Home Attualità Confindustria Cuneo abbraccia il lavoro, creando la Fondazione degli Industriali cuneesi

Confindustria Cuneo abbraccia il lavoro, creando la Fondazione degli Industriali cuneesi

Teatro, cultura d’impresa, attenzione al sociale: al Toselli, nella serata dedicata agli auguri natalizi, lo spettacolo Up& Down di Paolo Ruffini e gli obiettivi dell’Associazione per il 2024

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Per la prima volta, gli imprenditori di Cuneo si uniscono in un progetto ambizioso ed unico incentrato sui temi del lavoro che darà vita ad azioni concrete, per migliorare il benessere di chi lavora e aiutare chi si trova in una condizione svantaggiata. Lo ha annunciato ieri sera, dal palco del teatro Toselli, prima di dare l’avvio allo spettacolo “Up&Down” al momento degli auguri natalizi dedicati agli Associati di Confindustria Cuneo, il presidente Mariano Costamagna: la Fondazione degli Industriali di Cuneo.

«Il bene più prezioso, per un capitano d’industria, è garantire il benessere dei propri collaboratori e ci impegneremo affinché questa Fondazione diventi il punto di riferimento per il territorio, aggregando intelligenze, risorse morali e materiali con una sensibilità che parte dal cuore per correggere quelle storture, che se non vengono migliorate, in una società progrediscono troppo lentamente – commenta il presidente Mariano Costamagna -. Si tratta di un punto importante che ho fissato all’inizio del mio mandato, nel programma che ho condiviso, fin da subito, con la mia squadra di presidenza. La Fondazione sarà costituita nei primi mesi del 2024.

Il primo socio fondatore sarà Confindustria Cuneo. Potranno aggiungersi, in qualità di soci fondatori o soci partecipanti, sia le imprese sia gli imprenditori privati: invitiamo tutti i nostri associati a portare le loro energie e risorse al progetto».

Nel corso dell’evento, insieme al Direttore generale, Giuliana Cirio e a Luca Pettavino, dipendente di Confindustria Cuneo, presentatore della serata, è stato svelato il logo della Fondazione: un abbraccio pensato per rappresentare la «convinzione che il bene di uno sia il bene di tutti, il ruolo dell’imprenditore, strettamente collegato a quello della sua forza lavoro e della società che lo circonda».

Tra i primi obiettivi, azioni per il benessere e l’inclusione sociale, per il sostegno alle politiche del lavoro e la cultura d’impresa, partendo dai passi necessari per reperire potenziali lavoratori nelle categorie svantaggiate di immigrati e rifugiati e intervenendo sul disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro, ma lo sguardo va ancora oltre.

Prosegue Costamagna: «Per Confindustria Cuneo l’anno 2023 è stato un grande anno di successi, 80 nuove aziende si sono aggiunte alla nostra squadra, attualmente composta da 1208 imprese. Abbiamo realizzato tanti progetti importanti, soprattutto sui temi della sostenibilità ambientale, sul welfare per i nostri collaboratori, sull’inclusione, sulla disabilità. E poi la nostra attività consulenziale sui temi della normativa d’impresa, dalla delega fiscale, al codice appalti, dalle comunità energetiche alla transizione digitale, fino alla certificazione di parità di genere che abbiamo conseguito, prima associazione imprenditoriale in Italia».

«Nel 2024 – evidenzia il Presidente degli Industriali – abbiamo in programma tanti nuovi progetti. Lavoreremo per concretizzare i nostri progetti sulla sostenibilità, lavoreremo sull’innovazione per un nuovo progetto di industria 5.0 che rilanci gli investimenti, lavoreremo sulla formazione e sull’orientamento scolastico, sulla finanza agevolata e sui bandi, sui temi sempre più impegnativi di compliance, sul rafforzamento delle filiere, faremo rete per conoscerci meglio e scambiare opportunità. Soprattutto, dobbiamo costruire tutti insieme un progetto per l’attrattività della nostra provincia. Siamo stanchi del fatto che i grandi manager e i grandi professionisti, in tutti i campi, non mettano le aziende di Cuneo alla cima delle loro scelte, preferendo Milano o altre città che non meritano sicuramente più della nostra, in tema di imprenditorialità e opportunità.

E’ ora che l’immagine che abbiamo fuori dai nostri confini corrisponda davvero alla sostanza di ciò che siamo e dei numeri che facciamo.

Solo così potremo pretendere che anche i grandi investimenti privati e pubblici finalmente cadano sulla nostra terra».