Home Articoli Rivista Idea «Pronti per il 2024: lo spirito artigiano è il nostro faro»

«Pronti per il 2024: lo spirito artigiano è il nostro faro»

Il presidente provinciale di Confartigianato Cuneo Luca Crosetto fissa i prossimi obiettivi

0
1

Dopo un 2023 di attività energica e soddisfacente, per Confarti­gia­nato Imprese Cuneo il nuovo anno si prospetta carico di sfi­de e obiettivi altrettanto stimolanti. Anche nel corso del 2024, la nota associazione di categoria sarà impegnata sot­to diversi punti di vista. Te­nendo ferma la stella polare dello “spirito artigiano”, che accompagnerà come sempre l’organizzazione, tra le principali missioni vanno segnalate, su tutte, quelle relative ai temi della sostenibilità e dell’intelligenza artificiale. Di questo, e molto altro, noi di Rivista IDEA abbiamo pertanto discusso con il presidente di Confartigianato Cu­neo, Luca Crosetto.

Presidente, che anno è stato il 2023 per cittadini e imprese della provincia di Cuneo?

«Si è trattato per certi versi del primo vero anno post-pandemia. Lo abbiamo infatti iniziato consci del fatto che tutta una serie di problematiche fosse ormai in via di superamento. Dal punto di vista delle aziende iscritte al sistema Confartigianato, che per il 50% al momento sono quelle legate al mondo dell’edilizia, il 2023 è stato vissuto in maniera particolarmente po­sitiva, grazie all’effetto del “Superbonus 110%”».

Qual è invece il bilancio per le altre categorie di imprese?
«Il riscontro è stato sicuramente positivo, soprattutto per quelle che si rivolgono ai mercati esteri. Questo è ciò che abbiamo percepito dalle oltre 3mila aziende di cui gestiamo la contabilità. La se­conda parte dell’anno sconta il problema dei tassi di interesse: molte delle realtà a noi legate cominciano a lamentare il fatto che i mutui, soprattutto quelli gestiti a tasso variabile, piuttosto che i fi­nanziamenti, abbiano un im­patto decisamente pesante. In tutto questo, però, vorrei spendere una parola in favore delle banche del territorio. Abbiamo un rapporto importante, proficuo e vicino sia con esse che con le casse di risparmio indipendenti di que­sta area».

Nel 2024 Confartigianato Cuneo punterà in modo particolare sui temi della sostenibilità e dell’intelligenza artificiale. Quali sono le strategie?

«Siamo partiti nello scorso mese di maggio con la presentazione del nostro classico bilancio sociale, che però era anche il primo bilancio di sostenibilità del sistema “Confar­tigianato Cuneo”. Stiamo affrontando il tema della sostenibilità e dei principi “Esg” (ambientali, sociali e di governance) anche con il sup­­porto di enti e società, con cui abbiamo sviluppato una se­­­­­rie di azioni per far cre­scere i nostri funzionari all’interno, con l’obiettivo di creare una “task force” di 20-25 persone che abbia una conoscenza approfondita di tali tematiche. A dicembre ab­biamo portato “a scuola” oltre trenta aziende che vogliono intraprendere con noi un percorso sostenibile, condividendo con loro – e qui torna la collaborazione con le banche – quel­­­le che saranno le prossime scadenze sui bilanci di so­stenibilità che ci saranno ri­chiesti dalla Co­mu­nità Eu­ro­pea».

Dal punto di vista dell’intelligenza artificiale, invece?

«È stato l’argomento della nostra ultima convention con tutti i dipendenti. Abbiamo interagito con una serie di docenti per arrivare a capire e comprendere le opportunità e le grandi attenzioni che dobbiamo segnalare alle nostre aziende. Non bisogna avere paura del futuro, ma occorre affrontarlo, portando con sé la consapevolezza di avere al proprio fianco un’associazione di ca­tegoria che ha come compito basilare proprio quello di anticipare il fu­turo e di fornire alle imprese gli strumenti migliori per poterlo affrontare».

Ci saranno anche altri temi da sviluppare nel nuovo anno?
«Un tema che desideriamo portare avanti è sicuramente quello della creatività artigianale. Bisogna poi porre l’accento sulla difficoltà nel reperimento del personale. Voglia­mo continuare a insistere con il sistema regionale sulla ne­cessità di avere dei servizi di formazione, collegati con le società e le scuole del territorio, che ci permettano non solo di formare persone inoccupate, ma soprattutto quelle occupate. Penso, ad esempio, al mondo della meccanica per automobili, i cui lavoratori han­no la necessità assoluta di essere formati sui temi dell’elettrico. È quindi per noi mol­to importante il mondo della scuola: dobbiamo riuscire a creare un rapporto diretto affinché ci sia una maggiore vicinanza con la nostra realtà e le nostre esigenze».

La chiave per affrontare tutte queste sfide sarà, come sempre, lo spirito artigiano. Cosa significa, oggi, in Granda, possederlo?

«Abbiamo cercato di evidenziarlo nel volume “Storie d’Im­presa-Il Valore Artigia­no” – presentato negli scorsi mesi a Villa Tornaforte -, dove sono raccontate le storie imprenditoriali di trentotto aziende artigiane del territorio. È un valore distintivo della grande peculiarità del modo di fare impresa della nostra provincia».

La provincia di Cuneo, insom­ma, è sempre più un punto di riferimento.
«Qualcuno, in passato, definiva la Granda “ai confini dell’impero”. Se da un lato questa è stata una difficoltà, perché ci ha impedito di avere del­le vie di comunicazione di un certo tipo, dall’altro ha fatto sì che le aziende riuscissero a sostenersi da sole. Abbiamo quindi delle realtà che hanno saputo coniugare la creatività del mondo artigiano con il valore delle piccole imprese. Nella nostra provincia si ha un rapporto tra abitanti e numero di aziende più alto rispetto alla media ed è soprattutto elevata la percentuale di quelle che resistono, superando i cinque anni di attività».

A tal proposito, l’anno tematico del progetto “Creatori di Eccellenza” sarà dedicato ai mestieri artigiani nella Granda.

«Continueremo a raccontare il nostro mondo con la presentazione dell’ormai tradizionale guida che andrà a completare le cinque precedenti – avremo quindi due cofanetti di tre volumi – e, con le attività collaterali delle “Esperienze Artigiane sul Palco”, porteremo arte e cultura all’interno delle aziende. Questo ci consentirà di dimostrare che nelle nostre imprese la sicurezza viene al primo posto, ma anche di trasmettere sempre di più l’idea di creatività e di valore artigiano a tante persone, che in questo modo si avvicinano direttamente alle nostre realtà».

Siamo all’alba del 2024. Qual è il suo augurio per il nuovo anno delle imprese artigiane?

«Il miglior augurio che si pos­sa fare è quello di condividere un messaggio di positività. Il valore delle nostre im­prese – alla pari del valido si­stema di accompagnamento del­le stesse che caratterizza la nostra provincia – deve farci guardare con ottimismo al 2024».

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo