Il vicedirettore provinciale dell’organizzazione agricola, Silvio Chionetti, esprime soddisfazione per le misure preventive adottate attraverso i provvedimenti regionali, ma non li considera sufficienti per trovare una soluzione definitiva
Cia Cuneo: “Sui predatori di mandrie e greggi bisogna ripristinare l’equilibrio naturale”
Il sostegno agli allevatori zootecnici per la protezione di mandrie e greggi dagli attacchi della fauna selvatica è sempre stata una delle priorità messe in luce da Cia Cuneo. Con quali obiettivi? Gestire il problema, attraverso norme capaci di ripristinare l’equilibrio naturale partendo dagli interventi di prevenzione, e prevedere gli indennizzi agli agricoltori per i danni subiti. La Regione Piemonte ha messo in atto alcune misure che vanno in questa direzione. Ad inizio 2023 è stato aperto il bando dello Sviluppo Rurale 2023-2027 per gli interventi di difesa del bestiame al pascolo dagli attacchi dei predatori. Con una dotazione finanziaria di 1 milione e 350 mila euro. Lo scorso 15 dicembre si è chiuso il bando per il risarcimento dei danni causati dalle predazioni dei grandi carnivori al patrimonio zootecnico. A disposizione c’erano 270 mila euro. Fino al 29 marzo 2024 è possibile partecipare all’intervento SRD04 dello Sviluppo Rurale 2023-2027 che supporta il miglioramento della coesistenza tra l’agricoltura, gli allevamenti e la fauna selvatica. Gli investimenti indicati prevedono la costruzione di recinzioni fisse o mobili, elettrificate o senza protezione elettrica, per la difesa delle mandrie e delle greggi dai predatori durante il ricovero notturno. Ma anche l’acquisto di micro-unità abitative da destinare al personale di custodia degli animali al pascolo, di cani da guardania e di altri sistemi di dissuasione acustici/luminosi antintrusione da fauna selvatica. La dotazione economica disponibile è di 500 mila euro. La spesa massima ammissibile per ogni operazione è di 20 mila euro, con rimborso del 100% dei costi sostenuti.
Cosa ne pensa Cia Cuneo rispetto agli impegni della Regione? Risponde il vicedirettore provinciale Silvio Chionetti: “Le misure adottate rappresentano dei percorsi importanti di prevenzione. Sull’ultimo bando chiediamo di procedere velocemente nell’istruttoria delle domande, perché, quando scade, molte aziende avranno già l’esigenza di far uscire i capi dalle stalle con i conseguenti pericoli di vederli depredati. Inoltre, se le risorse non fossero sufficienti a coprire tutte le richieste bisognerà prevederne delle altre per aiutare concretamente tutte le aziende che vogliono difendere i loro animali”.
Però, servono anche altri interventi? “Solo la prevenzione non è sufficiente. I progetti, anche quelli proposti da altre organizzazioni, devono andare nella direzione di ripristinare l’equilibrio della Natura nelle sue varie componenti. Così da permettere una coesistenza accettabile tra le persone, il mondo rurale e la fauna selvatica. Molte aziende agricole, infatti, soprattutto le più piccole, diversificano il lavoro e le greggi, ad esempio, sono la base essenziale per produrre i formaggi. Se i capi vengono ridotti in modo consistente dagli attacchi degli animali selvatici, gli imprenditori agricoli sono costretti ad abbandonare quell’attività che, però, è fondamentale per l’azienda e costituisce un importante tassello nel panorama dell’economia locale”.