Si è svolto lo scorso 19 gennaio, presso il Palacrociere del Terminal Crociere di Savona, il convegno “Acque e Territorio: strategie comuni per la resilienza idrogeologica”, organizzato da Ance Savona ed Ance Cuneo. Al centro del dibattito la gestione della risorsa idrica e la relativa necessità di investire nella prevenzione, grazie ad una buona progettazione e ad un’attenta programmazione degli interventi, sempre più centrale e necessaria. Un momento di riflessione ed approfondimento che ha visto grande partecipazione, unendo territori diversi grazie ad una tematica in grado di superare i confini amministrativi.
«Lavorare assieme, pur appartenendo a territori diversi, pone al centro il fatto che l’attualità debba essere affrontata guardando all’insieme dei fattori territoriali, orografici e sociali idrogeologici – ha dichiarato il geometra Massimo Baccino, presidente Ance Savona -. La nostra richiesta al mondo politico, molto numeroso in sala, verte sull’apertura di una disponibilità a confronti più diretti e spediti rispetto a quanto sta avvenendo oggi. Ovviamente, il tutto nel pieno rispetto delle normative».
«Abbiamo favorito importanti riflessioni sul dissesto idrogeologico – ha aggiunto l’architetto Gabriele Gazzano, presidente Ance Cuneo -, confrontando due territori confinanti e molto simili, dove le contaminazioni sono diversificate e molteplici. La Granda è una provincia orograficamente e socialmente diversificata, straordinaria nella sua bellezza, ma estremamente fragile e delicata. Per questo è di centrale importanza la sensibilizzazione nei confronti degli amministratori su eventi eccezionali, prendendo in carico il tema per una giusta prevenzione. Un’assunzione di responsabilità utile per sfruttare al meglio i fondi Pnrr grazie ad una puntuale pianificazione e alla transizione digitale, con la consapevolezza di dover intervenire su un tessuto urbanistico da riqualificare. Serve un grande piano di manutenzione del suolo e di gestione dell’acqua per adeguarsi al cambiamento climatico e guardare al futuro con maggiore serenità». Stimolanti e ricche di suggestioni si sono rivelate le relazioni e gli interventi dei relatori, a partire dall’ingegnere Luca Ferraris, presidente Cima-Savona, che ha presentato il “caso studio di Legino”, quartiere savonese, esponendo le risultanze di un lavoro di analisi nello scenario di esondazione del Rio Molinero e proponendo alcune possibili soluzioni per mettere in sicurezza il quartiere in caso di eventi calamitosi.
A seguire l’ingegnere Domenico Castelli, direttore tecnico Steci Srl, ha raccontato il progetto dell’invaso “Serra degli Ulivi”, importante intervento ubicato fra i comuni di Pianfei e Villanova Mondovì di cui la prima parte finanziata con il Pnrr è già stata aggiudicata.
Il convegno è poi proseguito con una tavola rotonda moderata dal giornalista Gilberto Volpara che ha visto coinvolti l’ingegnere Emanuele Ferraloro, presidente Ance Liguria, l’ingegnere Paola Malabaila, presidente Ance Piemonte Valle d’Aosta, e il dottore Massimiliano Musmeci, direttore generale Ance Nazionale. Dalla discussione è emersa l’importanza di accelerare la fase autorizzativa dei progetti e la necessità di intervenire con un urgente rinnovamento della normativa e delle leggi. Le conclusioni sono state affidate a Marco Turco, sindaco di Pianfei, che ha esposto la sua esperienza diretta in merito all’iter autorizzativo del bacino “Serra degli Ulivi”, e a Giacomo Raul Giampedrone, assessore ai lavori pubblici, infrastrutture, viabilità, difesa del suolo della Regione Liguria che ha illustrato le azioni attuate dal dipartimento da lui rappresentato: «Il nostro ente, spesso, si sostituisce a compiti, storicamente, affidati alla Provincia. Questi enti sono, tuttora, impoveriti di risorse. Massima disponibilità verso il mondo Ance, ma anche noi riscontriamo l’esigenza di una rivisitazione generale delle regole iniziando da piccole quanto annose questioni come quelle della pulizia in alveo dei vari torrenti. Regione Liguria ha messo 20 milioni di euro come risorse proprie, anche se la vera svolta, perché i sindaci possano operare con maggiore incisività, deve arrivare dal Parlamento».
Articolo a cura di Domenico Abbondandolo