Home Attualità Cia Cuneo: “Un altro bando per le reti antigrandine, decisione azzeccata della...

Cia Cuneo: “Un altro bando per le reti antigrandine, decisione azzeccata della Regione”

0
1

La Regione Piemonte ha aperto il bando 5/2023 riguardante l’operazione 5.1.2-azione 1 ancora legata alla vecchia programmazione del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022. Si tratta del contributo agli agricoltori per l’acquisto e l’installazione delle reti antigrandine e i relativi pali di supporto, con l’obiettivo di prevenire i danni provocati alle colture a cielo aperto – in particolare vigneti, frutteti e produzioni orticole – dai fenomeni atmosferici avversi e di forte intensità. Come, appunto, le grandinate improvvise e devastanti dovute ai mutamenti climatici. Attraverso la misura si intendono sostenere la redditività e la competitività delle aziende colpite, consentendo alle stesse di poter mantenere dei buoni livelli qualitativi e quantitativi nel percorso produttivo. Ogni impianto di protezione deve essere realizzato per la difesa attiva di un solo prodotto individuato dal codice di identificazione d’uso del terreno. Il finanziamento è del 50% sul costo dell’investimento ammissibile. A disposizione ci sono 506.924 euro. Le domande vanno presentate entro il 30 marzo 2024. La graduatoria terrà conto di alcuni criteri premianti: giovani agricoltori che si insediano per la prima volta in qualità di capi dell’azienda; grado del rischio ed entità del potenziale agricolo a rischio; protezione nuovi impianti o impianti fino a 3 anni di vita. Cosa ne pensa Cia Cuneo del bando? A rispondere è il tecnico dell’organizzazione agricola, Pietro Busso. Sottolinea: “La misura sulle reti antigrandine, in vigore da diversi anni, è collaudata e funziona. In questo caso, poi, la riapertura delle domande è stata una decisione azzeccata perché permette di partecipare a quanti, per tempi tecnici, erano rimasti fuori dal vecchio bando scaduto il 30 novembre 2023. Si tratta di un aiuto importante per le aziende agricole interessate: lasciare, infatti, le colture scoperte sta diventando sempre più rischioso per l’intensità e la frequenza con cui si manifestano gli eventi climatici estremi”.