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Per Rosa e Olindo cadono le certezze e si riparte da zero?

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ERBA, LA SVOLTA

IL FATTO
La novità, abbastanza clamorosa, è emersa nei giorni scorsi. Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo in via definitiva per la cosiddetta strage di Erba avvenuta l’11 dicembre 2006, torneranno in aula il 1° marzo per la revisione della sentenza che li aveva condannati al carcere a vita. Sarebbero emerse nuove prove

I PROTAGONISTI
A essere uccisi furono la trentenne Raf­faella Castagna e il figlio Youssef Marzouk di 2 anni e tre mesi. Altre vittime la madre di Raffaella, Paola Galli, 57 anni e la vicina di casa Valeria Cherubini, 55. L’unico so­pravvissuto è il marito Mario Frigerio, 65 anni salvo per una malformazione che fece sì che la sua carotide non fosse recisa

LA CONCLUSIONE
I giudici bresciani, dopo 18 anni, potrebbero accogliere e ritenere valide le “nuove prove” presentate dai difensori. Sono state raccolte nelle istanze per chiedere la revisione della sentenza emessa dalla Corte d’assise di Como. La loro richiesta è riunita a quella, addirittura precedente, del sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser

Da rivedere la criminodinamica dei fatti
Per la revisione del processo devono emergere nuovi elementi che non siano stati già esaminati nei gradi di giudizio di merito. Il nuovo processo quindi si dovrà svolgere partendo da questo e dovrà valutare tutte le nuove tesi che la difesa dei due condannati presenterà. Vedremo se il nuovo impianto processuale confermerà o meno le sentenze di condanna. A questo proposito, particolarmente importante sarà la
ricostruzione criminodinamica dei fatti

 

NADA CELLA, SI RIAPRE

IL FATTO
Ci sono nuovi dettagli sul caso di Nada Cella, la segretaria 26enne uccisa nello studio del commercialista Marco Soracco a Chiavari il 6 maggio 1996. Dopo la chiusura delle indagini, riaperte nel 2021, la Procura di Genova ha presentato richiesta di rinvio a giudizio per Annalucia Cecere, la principale sospettata dell’omicidio

I PROTAGONISTI
Anche per il commercialista e sua madre è stato chiesto il processo per false dichiarazioni fornite agli inquirenti durante la fase delle indagini. Tra i testimoni ci sono anche una madre e un figlio che dissero di aver visto una ragazza in motorino nei pressi dello studio di Soracco e la donna l’avrebbe riconosciuta come tale “Anna”

LA CONCLUSIONE
La criminologa Antonella Pesce Delfino ha trovato nuovi spunti, mentre la mamma della vittima, Silvana, e l’avvocato Sabrina Franzone presentano un dossier con nuove accuse per la Cecere ex maestra, 55 anni, che dal periodo successivo alla morte di Nada si è trasferita a Cuneo. L’udienza preliminare sarà il 15 febbraio

Caso complesso da ricontestualizzare
Anche in questo delitto saranno esaminate le nuove ipotesi di accusa che potrebbero portare finalmente a una svolta definitiva. Si tratta di un caso molto complesso a proposito del quale sarà interessante vedere quale è stato lo sviluppo investigativo e quindi anche l’esito finale. Certamente l’accusa valuterà ogni nuovo elemento e molto importante, anzi determinante, sarà la loro contestualizzazione rispetto al passato

IL MISTERO DIABOLICH

IL FATTO
Il 14 febbraio 1958 fu l’ultimo giorno in cui Mario Giliberti, ventisettenne, dipendente Fiat, venne visto al bar di Vanchiglia (a Torino) ordinare due caffè. Undici giorni dopo si scoprì il suo cadavere. Giaceva sul suo letto in una pozza di sangue, con il segno di diciotto coltellate al petto e un biglietto: “Troverete l’assino”: così

I PROTAGONISTI
Il killer spietato di Via Fontanesi si firmò, in quel biglietto con refuso, con il nome di Diabolich ispirando – quattro anni dopo con la penna delle sorelle Giussani – il personaggio dei fumetti Diabolik, riuscendo sempre a prendersi gioco degli investigatori. Un ex commilitone della vittima, Aldo Cugini, venne arrestato e poi rilasciato

LA CONCLUSIONE
Si scopre che l’accaduto segue perfettamente la trama di “Uccidevano di notte”, un giallo da edicola, e per alcuni anni a Torino si vive nella psicosi di possibili nuovi omicidi che Diabolich potrebbe commettere. Poi le indagini si fermano, in assenza di indizi e piste. E il delitto rimane ancora oggi senza un colpevole

Oggi avremmo trovato il colpevole
Oggi rispetto al passato le potenzialità della tecnica investigativa consentirebbero agli inquirenti di valutare il Dna sulle tracce di sangue con una tecnica che prima non esisteva. Qui indubbiamente la cosiddetta indagine di natura scientifica e le previste comparazioni con possibili indagati avrebbero potuto dare una spiegazione e una svolta a un delitto così efferato che è rimasto senza un colpevole. Naturalmente anche per scagionare i sospettati e gli accusati