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«Il nostro impegno per la sicurezza di tutti i cuneesi»

A Cuneo dall’inizio di agosto, il nuovo questore, Carmine Rocco Grassi, fa il punto della situazione: «Soddisfatto del nostro operato. L’obiettivo è risolvere i problemi ancora in atto»

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Insediatosi come nuovo questore di Cuneo ap­pe­na quattro mesi fa, Car­mine Rocco Grassi è già riuscito a lasciare un se­gno. Se da un lato ha messo in atto diverse misure finalizzate a risolvere alcune problematiche che rischiavano di compromettere l’alto livello di legalità presente nella Granda, dall’altro, ha saputo inserirsi efficacemente all’interno della rete di collaborazione esistente in provincia che spinge istituzioni, Forze dell’Ordine, politica, imprese e associazioni a remare insieme verso l’obiettivo comune del benessere collettivo.

Questore Grassi, qual è il suo primo bilancio?
«Sono soddisfatto dell’impegno profuso dalle donne e da­gli uo­mini della Questura di Cuneo. In seguito a una serie di incontri e dopo aver preso in carico numerose segnalazioni, siamo riusciti a rivedere il Piano di Controllo del Territorio. Un’ini­zia­tiva che ci ha consentito di affrontare e gestire tutte le problematiche che si sono presentate».

Quali azioni concrete avete messo in atto?
«Anzitutto, come dicevo, sia­mo partiti dall’ascolto e dal con­fronto con le istituzioni, le altre Forze dell’Ordine, i comitati di quartiere. Poi, e mi riferisco soprattutto alle azioni messe in atto a Cuneo città, abbiamo predisposto dei presìdi fissi: sono serviti parecchio, contribuendo pe­raltro a ripristinare la consueta percezione di sicurezza. Ma non è tutto».

Prego, ci dica.

«In parallelo, sempre con l’obiettivo di rafforzare il livello di sicurezza, sia reale che percepito, abbiamo incrementato le attività di Polizia Giudiziaria: penso, ad esempio, agli interventi di repressione contro il piccolo spaccio, a tantissimi controlli, a denunce e ad arresti, laddove necessario. E nelle aree che presentavano determinate problematiche abbiamo in­ten­­sificato pure i controlli ne­gli esercizi commerciali, de­cre­tando anche una chiusura».

Un provvedimento forte.
«Sì, un provvedimento forte, ma dettato esclusivamente dalla necessità di ristabilire l’ordine. Attraverso azioni di questo tipo, si procede a sensibilizzare i titolari delle attività, i quali sono chiamati a essere responsabili del comportamento dei loro avventori. Il nostro intento è stato compreso e abbiamo incontrato disponibilità, con diversi titolari di attività che ora collaborano e segnalano possibili situazioni problematiche in maniera attiva».

I risultati sono stati quindi positivi?
«Non spetta a me giudicare, ma posso sicuramente dire che questo “modulo” operativo ha consentito di ripristinare i livelli di sicurezza consueti per questo territorio e contrastare episodi di bivacchi, di spaccio e consumo di droga e comportamenti pericolosi per l’incolumità pubblica. Un’a­zione altrettanto significativa è stata realizzata ad Alba, ripristinando la corretta gestione del centro di prima accoglienza della Caritas, che era stato danneggiato e, in parte, occupato. In provincia di Cu­neo, in generale, i livelli di sicurezza sono molto alti: il nostro impegno deve essere rivolto ad alzare ancora di più l’asticella».

Ha ormai conosciuto l’intera provincia di Cuneo. Cosa l’ha colpita maggiormente?

«La presenza e il ruolo preziosissimo giocato da enti come la Fondazione Crc e dalle associazioni di volontariato. Si tratta di una caratteristica che rende la Granda un territorio ulteriormente ricco. E penso anche alle Diocesi e alle rispettive Caritas: sono realtà fondamentali per gestire situazioni problematiche che altrimenti potrebbero diventare decisamente critiche e riversarsi sulla collettività con gravi incidenze».

Ha anche avuto modo di confrontarsi con i tanti grandi eventi che propone la Granda. Com’è andata?
«È vero. Da quando mi sono insediato, ad agosto, a oggi, mi sono occupato di eventi particolarmente significativi, come Cheese, la Fiera del Tartufo e quella del Marrone, Colli­sioni. La gestione tecnica dei servizi di ordine e sicurezza pubblica è proprio una competenza esclusiva in carico al Questore. Raccordan­doci con la Prefet­tu­ra e le altre Forze dell’Ordine, e dopo aver organizzato diversi tavoli operativi, disponiamo i servizi necessari. Si tratta di un lavoro che rimane nell’ombra ma che è fondamentale per garantire la sicurezza pubblica durante le manifestazioni».

Sono davvero tante le attività che siete chiamati a svolgere…

«Sì, specie ora che siamo impegnati anche con le misure legate al codice rosso, ulteriormente rafforzato dalla legge 168/23 per il contrasto della violenza sulle donne e la violenza domestica, che ha im­plementato ancora di più i poteri di ammonimento del Questore. Senza di­menticare, inoltre, i tanti servizi che assicuriamo, come Pol­i­­zia Amministrativa, riguardanti ad esempio i passaporti. Dal­l’ini­zio dell’anno ne abbiamo stampati oltre 33mila, mettendo a disposizione gli uffici territoriali di Alba, Bra e Ceva e seguendo tempistiche rispettose delle esigenze dei cittadini, fermo restando che le urgenze so­no trattate con priorità. I ri­scontri della cittadinanza so­no stati positivi: per noi è la soddisfazione più grande».

Servono rinforzi?
«Siamo professionisti al servizio dello Stato, sempre abituati a lavorare al meglio con le risorse che abbiamo. Detto ciò, vista l’estensione della provincia di Cuneo, l’apertura di un commissariato distaccato sarebbe importante».

Il suo messaggio per il 2024?
«Non amo i proclami e le promesse. L’augurio per il nuovo anno è che si possano risolvere con efficacia tutte le criticità ancora in atto e che si presenteranno. Partire dalla soluzione dei problemi esistenti è la priorità».