Dimenticate le brucianti sconfitte nelle finali del campionato di Serie B 2023, entrambe per 11-10 (ma la formazione di Monticello d’Alba era avanti 10-4 in casa e 7-3 a Santo Stefano Belbo), il presidente Egidio Barbero, dopo aver dovuto fare i conti con l’esodo in massa di giocatori e tecnico della scorsa stagione, presenta per il campionato 2024 una formazione inedita con Stefano Faccenda alla battuta, Luca Bruno centrale, Matteo Gili ed Enrico Monchiero terzini e Daniele Carlidi quinto uomo. A guidarli è stato chiamato Carlo Balocco, grande campione tra gli anni Settanta e Novanta.
Per Balocco è la prima esperienza come tecnico, se si esclude una breve parentesi a Neive durata solo qualche gara pre-campionato. In vista di questa nuova avventura, lo abbiamo intervistato.
Balocco, la sua assenza dagli sferisteri è durata circa un ventennio. Cosa l’ha spinta ad accettare la proposta del presidente Barbero?
«La verità è semplicemente questa: quando ho smesso di giocare, mi è stato consigliato di avere il coraggio di non frequentare più attivamente gli sferisteri. E io così ho fatto. Ovviamente non ho mai smesso di andare negli sferisteri come spettatore. Negli ultimi anni ho seguito molto Massimo Vacchetto, un campione che mi sarebbe piaciuto incontrare come avversario, perché, ne sono certo, avrebbe potuto insegnarmi ancora qualcosa. È anche vero che qualche richiesta, come allenatore, l’ho avuta ma ho sempre rifiutato. Ed ho sbagliato, perché con la mia esperienza avrei potuto aiutare qualche giovane a crescere, a migliorarsi. Ora è arrivata questa opportunità dalla Monticellese e ho deciso di rimettermi in gioco perché è una società seria e con dei giovani che hanno voglia di imparare».
Conosce già questi giocatori?
«Abbiamo già avuto modo di incontrarci e ne sono rimasto favorevolmente impressionato. Ne saprò qualcosa di più appena avremo la possibilità di allenarci sul campo. Ma sono fiducioso».
Lei ha anche recitato ne “I promessi sposi” di Rai Uno nel 1989. Cosa ricorda di quell’esperienza?
«Serbo un ricordo bellissimo e indimenticabile. Ero la controfigura di Gary Cady (Don Rodrigo). Poi ho conosciuto Alberto Sordi, Franco Nero, Burt Lancaster, Dario Fo e il calciatore Roberto Boninsegna, che interpretava un monatto. Avrei voluto intraprendere la carriera di attore ma, alla fine, ha avuto la meglio la pallapugno».
Ci racconta un aneddoto pallonistico?
«Nel mio unico campionato alla pantalera, con la squadra di Lequio Berria, gioco la finale contro Rodello. Perdevo 10 a 8, 40-30 e con una caccia sfavorevole sugli otto metri. Il mio campau butta la palla sulla pantalera e questa ricade con un bel rimbalzo. Tutti si aspettavano che la colpissi il più forte possibile ma io, visto che il loro campau era a meno di un metro da me e girato verso il fondo campo, poco sportivamente, lo ammetto, l’ho appena toccata, facendogliela finire addosso. Ovviamente lui ha commesso fallo e sul 40 pari la partita è girata e noi abbiamo vinto 11 a 10. Per scusarmi, ho detto che avevo sbagliato a colpire il pallone…».
Adesso ci dica qualcosa dei due scudetti di Serie A vinti.
«Nel 1982, nel girone finale, arrivo all’ultima giornata a pari punti con Berruti che devo incontrare a Santo Stefano Belbo. Ci sono oltre 4mila spettatori. Parto forte e vado sul 40 a zero ma lui recupera e vince il primo gioco. Non ci sto e riparto a testa bassa e vado al riposo in vantaggio 9 a 1. Nella ripresa, sul 10 a 5, comincia a cadere qualche goccia di pioggia ma riesco a chiudere 11 a 5 e vinco il girone con 4 punti lasciando a 3 Berruti e Aicardi. Primo scudetto. Stessa storia nel 1985. Arrivo all’ultima giornata del girone scudetto con tre punti come Bertola. Lui perde contro Aicardi 11 a 7 e io vinco contro Dodo Rosso 11 a 2. Classifica finale: io 4 punti, Bertola e Aicardi 3. E così arriva anche il secondo scudetto».
Ha qualche rimpianto?
«Certo. 1976, spareggio di finale contro Berruti, ad Alba. Sono alla battuta in vantaggio 9 a 8 con una caccia favorevole ai 7-8 metri. Se la conquisto vado 10 a 8. Prendo la rincorsa e batto ma il giudice di battuta, Piero Marello, mi fischia un inesistente fallo di piede concedendo il punto a Berruti. Perdo la concentrazione e pure la partita per 11 a 9…».
Al termine della chiacchierata, abbiamo interpellato il presidente della Monticellese, Egidio Barbero. Ecco le sue considerazioni: «La Monticellese, da sempre, è una società che non mette pressione a giocatori e tecnico. Chiediamo solo di dare sempre il massimo, in ogni partita; poi, vada come vada. L’unico obiettivo che ci prefiggiamo è quello di non retrocedere».
Due volte vincitore della serie a di pallapugno, ha recitato per rai uno
Classe 1954, Carlo Balocco debutta nel campionato di Serie A nel 1972, non ancora diciottenne, a Monastero Bormida, nella formazione capitanata da Massimo Berruti che giunge seconda alle spalle di Felice Bertola. Balocco, che lavora da barman al Caffè San Carlo, ha appena superato positivamente un provino per il Savona, ma rinuncia al calcio e sceglie il balon. È il capitano della squadra di Serie C e si aggiudica il campionato di categoria. In Serie A gioca la sua prima partita, al posto dell’infortunato Berruti, contro Arrigo. Perde 11 a 3 ma la gara verrà annullata per un errore tecnico dell’arbitro che non concede a Balocco il vantaggio dei metri in battuta. Il 3 settembre 1972 gioca come spalla di Berruti contro Bertola vincendo per 11 a 4. Gioca benissimo e per lui si prospetta un’ottima carriera come “Il terzo B”: Berruti, Bertola, Balocco. Con loro partecipa a una tournée-esibizione in Belgio e Olanda. Nel 1974 debutta come capitano-battitore nella quadretta di Verduno. Si piazza all’ultimo posto. Dal 1975 al 1990 è il suo periodo d’oro: conquista gli scudetti del 1982 e 1985; si piazza al secondo posto nel 1976, 1980 e 1984. È terzo nel 1975, 1978, 1981, 1987 e 1990. Quarto nel 1973, 1979, 1983, 1986, 1988 e 1989. Quinto nel 1977. In questo periodo è il più forte giocatore dopo Bertola e Berruti. Continua giocare in Serie A come battitore fino al 1993 e come spalla nel 1994, 1995, 1999 e 2000. Gioca in Serie B nel 1996 (semifinale), 1997 (semifinale) e 1998. In tutto disputa ventisei campionati di Serie A, tre di Serie B e uno di Serie C. Nel 1989 è la controfigura dell’attore inglese Gary Cady nello sceneggiato di Rai Uno “I promessi sposi”.
Articolo a cura di Elio Stona