Il Rotary Club di Alba ha organizzato incontro di sensibilizzazione sulla Giornata della Memoria per gli studenti

Relatori di eccezione, l’avvocato Filippo Biolè e il Dottor Angiolo Veroli

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Ieri, martedì 30 gennaio presso la Biblioteca del Liceo Classico G. Govone, il Rotary Club di Alba in collaborazione con l’Istituto Superiore G. Govone (Liceo Classico e Artistico) e il suo Dirigente scolastico Roberto Buongarzone, ha organizzato un incontro per la Giornata della Memoria (27 gennaio) volto a sensibilizzare sul tema e a non dimenticare gli orrori del passato.
Ospiti di eccezione sono stati l’Avvocato Filippo Biolè, Vice Presidente dell’ANED (Associazione ex Deportati nei campi nazisti) e il Dottor Angiolo Veroli, membro del Consiglio della Comunità Ebraica di Genova.

L’incontro è stato emozionante e il relatore, l’avvocato Biolè, ha tenuto la platea con il fiato sospeso raccontando la tragica storia di Bruno De Benedetti, ebreo genovese deportato ad Auschwitz, e del resto della sua famiglia, che, con fughe rocambolesche e aiuti insperati, è riuscita a salvarsi in Svizzera. Il carattere molto personale della vicenda ha reso da subito partecipi gli ascoltatori e ha coinvolto emotivamente ad un livello davvero intenso, rendendo l’incontro non una conferenza ma un vero e proprio racconto familiare.

La relazione è stata riproposta dal club albese alle 19:45 presso il Ristorante “La Porta delle Langhe” (Cherasco) per una serata interclub con il Rotary Club di Bra e il Rotary Club di Savigliano, dove l’avvincente racconto ha tenuto ancora una volta la platea in un ascolto concentrato e carico di commozione.

Il relatore ha evidenziato le vicende di una famiglia medio-borghese genovese perfettamente inserita nel contesto culturale e sociale della città che, di colpo, passa ad uno stato di totale emarginazione con le leggi razziali del 1938 e ad un momento di assoluta disperazione dopo l’8 settembre, con l’occupazione nazista. Le loro vicende li portano a una diaspora tra la Liguria, Piemonte e Lombardia per approdare, divisi, in Svizzera, dove ottengono asilo politico con grandissima difficoltà e vengono costretti ai lavori più umili, soffrendo il freddo e la fame. Una parte della famiglia, invece, non riesce a raggiungere la salvezza e viene deportata prima nel campo di Fossoli e successivamente ad Aushwitz e Dachau, dove troveranno la morte. In particolare, Bruno De Benedetti, stimato medico pediatra, che ancora tanti hanno ricordato per l’impegno e la dedizione a lavoro, muore in giovane età insieme a migliaia di persone, tanto da essere seppellito in una fossa comune.

Questa storia familiare è stata ricostruita negli anni dall’avvocato Biolè pezzo per pezzo, con grande difficoltà e ricerche incessanti, partendo da uno spunto del racconto di sua zia Franca su una panchina di un parco genovese che, all’epoca delle leggi razziali, era interdetto agli ebrei.
Incisiva la riflessione finale sul fatto che i suoi parenti si sono potuti salvare per tanti piccoli gesti di aiuto compiuto da persone che hanno rischiato per sostenerli, mentre altri sono morti per la denuncia o per la vera e propria “vendita” delle loro vite, in quanto chi consegnava gli ebrei alle autorità riceveva una cospicua taglia.

Presenti i tre presidenti Paolo Fortuna (club di Alba), Vincenzo Peisino (Bra) e Lodovico Buscatti (Savigliano) con numerosi soci. Graditi ospiti della serata il dirigente scolastico Roberto Buongarzone, Sara Tibaldi, dottoressa commercialista, il dottor Andrea Valente, presidente cda della Molini Valente spa e la dottoressa Anna Mantovani.