Messaggio del papa ai giovani delle Acli sul tema del lavoro

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In occasione della seconda edizione del festival “LaborDì: un cantiere per generare futuro” organizzato dalle Acli di Roma che si è svolto il 13 dicembre, il Santo Padre ha inviato un messaggio ai numerosi giovani intervenuti.

“Un senso di vuoto: la parola “lavoro” oggi, purtroppo, ne evoca spesso la mancanza, e ciò rappresenta una grave ferita alla dignità di tante persone. Ma la dignità è ferita anche quando il lavoro non è sufficientemente stabile e compromette progetti e scelte di vita, come la creazione di una famiglia e il desiderio dei figli. Questo “vuoto di lavoro” è come un terreno che frana sotto i piedi, costringendo a camminare in equilibrio precario: non succede forse così, tra tirocini, stage, lavori saltuari e interinali? E ancora: com’è possibile entrare degnamente nel cantiere del lavoro, se prima ancora, negli anni dello studio e della specializzazione, si è costretti a lottare per avere diritto a un tetto sotto cui dormire? Davanti a questo senso di vuoto tanti, spesati e demotivati, rinunciano e vanno altrove, ma ciò, oltre a provocare amarezza, costituisce una sconfitta, perché le risorse non mancano e vanno impiegate per realizzare sogni concreti, come quello di un lavoro stabile e duraturo, di una famiglia da formare, di tempo da dedicare gratuitamente agli altri nel volontariato. Occorre soprattutto contrastare la percezione di vuoto che si insidia nel cuore di molti giovani, i quali, mentre il tempo passa, vedono crescere l’impressione di non arrivare da nessuna parte ed ereditano da noi adulti un messaggio nocivo: che nella vita non ci sia nulla di stabile. Contratti a termine, lavori così brevi che impediscono di progettare la vita, bassi redditi e basse tutele sembrano i muri di un labirinto dal quale non si riesce a trovare via d’uscita. Cari giovani, serve come il pane qualcuno che vi prenda per mano e vi aiuti a sconfiggere questa precarietà e questo senso di vuoto, tirandovi fuori dalle sabbie mobili dell’insicurezza: per questo vorrei dirvi che mi sta a cuore la vostra iniziativa!

Il presidente delle Acli Nazionali Emiliano Manfredonia commenta così il messaggio: “Le parole di Papa Francesco sono un faro per il nostro impegno e per gli sforzi che stiamo facendo a tutti i livelli perché il lavoro sia buono e diventi nuovamente vocazione unica e insostituibile alla speranza. Le parole del Papa sono profetiche e ci indicano la via per costruire la speranza che non è una parola astratta ma si genera attraverso la costruzione impegnata e partecipe al bene comune”.

Manfredonia si è poi rivolto alle centinaia di giovani che hanno partecipato alla giornata: “Accettate qualsiasi tipo di lavoro ma non qualsiasi forma perché non c’è un mestiere migliore o peggiore di altri ed è importante che sperimentiate. Quello che non dovete accettare, però è il lavoro nero, il lavoro mal pagato, il lavoro senza diritti: il vostro lavoro sia sempre qualcosa che non toglie ma porta dignità: oggi purtroppo non è semplice, ma le Acli sono qui anche per questo, siamo persone che si sono messe assieme per fare ciò che ci sembrava più giusto, perché insieme si conta di più”.

 

La lettera completa a questo link:

https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/pontmessages/2023/documents/20231201-messaggio-acli.html