La disinvoltura con cui il presidente Cirio ha recentemente dichiarato ”su sanità invertita la rotta, fatto più dei cinque anni di Chiamparino” non è solo falso, ma rappresenta addirittura il ribaltamento della realtà.
La giunta Chiamparino insediata nell’estate del 2014 ha ereditato da Cota un bilancio al collasso, senza l’approvazione dei consuntivi 2013 e 2012. Il Piemonte era l’unica regione del nord Italia in piano di rientro: disavanzo strutturale, blocco delle assunzioni e rigido controllo trimestrale dei ministeri dell’Economia e della Salute.
Questa drammatica situazione spinse la giunta Chiamparino ad approvare una serie di provvedimenti di programmazione come la DGR1-600/2014, che finalmente definiva le reti ospedaliere pubbliche e private e la DGR 51-2485/2015 che individuava i centri hub per la rete oncologica regionale.
Quelli sì furono provvedimenti che consentirono di “invertire la rotta”, riportando in equilibrio il bilancio regionale e permettendo di uscire dal piano di rientro già da fine 2016.
In conseguenza di ciò il Piemonte innalzò la qualità delle cure erogate raggiungendo per la prima e unica volta il primo posto in Italia nella valutazione dei livelli essenziali di assistenza con il punteggio di 221 su un massimo di 225. Oggi il Piemonte è scivolato tra il 6 e il 7 posto!
Quindi a partire dal 2017 la sanità piemontese è stata finalmente autorizzata a riassumere medici, infermieri ed oss fino a raggiungere nuovamente il tetto massimo per la spesa del personale. Negli ultimi quattro anni invece i dipendenti sono scesi di circa 2300 unità, se non teniamo conto dei contributi straordinari causa covid.
I posti letto per acuti e post-acuti si attestavano nel periodo 2017, 2018, 2019 poco sotto i 17.000 mentre nel 2023, non solo non crescono, ma scendono a poco più di 16.500, peraltro con una occupazione notevolmente inferiore agli standard nazionali.
Per quanto concerne il recupero delle liste attese “il piano straordinario della regione” è un fallimento conclamato, evidenziato dall’incremento delle prestazioni a pagamento nonché dalla quotidiana esperienza del comune cittadino che riscontra spesso inaccessibilità ai servizi, con performance negative, in particolare sulle prestazioni ambulatoriali e diagnostiche che sono ben lungi da ritornare ai livelli pre covid.
Quello che è tornato invece ai livelli del periodo 2010/2013 è il disavanzo di bilancio, fino ad ora coperto anche con le riserve del periodo Chiamparino e con fondi straordinari, ma che nel 2024, nelle previsioni di bilancio delle Aziende Sanitarie, viaggia ben oltre i 600 milioni di perdita.
Elemento questo che mal si accompagna ai continui proclami di imminenti appalti di costruzione di nuovi ospedali a Cuneo, Savigliano, Torino e Alessandria, visto anche che gli unici fondi sicuri sono quelli ex articolo 20 legge finanziaria 1988, che sono stati sparsi in numerosi rivoli su tutta la regione, senza una programmazione che definisse delle priorità sui territori.
Rimane pertanto un mistero in che modo saranno reperiti i fondi per coprire le ingenti rate annuali (per periodi che vanno dai dieci ai trenta anni a seconda delle modalità di finanziamento della struttura) da rifondere ad Inail e ad eventuali soggetti privati che finanziassero la costruzione di tali nuove strutture.
Queste ed altre problematiche, approfondite grazie al grande lavoro svolto dal Tavolo Sanità del PD della Provincia di Cuneo che si riunisce regolarmente da oltre un anno, saranno affrontate nel seminario “Sanità Piemontese: parliamone seriamente!” che il PD della provincia di Cuneo ha organizzato per sabato 3 febbraio a partire dalle ore 9.30 a Palazzo Longis in via Torre dei Cavalli 5 a Savigliano!
Cercheremo di capire insieme il reale stato di avanzamento dei progetti annunciati dalla giunta Cirio ed individuare le criticità della Sanità Piemontese!