Si è concluso un anno intenso, fra aspetti positivi e difficoltà da affrontare, per Confcommercio Imprese per l’Italia-Provincia di Cuneo: insieme al presidente Luca Chiapella, abbiamo ripercorso il 2023, analizzando gli aspetti dirimenti che hanno caratterizzato il lavoro dell’associazione e i momenti più importanti, all’interno della congiuntura economica che ha interessato pure la Granda. Un’occasione, anche, per guardare al futuro, fra obiettivi, speranze e prospettive.
Presidente Chiapella, che 2023 è stato per Confcommercio della Provincia di Cuneo?
«Un anno non facile per tutto il nostro comparto, che tocca i settori del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti e, new entry, delle professioni: da un osservatorio privilegiato come il mio, posso affermare che sia stato un 2023 con chiaroscuri, caratterizzato da due trimestri centrali difficili sotto il punto di vista economico e di crescita. Alcuni ambiti però hanno visto un segno positivo: è il caso del turismo, che ha sviluppato delle buone performance, con un outlook sul fine anno che ci racconta un incremento di presenze, arrivi, una buona presenza degli stranieri e un ritorno all’epoca ante-Covid».
Un anno, quindi, in chiaroscuro. Partiamo dagli aspetti positivi…
«Su nostra istanza e grazie alla collaborazione con la Regione Piemonte, abbiamo puntato sui Distretti Diffusi del Commercio: un percorso voluto fortemente, in sinergia con le Amministrazioni. Dalla zona di Alba-Bra-Langhe-Roero, in cui si sono uniti 85 Comuni, alla pianura con una ventina di località, fino al Distretto di Cuneo in cui il capoluogo ha coinvolto tutti gli stakeholder. Un appuntamento fondamentale è stata poi la nostra convention 2023, tenutasi a Bra, dal titolo emblematico: “(De)Rigenerazione Urbana”. Un tema legato strettamente ai centri storici, alle città, ai paesi e ai borghi, come luoghi di commercio, per una rinascita possibile. Crediamo fortemente nell’esercizio di vicinato e “sotto casa”, come volano per lo sviluppo e la creazione di socialità all’interno delle nostre comunità e dei nostri territori».
Quali invece le difficoltà che avete riscontrato?
«Un grande problema è quello delle infrastrutture, che frenano pesantemente lo sviluppo, nonostante la Granda sia ricca di poli di attrazione, una provincia in cui tra l’altro sfonderemo i 10 miliardi di euro di export per il 2023. I collegamenti e le strade sono fondamentali per i traffici commerciali e turistici e la situazione relativa al tunnel di Tenda è grave: per questo lo scorso 18 dicembre abbiamo indetto una manifestazione in cui, provocatoriamente, ci siamo presentati con paletta e secchiello per dire a gran voce che la misura è colma. Non è nostra intenzione accusare nessuno, ma solo sottolineare il disagio di un’intera provincia: basti pensare che, per esempio, tutti coloro che partono dal ponente ligure, da Montecarlo o dalla Costa Azzurra, impiegano ben tre ore per arrivare a Cuneo. I dati in nostro possesso parlano di un 30-40% di presenze in meno liguri e francesi, anche considerando il mercato ambulante del martedì, la rete del retail della ristorazione e l’intera rete dell’hospitality. Ci vuole un’accelerazione che non è più procrastinabile».
Quali iniziative hanno caratterizzato il 2023 di Confcommercio Imprese nel Cuneese?
«La rigenerazione urbana è stata il leitmotiv che ha contraddistinto la nostra azione. Non dimentichiamo però le tante iniziative legate al turismo: nel corso della primavera è nata Confcommercio Professioni, dedicata ad una vasta e trasversale platea di categorie. Abbiamo voluto così rappresentare le esigenze di nuovi servizi: in provincia esistono quattro agenzie formative che, agli oltre 9mila associati, forniscono supporto dal punto di vista fiscale e giuslavoristico, per evitare all’imprenditore tutte le incombenze burocratiche».
Le Ascom territoriali continuano a rivestire un’importanza cruciale, vero?
«Assolutamente sì. In Granda sono nove: Alba, Bra, Cuneo, Carrù, Ceva, Fossano, Mondovì, Saluzzo e Savigliano. Sono le vere antenne sul territorio: sviluppano progettualità in autonomia, oppure concordandole con le altre Ascom e con la Confcommercio Provinciale, per essere sempre più vicini ad un mondo imprenditoriale in movimento. Le Ascom sono a tutti gli effetti il fiore all’occhiello del nostro sistema».
Quali richieste ed esigenze vi pervengono dagli associati?
«Abbiamo avviato un percorso di sensibilizzazione e di avvicinamento, tramite corsi mirati, alla digitalizzazione: un accompagnamento verso il digital payment, l’utilizzo dei social ed il web marketing che ormai caratterizzano il mercato. Confcommercio si pone l’obiettivo di rendere maggiormente fruibili tutte le nuove opportunità. Poi, vi è il tema del credito: con un sistema bancario che ha chiuso i “rubinetti”, tramite il nostro Confidi di riferimento, Confirete, abbiamo utilizzato, oltre agli strumenti tradizionali, il credito diretto su progettualità specifiche, valutando e analizzando le singole situazioni tramite il comitato esecutivo ed erogando i fondi in tempi molto veloci. Sono oltre 5.200 i clienti-credito di questo nostro sistema».
Il 2024 è arrivato, insieme ai saldi…
«Una data, quella del 5 gennaio, molto attesa dai consumatori: per Confcommercio, da sempre, il saldo fatto nel negozio fisico ha un volto, una persona, con tutta una serie di garanzie che può dare a differenza dell’online. Non facciamo una battaglia contro qualcuno, siamo per il libero mercato, ma pretendiamo che le regole siano uguali per tutti, per giocare la partita ad armi pari: stesse regole, stesso mercato. Saranno saldi in cui il negozio di vicinato sarà privilegiato, un aspetto positivo: i settori di maggior interesse sono quelli di abbigliamento, calzature ed accessori ma, da qualche anno, anche casa ed elettronica si sono aperti a questo periodo di sconti, opportunità di fatturato per i nostri operatori».
Quali sono gli obiettivi e le speranze?
«L’indagine del Sole 24 Ore rileva che la provincia di Cuneo è fra quelle d’Italia in cui si vive meglio: questo permette, nonostante la carenza di infrastrutture, di fare impresa, e ci aiuta a far crescere la consapevolezza nella rete imprenditoriale circa la possibilità di poter contare sulla nostra associazione. Dopo un anno in chiaroscuro e in cui, da ottimista quale sono, vedo il bicchiere mezzo pieno, mi auguro che il 2024, nonostante il rallentamento nei numeri del Pil, rappresenti la ripartenza vera per tutto il comparto».