Il bilancio di otto anni alla presidenza della Fondazione Compagnia di San Paolo è stato presentato al Conservatorio Verdi di Torino: 1,3 miliardi erogati sul territorio, oltre 8mila progetti sostenuti, 179 milioni previsti per il 2024. Si chiude l’era Profumo: lascerà e, secondo gli economisti, potrà puntare alla presidenza di Intesa Sanpaolo quando, nel 2025, scadrà il mandato di Gian Maria Gros-Pietro. Questa, però, è un’altra storia: oggi il focus è un’eredità non semplice da assegnare – perché, come lui stesso ricorda, occorrono relazioni, esperienza istituzionale e assenza di conflitti d’interesse – e un’ennesima importante esperienza che si completa nel percorso umano e professionale di un personaggio di spicco internazionale nell’ambito della cultura, della politica e della filantropia.
Savonese, 71 anni, Francesco Profumo si laurea nel ’77 in Ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Torino dove diventerà professore, preside e infine rettore. Un lungo percorso iniziato con una borsa di studio del Collegio Einaudi, esperienza che voltandosi indietro giudica fondamentale per imparare a vivere in comunità. Il capoluogo piemontese non diventa soltanto la città in cui si snoda la carriera universitaria – che si irradia negli States, in Repubblica Ceca, in Giappone e Argentina -, iniziata per caso, mentre lavora all’Ansaldo, nella sua città, quando incontra casualmente a Spotorno il relatore di tesi che l’informa di un bando per ricercatore, ma anche quella in cui trova l’amore: sposa Anna, di Alba, conosciuta a una cena di studenti, hanno tre figli e oggi un nipote.
Torino è anche la culla dell’esperienza politica: primo passo la candidatura a sindaco, sfiorata e non accettata per coscienza e sincerità, ritenendo di non avere sufficiente background, per la verità, secondo gli immancabili dietrologi, ritirata invece per spianare quella di Fassino. Nel 2011, con il Governo Monti, diventa Ministro dell’istruzione: leggenda vuole che l’incaricato del Viminale si confonda e chiami l’omonimo banchiere Alessandro, cronaca narra che si trovi a Roma, riposi stanco dopo un giorno di lavoro e non risponda così al telefono quando lo cercano per comunicargli l’incarico: al risveglio, racconta divertito, trova diciassette chiamate, compresa quella di Anna che gli comunica che lo cercano da Palazzo Chigi. Richiama e il giorno dopo firma, nonostante qualche perplessità.
La Fondazione arriva nel 2016 – seguirà la presidenza dell’Acri, l’associazione che rappresenta le fondazioni di origine bancaria -, e così il legame con Torino diventa sempre più forte nonostante la gelosa custodia delle radici liguri, che evoca con un sorriso anche per l’attenzione ai bilanci, specchio di una proverbiale parsimonia: ama passeggiare, in particolare, al quartiere della Consolata perché gli ricorda Parigi. Ama molto anche le Langhe, terra di Anna, figlia – curiosità – di un primario stimatissimo, Costanzo, che ha trascorso la vita tra casa e ospedale, tragitto brevissimo, poco incline ai viaggi e impaurito dai voli al punto da opporsi, inutilmente, al loro viaggio di nozze in Brasile e… costretto invece ad abituarsi ai viaggi del genero sempre con la valigia in mano e il check-in pronto, tra insegnamento e impegni istituzionali. Anche Francesco, però, torna sempre nei luoghi del cuore, tra la Liguria dov’è nato e il Piemonte che l’ha adottato. Martedì sera il comunicato che ha ufficializzato le sue dimissioni dalla presidenza della Compagnia di San Paolo dal 22 febbraio 2024: «Ringrazio tutti coloro che mi hanno dato la possibilità di svolgere questo ruolo».
Profumo d’Intesa
Francesco Profumo ha lasciato la Fondazione Compagnia di San Paolo e c’è chi pronostica un futuro da presidente di Intesa SanPaolo: storia di un accademico di fama mondiale con il cuore tra Savona, Torino e le Langhe