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«Nella comunità il gioco di squadra è fondamentale»

Il prefetto di Cuneo, Fabrizia Triolo, è stata a Roma per l’udienza dal Papa e in sede per le Onorificenze della Repubblica: il territorio sempre in primo piano

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Per il prefetto Fa­brizia Triolo la conclusione del 2023 coincide con il bi­lancio dei suoi primi tre anni trascorsi a Cuneo, seguendo un percorso che era partito nel mese di novembre del 2020. «Anni di esperienza e crescita», come lei stessa li ha definiti in una recente intervista rilasciata al nostro settimanale. Anni di lavoro continuo dedicato a una funzione istituzionale di strategica importanza su tutto il territorio provinciale, sempre al servizio della co­munità.
Proprio di comunità Fabrizia Triolo si è occupata anche recentemente in occasione della cerimonia di consegna delle Onorificenze al Merito della Repubblica, il 7 di­cembre scorso in Sala San Giovanni a Cuneo. «Oggi condivido con voi una giornata di comunità – aveva appunto sot­tolineato il Prefetto – un mo­mento che vede protagoniste figure che con la loro opera hanno concorso a generare unità, a rafforzare il sentimento di coesione, a oltrepassare i limiti e le contraddizioni che hanno contrassegnato questo ultimo tempo vissuto insieme. Persone che hanno guardato avanti, che hanno saputo comporre l’interesse della collettività intorno ad una stessa idea di casa comune. Lo hanno fatto con leggerezza, ma non senza fatica, riconoscendosi sempre quale anello di congiunzione tra comunità e territorio». Sono concetti che ritornano e si consolidano nel messaggio del Prefetto soprattutto attraverso l’esem­pio dei cittadini premiati: «Loro ci ricordano che il dovere non dipende da im­posizioni ma ha origine dalla nostra scelta libera e responsabile. Una scelta rafforzata dal valore di comunità, come un passaggio di squadra. E non importa se la squadra nella quale ci riconosciamo sia talvolta non vincente: è la nostra squadra. Questo è il messaggio che queste persone ci consegnano. Lo hanno fatto con il loro percorso at­traverso una promessa di de­dizione pura, un percorso civico, nel settore sanitario, nel volontariato, nel mondo della comunicazione o della promozione sociale. Oggi que­sto riconoscimento va a cittadini che hanno speso le proprie energie con la consapevolezza di un sentimento di appartenenza». Ecco tornare il concetto di comunità. Con una annotazione finale: «Amare il proprio lavoro rappresenta l’approssimazione più concreta della felicità sul­la terra e credo che lo abbiano ben compreso coloro che hanno ricevuto le Onorifi­cenze della Repubblica».
Il prefetto Triolo la settimana scorsa ha vissuto un altro mo­mento istituzionale im­por­tante a Roma, in occasione dell’udienza che il Papa ha dedicato a tutti i prefetti della Repub­blica italiana. Quel giorno il Papa ha parlato della comunità degli immigrati che sono «volti, non numeri, persone che non si possono semplicemente classificare ma che oc­correrebbe abbracciare. Fra­tel­li e sorelle che hanno bisogno di essere sottratti dai tentacoli delle organizzazioni cri­minali, capaci di speculare senza alcuna pietà sulle loro disgrazie». Da qui l’esigenza, per i prefetti, di «organizzare sul territorio una loro accoglienza ordinata, basata sull’integrazione e sul costruttivo inserimento nel tessuto locale. Non potete essere lasciati soli in questo compito di sostenerli nei loro bisogni essenziali e al tempo stesso di prestare ascolto alle apprensioni e alle tensioni che si possono generare nei residenti, come pure naturalmente di intervenire quando si creino situazioni di disordine e di violenza».
Nella nostra intervista il Pre­fetto di Cuneo aveva messo proprio la questione dei mi­granti, citata da Papa Fran­cesco, tra le problematiche principali che ha do­vuto gestire nella sua funzione istituzionale: «Fe­nomeno da non subire, ma da governare cercando di cre­are le condizioni per la mi­glio­re ospitalità che traguardi an­che la migliore convivenza con la comunità ospitante. Il territorio ha mostrato e continua a evidenziare segnali di apertura all’accoglienza e questo rivela non solo uno spirito solidaristico, ma anche un forte senso di responsabilità sociale».
Un territorio, quello della Granda, che evidenzia «serietà, affidabilità e proiezione verso il futuro. È, questa, in breve, la cifra di una comunità che spiega la ragione del suo stato di salute e la sua… bellezza». Le priorità? «Sono tutte priorità. Dare risposte al cittadino, come curare la pianificazione in materia di protezione civile e convocare un Comi­tato di Ordine e Sicurezza pubblica».