C’è qualche buona notizia, a Magliano Alfieri, dopo il “settembre nero” che aveva infelicemente concluso l’estate scorsa.
Nero come le acque della “bealera” a valle del paese roerino, divenute tali a causa di uno scellerato sversamento di petrolio denso, oli esausti, altro materiale di origine minerale, per cui le indagini sono ancora in corso.
Nero come il piumaggio delle oche le quali popolavano il corso d’acqua, una sorta di patrimonio collettivo della comunità: e che, a causa di quel gesto inconsulto, si erano trovate in serio rischio.
Ora, perlomeno, le bestiole sono tornate a casa: dopo le efficaci cure del Centro Recupero Animali Selvatici di Sommariva Perno, che le avevano prese in carico, e per cui gli abili operatori si sono ora occupati di riportare i pennuti nel loro luogo d’origine.
Come detto, resta da accertare la responsabilità su quel vero e proprio attentato alla salute e all’ambiente: l’auspicio è che si chiuda il cerchio, e che aumenti la consapevolezza di come simili azioni siano da stigmatizzare, una volta per tutte, in un territorio che ambisce all’Unesco e a divenire capitale italiana della cultura. Si parte dalle basi, per queste cose.