatori e 52 partecipanti). «Ringraziamo tutti i donatori e tutte le persone che continuano a darci fiducia. Il 2023 è stato il 15esimo anno di vita della fondazione e abbiamo realizzato moltissime iniziative. Il 2024 vedrà come primo grande impegno la realizzazione di un centro di simulazione medica avanzata presso l’Ospedale Michele e Pietro Ferrero, grazie al contributo elargito dalla signora Maria Franca Ferrero e dal figlio Giovanni, nel corso della presentazione della biografia del signor Michele lo scorso 29 giugno», ha dichiarato Luciano Scalise, direttore Fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus. La serata si è poi chiusa con una cena conviviale offerta presso la sala mensa dell’ospedale, dove il presidente Bruno Ceretto ha ringraziato soci e professionisti presenti per il continuo supporto e dialogo.