Lui, torinese d’origine, Monticello d’Alba l’ha conosciuta solo in età adulta, ma da quel momento non l’ha più lasciata. Se n’è innamorato a tal punto da diventare uno dei suoi cantori più autentici e appassionati. Consulente fiscale in pensione, Elio Stona, tra rebus per la Settimana Enigmistica, foto di territorio e articoli per diversi periodici, tra cui la nostra Rivista IDEA, si è messo al lavoro per pubblicare l’“opera omnia” su Monticello: il racconto più completo mai realizzato sul paese roerino, con oltre cento anni di storia riproposti con documenti e contributi inediti. Da questo lavoro, che sarà pubblicato nei prossimi mesi, è nata una sorta di appendice: “Echi di guerra”, opera che mette al centro “storie e immagini di eroi, ufficiali, soldati e reduci Monticellesi”, curata appunto da Stona e pubblicata da Comune e Pro Loco (che hanno anche redatto la presentazione, insieme con Anpi e Gruppo Alpini), con il contributo di diversi sponsor, tra cui le aziende Musso Agriecogarden, Garelli-Iveco e Mulassano. Il libro – uscito proprio in questi giorni – sarà presentato a gennaio, al Castello dei Conti Roero di Monticello. E presto, come ha spiegato il sindaco Silvio Artusio Comba, «ne verrà consegnata una copia a tutti i monticellesi in quanto è un mezzo di conoscenza della nostra cultura e della nostra storia».
Stona, come ha avuto l’idea?
«Facendo delle ricerche sulla storia di Monticello del XX secolo, mi sono imbattuto in un lungo articolo sulla guerra in Russia scritto da Filippo Margiaria e pubblicato su Gazzetta d’Alba tra il 1957 e il 1958: da lì è partito tutto».
Cosa l’ha poi convinta ad andare avanti con il lavoro?
«In seguito, sono venuto in possesso del diario di Alfredo Molinaro, che racconta la sua prigionia in Russia: un documento di grande valore che volevo preservare e che va in qualche modo trasmesso ai nostri giovani. Ma non è tutto…».
Prego, prosegua.
«Ho avuto l’opportunità di accedere a documenti e immagini riguardanti il tenente Aimone Manfredo Roero di Monticello, eroe pluridecorato, deceduto durante il conflitto in Africa Settentrionale. E poi ho ripreso la storia che avevo scritto nel 2021 sulla Medaglia d’Oro e d’Argento al Valor Militare Pier Augusto Dacomo».
Come ha strutturato il libro?
«Si tratta di un racconto che fa riferimento ad articoli, scritti e documenti originali (come due scritti autografi di Cadorna e Giolitti) o pubblicati dai giornali dell’epoca, riportati fedelmente, errori compresi, per garantirne l’autenticità. Tutti quei nostri predecessori che, con la loro attività pubblicistica, non sempre avulsa da pericoli, ci hanno consentito di rivivere il clima a ridosso delle due guerre mondiali meritano rispetto e gratitudine».
Con quale obiettivo ha organizzato questo materiale?
«Da un lato era forte il desiderio di mantenere viva, come monito per le generazioni future, la memoria degli orrori della guerra; dall’altro, volevo rendere omaggio a tutti i caduti, siano essi eroi, ufficiali o semplici soldati di Monticello d’Alba».
Cosa le ha lasciato questa esperienza?
«L’emozione di aver scoperto, tramite documenti unici e il racconto di parenti e conoscenti, storie umane che appassionano e lasciano un segno. Ho però provato anche tanto dolore nel conoscere i dettagli delle esperienze drammatiche che hanno vissuto tutti coloro i quali si sono trovati a dover affrontare la guerra».
Una riflessione molto attuale.
«Sì, purtroppo. La guerra, da qualsiasi lato la si guardi, è un orrore, che non porta nulla di buono, se non tanto dolore. Per fortuna, in mezzo alla guerra, ci sono tante storie di umanità e altruismo che regalano un po’ di speranza. Con questo spirito, spero che le vicende umane raccontate in questo libro possano essere ricordate anche nelle nostre scuole».