Nell’undicesima puntata del progetto “No alla violenza, sì all’equità” abbiamo parlato con Christian Lamanna, antropologo culturale e operatore specializzato nella presa in carico degli uomini autori di violenza domestica. Dalla sua tesi di specializzazione in Antropologia culturale ed Etnologia: “Mi sento cambiato nella mia mascolinità. Pratiche di intervento e di responsabilizzazione per uomini autori di violenza nelle relazioni intime nel Centro Senza Violenza di Bologna” emerge quanto i Centri per Uomini Autori di Violenza (CUAV) rappresentino oggi uno strumento chiave per interrompere il ciclo della violenza domestica, offrendo un approccio che richiama gli autori alla responsabilità delle loro azioni, affronta le cause alla radice dei comportamenti abusanti e pone massima attenzione al lavoro di rete per la tutela e messa in sicurezza della vittima.
L’Italia ha dato prova già dalla ratifica della Convenzione di Istanbul, nel 22 giugno 2013, di voler dare massima priorità agli “interventi per il recupero degli autori di violenza domestica e per la prevenzione della recidiva per i reati di natura sessuale” (vedi art. 16).
In aggiunta, con l’approvazione della Legge n. 69/2019, comunemente nota con il nome Codice Rosso, vi è stato un inasprimento del reato di violenza domestica e di genere il quale prevede, fra le altre cose, per gli autori di violenza la possibilità di sottoporsi a un trattamento psicologico con finalità di recupero e di sostegno. A coloro che hanno commesso reati di violenza contro le donne e che hanno diritto nei termini di legge alla sospensione della pena è imposto per obbligo la frequenza di un programma. Infine, dal 14 settembre 2022, a seguito della conferenza permanente per i rapporti tra Stato e Regioni sono state definite le linee guida e i requisiti minimi dei CUAV con l’obiettivo di garantire criteri di intervento e omogenei a livello nazionale.
Per approfondimenti si consiglia di visitare la pagina web del network nazionale italiano RELIVE, Reti Libere dalle Violenze https://www.associazionerelive.it
L’Italia ha dato prova già dalla ratifica della Convenzione di Istanbul, nel 22 giugno 2013, di voler dare massima priorità agli “interventi per il recupero degli autori di violenza domestica e per la prevenzione della recidiva per i reati di natura sessuale” (vedi art. 16).
In aggiunta, con l’approvazione della Legge n. 69/2019, comunemente nota con il nome Codice Rosso, vi è stato un inasprimento del reato di violenza domestica e di genere il quale prevede, fra le altre cose, per gli autori di violenza la possibilità di sottoporsi a un trattamento psicologico con finalità di recupero e di sostegno. A coloro che hanno commesso reati di violenza contro le donne e che hanno diritto nei termini di legge alla sospensione della pena è imposto per obbligo la frequenza di un programma. Infine, dal 14 settembre 2022, a seguito della conferenza permanente per i rapporti tra Stato e Regioni sono state definite le linee guida e i requisiti minimi dei CUAV con l’obiettivo di garantire criteri di intervento e omogenei a livello nazionale.
Per approfondimenti si consiglia di visitare la pagina web del network nazionale italiano RELIVE, Reti Libere dalle Violenze https://www.associazionerelive.it