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La roulette russa di Robert De Niro

Il capolavoro di Cimino è tornato nelle sale in versione restaurata assieme agli orrori della guerra

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Lunedì scorso è tornato nei cinema italiani per tre giorni il film “Il cacciatore” in versione restaurata, straordinaria pellicola del regista di origini siciliane Michael Cimino (scomparso nel 2016) con un immenso Robert De Niro. Il film, con una giovane Meryl Streep, arrivò in Italia il 27 febbraio 1979, titolo originale “The Deer Hunter” e ottenne cinque Oscar e un Golden Globe.
Una storia epica che si muove da un matrimonio della comunità russo-ortodossa, a cui segue, l’indomani, la caccia al cervo da uccidere sparando un colpo solo, per assicuragli la possibilità di sopravvivere. Poi la storia cambia registro e i tre amici protagonisti si ritrovano in Vietnam. Fatti prigionieri dai vietcong, la scena immortale riguarda la tortura della roulette russa, che lascerà strascichi.
Questa nuova versione restaurata magistralmente in 4K, distribuito da Lucky Red, rilancia il dramma della guerra e le sue violenze in un momento di drammatica attualità. Al centro di tutto, le scene rimaste impresse nella memoria di un’intera generazione, quelle della roulette russa con i vietcong. Furono girate con veri ratti e zanzare, mentre i tre protagonisti (De Niro, Walken e Savage) erano legati in gabbie di bambù sul fiume Kwai. Gli schiaffi dei carcerieri erano reali e spesso dati senza preavviso: le reazioni degli attori sono quindi autentiche. Secondo quanto aveva rivelato Cimino, De Niro richiese una cartuccia vera nel revolver per la scena con John Cazale. Lui accettò ma ricontrollò ossessivamente la pistola prima di ogni ripresa per assicurarsi che il colpo vero non fosse il successivo.