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Lo storico Gianni Oliva ospite a Cherasco incontra per parlare della storia dei Carabineri

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Riaffermare il legame privilegiato fra la Città delle paci e l’Arma dei carabinieri ripercorrendo, con un narratore d’eccezione, la bicentenaria storia del corpo. Mercoledì 31 gennaio alle 20.45 lo storico Gianni Oliva presenterà, nell’auditorium comunale di via San Pietro, il saggio, edito da Mondadori, “Storia dei carabinieri dal 1814 a oggi”. La serata, inclusa fra gli appuntamenti della rassegna Cherasco incontra ha visto la collaborazione, oltreché del Comune e dell’associazione Cherasco cultura, anche della sezione cittadina dell’Associazione nazionale carabinieri.

Garante dell’ordine e immagine del potere, questo il duplice ruolo che l’autore attribuisce all’Arma, ricostruendo la sua storia dall’istituzione, nel 1814 a opera del re Vittorio Emanuele I, fino all’assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, avvenuto a Palermo, per mano di Cosa nostra, nel settembre del 1982. Una vicenda fatta di lotta alla criminalità, impegni bellici e umanitari alla quale fanno da sfondo i principali avvenimenti politici di due secoli cruciali nella storia della nostra nazione.

Nato nel 1952, Gianni Oliva si è laureato in lettere, a Torino nel 1975, con Alessandro Galante Garrone ed è uno studioso del Novecento italiano, nonché collaboratore de La Stampa. Docente alla Scuola d’applicazione dell’esercito, preside, fra gli altri, del Liceo classico Alfieri di Torino, ha all’attivo decine di pubblicazioni nell’ambito della storia militare e del movimento resistenziale italiano

Commenta Gianni Cabutto, presidente della sezione cheraschese dell’Associazione nazionale carabinieri: «L’Arma è un’istituzione poco nota ai cittadini, la presentazione del libro è un modo per colmare questa lacuna e ribadire il legame fra la comunità e il corpo». Una storia che attraversa i secoli e risale al 16 agosto 1814: «Un mese dopo l’istituzione dell’Arma, l’amministrazione del Regno di Sardegna chiese alle autorità comunali di preparare un alloggio per un brigadiere a cavallo e sei carabinieri che si stabilirono in città. Da nobile famiglia di origini cheraschesi nacque, inoltre, il generale Carlo Petitti di Roreto, dal 1919 al 1921 comandante generale dell’Arma. Scomparso nel 1933 a Torino è sepolto a Roreto: a lui è stata intitolata la nostra sezione dell’Associazione nazionale carabinieri»

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