IL FATTO
Il passaggio nel canale di Suez sta diventando sempre più problematico per le navi che trasportano merci in tutto il mondo. Quali sono adesso le prospettive?
Mario Zanetti è stato recentemente eletto all’unanimità presidente di Confitarma per il quadriennio 2024-2028. L’associazione rappresenta il 70% della flotta di bandiera nazionale nonché quelle di bandiere estere associate, una flotta diversificata in tutti i settori strategici per l’industria nazionale, fondamentale per l’approvvigionamento dei prodotti energetici del Paese, per la mobilità delle persone, nel settore del leisure e dei servizi ausiliari.
A proposito della recente problematica legata alla guerra a Gaza che sta rendendo sempre più problematico il passaggio nel canale di Suez a causa degli attacchi Houthi, il presidente Zanetti – in una delle sue prime uscite in questo ruolo – ha dichiarato che «il Mediterraneo non può essere competitivo senza il passaggio da Suez».
E quindi la situazione, in prospettiva si fa seria: «Si possono ridisegnare le rotte, ma è evidente che questo avrà impatti sull’economia generale».
Nei giorni scorsi Zanetti si era già espresso sul tema della sicurezza, «fondamentale per la competitività dell’industria dei trasporti marittimi e del Paese», con un ringraziamento al Governo e alla Marina Militare che «hanno saputo reagire prontamente» alla nuova minaccia nel Mar Rosso. E poi l’annotazione: «Guardiamo con attenzione all’evoluzione della situazione consapevoli che per tutti noi il bene primario è la salvaguardia dei nostri equipaggi che sono addestrati per lavorare non per fare la guerra».
Secondo un approfondimento di Ispi-Datalab, a causa degli attacchi Houthi nel Mar Rosso «i costi di trasporto di un container tipico da Shanghai a Genova sono più che quadruplicati nel giro di un mese e mezzo (+350%)». Lo studio prende in esame anche i primi effetti della crisi sui sei principali porti italiani «che da fine dicembre sono arrivati a far segnare una riduzione dei traffici commerciali superiore al 20%. Nell’ultima settimana gli effetti della crisi sembrano essersi ridotti, ma è ancora troppo presto per capire se si tratti di un singhiozzo o se ci saranno conseguenze di più lungo periodo».
I timori sono anche sul fronte dell’energia: «Il passaggio di gas naturale liquefatto dal Qatar attraverso Suez è crollato, e a gennaio Ispi stima che l’Italia potrebbe vedere una riduzione delle consegne di gas qatarino del 70% rispetto alla media del 2023». Faro anche sull’inflazione, per effetti che «potrebbero essere significativi, soprattutto per l’Europa».
Le rotte alternative, che allungano di 25 giorni il tempo di navigazione, rappresentano un onere finanziario significativo per l’economia globale, con costi miliardari dovuti alla prolungata durata dei trasporti. Dal 19 novembre al 17 dicembre, sono state deviate 55 navi rispetto alle 2.128 che hanno transitato. Un problema in più per l’economia globale già alle prese con numerosi motivi di preoccupazione.