Scade il 3 aprile 2024 il bando della Regione Piemonte per la conservazione del patrimonio tartufigeno. Possono ottenere l’indennità i proprietari o i possessori dei terreni – ma anche le associazioni di raccoglitori che li conducono – sui quali siano radicate piante produttrici di tartufo bianco di Alba. Quindi, pure i privati cittadini. Ogni albero deve avere una riconosciuta capacità tartufigena, accertata attraverso il riscontro della Commissione comunale agricoltura e foreste in cui si trova l’appezzamento. Bisogna dimostrare di aver raccolto dei “tuber magnatum” durante gli ultimi tre anni. Diverse le piante ammesse al finanziamento. Per la famiglia delle querce: farnia, rovere, roverella, cerro; per i pioppi: pioppo nero, pioppo bianco, pioppo tremolo, pioppo ibrido; per i salici: salicone, salice bianco, salice da vimini; per i tigli: tiglio nostrale, tiglio selvatico; per i carpini: carpino bianco, carpino nero; nocciolo. Il contributo è di 18 euro ad albero tartufigeno, con il vincolo di 400 metri da uno all’altro. Le risorse rese disponibili sono 374.762 euro.
I beneficiari devono assumersi degli impegni: conservare le piante tartufigene per cinque stagioni di raccolta successive alla presentazione della richiesta, permettere la libera cerca nelle aree indicate e avere il fascicolo validato nell’anno di trasmissione della domanda. Qual è il parere di Cia Cuneo sul bando? Risponde il tecnico dell’organizzazione agricola, Pietro Busso: “Si tratta di una buona misura, proposta da alcuni anni, che non ha vincoli e impegni troppo difficili da dover documentare nella richiesta. Il premio garantisce un minimo di redditività ai proprietari dei terreni e diventa interessante e utile al mantenimento del patrimonio tartufigeno, permettendo la conservazione dei terreni boschivi e lasciandoli fruibili per la raccolta del fungo che cresce sottoterra. I nostri uffici sono disponibili per informazioni e per inoltrare le richieste. Inoltre, ricordo che il 21 marzo scadono i termini di presentazione delle domande del bando innovazione e meccanizzazione nel settore rurale e che le limitazioni relative ai trattori elettrici e a biometano è stata imposta dall’Unione Europea allo Stato italiano e a ogni Regione”.