Eccole lì, in bella mostra nell’entrata dell’Ancina, a disposizione delle centinaia di persone che ci passano ogni giorno: sono le 18 ‘maschere’ frutto del progetto “Il diritto alla diversità: visto da vicino nessuno è normale” a cui hanno messo mano – è proprio il caso di dirlo – le studentesse delle classi 2AU e 2AL con l’aiuto delle loro docenti Sarah Conte, Flavia Morano e Angela Tallone. Un lavoro a tante mani, quelle mani delle allieve che si sono via via passate forbici, feltro, colla e scotch, intrecciando spunti ed idee per dare forma a volti dai di colori sgargianti che sanno toccare il cuore.
Le studentesse delle due classi, questa era la consegna, dovevano dare materia e corpo alle loro idee in fatto di diversità, pluralismo e inclusione. E si può dire, secondo le tre insegnanti che hanno coordinato il progetto, che “hanno raccolto questa sfida con il sincero e creativo entusiasmo che solo i giovani sanno esprimere, perché viene dal profondo”.
Il progetto traeva spunto da alcune ricorrenze, la giornata internazionale delle persone con disabilità (che cadeva il 3 dicembre) e il centenario nel 2024 della nascita dello psichiatra Franco Basaglia (sua la frase che dà il titolo alla mostra) ma il risultato, è il caso di dirlo, è tutt’altro che di circostanza: quelli che si stagliano come volti asimmetrici, multiformi, ispirati alle maschere della cultura africana, che sfidano i tradizionali canoni della bellezza, restituiscono in realtà verità profonde, scavate sotto la superficie spesso rocciosa di pregiudizi e preconcetti fino a dischiudere quei valori autentici richiamati dai titoli delle opere, tra cui “originalità”, “normalità”, “libertà”, “femminilità”, “cultura”, “uguaglianza”, “rispetto”, “diversità”, “energia”, “bellezza”.
Le opere realizzate sono state raccolte in un video presentato proprio in questi giorni al concorso nazionale “Siamo come fiori” promosso dalla Consulta per le Persone in Difficoltà e OPES Aps (Organizzazione per l’Educazione allo Sport).