«I nostri giovani hanno bisogno di essere coinvolti»

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Soprattutto durante la fase dell’adolescenza e della pre-adolescenza, i ragazzi sono alle prese con bisogni ed esigenze di notevole im­patto per la formazione della propria persona. Un aspetto sicuramente centrale è quello dell’autostima, mezzo fondamentale per affrontare con positività la propria crescita, nel rispetto di sé stessi e degli altri. Proprio per la sua rilevanza, lo scorso 5 febbraio, la Consulta per le Pari Op­portunità del Comune di ­Al­ba, insieme all’Assessorato per le Pari Opportunità, ha deciso di organizzare al Tea­tro Sociale una mattinata di approfondimento sul tema, alla quale hanno partecipato novecento studenti delle classi seconde e terze delle secondarie di primo grado degli istituti comprensivi e delle scuole paritarie albesi. Ne abbiamo parlato con Ivana Sarotto, presidente della Consulta e dirigente sanitario dell’Istitu­to di Candiolo.

Presidente Sarotto, com’è nata l’idea dell’incontro?

«L’idea è nata dal precedente incontro sul bullismo e cyberbullismo. Avevamo avuto mo­do di percepire la difficoltà dei ragazzi di credere in loro stessi e quindi abbiamo pensato di aiutarli a capirsi me­glio e soprattutto ad accettarsi. Stanno vivendo un’età conflittuale, sono alle prese con una complessità di emozioni e in questa fase hanno perciò un bisogno particolare di avere una buona autostima».

In che modo questo elemento si rivela così fondamentale?
«Con un buon equilibrio di autostima si possono affrontare in maniera positiva le sfide della crescita. Oggi i giovani sentono di avere esempi troppo alti – anche sui social – e finiscono per avvertire qua­si un senso di inadeguatezza, che li fa star male. L’auto­stima può appunto aiutarli a costruirsi un’immagine positiva di sé, ad avere buone re­lazioni e a muoversi con maggiore sicurezza e disinvoltura».

Al Teatro Sociale sono saliti sul palco psicologi e formatori. Che tipo di contributo hanno offerto?

«I contributi sono stati tantissimi e tutti interessanti. Gian­carlo Fornei, formatore motivazionale e mental coach, che ha lavorato molto con i giovani, ha fatto comprendere ai ragazzi perché sia necessario avere autostima e anche, attraverso una serie di consigli pratici, come poterla accrescere. Lo ha fatto inoltre stabilendo con loro una relazione fantastica».

Qual è stata la reazione degli studenti?
«I ragazzi erano carichi di energia, probabilmente questo argomento gli stava particolarmente a cuore. Fin dalla parte introduttiva hanno co­minciato ad applaudire, quasi come a voler scaricare questa forza che covavano dentro. Hanno intessuto uno splendido rapporto con Fornei, che ha poi fornito la sua mail per permettergli di chiedere gratuitamente un supporto».

Alla luce di questa buona risposta e, in generale, della sua esperienza con i giovani, può dirsi fiduciosa sul futuro delle nuove generazioni?
«Quando siamo con i giovani, a volte noi adulti tendiamo ad essere troppo cattedratici e non li aiutiamo ad esprimersi. Durante i nostri incontri ho notato che hanno una grande voglia di essere coinvolti. Sono curiosi e dobbiamo cercare di stimolare questa loro curiosità. Sono convinta che lavorare con loro equivalga ad investire un tempo d’oro».

Si avvicina intanto la conclusione del mandato per la Consulta. Qual è in generale il bilancio della vostra attività?
«Abbiamo cercato di affrontare temi che potessero poi essere anche sviluppati e approfonditi successivamente da altri. La Consulta ha un po’ questo ruolo: portare l’attenzione della cittadinanza su alcuni punti cruciali. Siamo soddisfatti di quanto prodotto perché le azioni fatte sono state molto incisive. Abbiamo lavorato soprattutto con i giovani – collaborando attivamente con loro, in modo particolare nell’ambito di “Con­sultare i giovani” – e ci stiamo ora dedicando ad un nuovo progetto dal titolo “No alla violenza, sì all’equità. Donne e uomini in movimento”».

Di che progetto si tratta?

«Vista la centralità del tema, abbiamo pensato di proporre una serie di videointerviste a personaggi del nostro territorio in modo da fornire supporti e informazioni importanti alla cittadinanza. Le interviste sono state postate sui canali di comunicazione del Co­mune e stiamo ora lavorando per metterle insieme e dar vita ad una sorta di documentario. Lo lasceremo come te­stimonianza del lavoro fatto e lo doneremo a tutte le scuole. Così i ragazzi potranno riflettere sulla violenza e sull’equità, sviluppando l’idea di un mondo più equo e più giusto, a misura di tutti noi».

Lei è anche governatrice del Distretto 30 di Zonta In­ter­national. Come procede questo impegno?
«Il ruolo del governatore è particolarmente complesso. Nel settembre scorso abbiamo ospitato ad Alba un evento importante, la Conferenza del Distretto. Anche in quella occasione abbiamo portato l’attenzione su temi di una certa rilevanza, come ad esempio l’impatto delle donne nei cambiamenti climatici, le donne nei teatri di guerra e le donne che stanno combattendo per i diritti. Abbiamo organizzato incontri tra generazioni diverse per avere una visione più globale del problema e si è trattato in generale di un evento di grande interesse».

Cosa prevedono ora i progetti futuri?
«Stiamo procedendo in particolare con eventi contro la violenza di genere e sui nuovi diritti della donna. Stiamo valutando a che punto sono le diverse nazioni e come dobbiamo spingere i Paesi ad avere un’attenzione in più per andare verso una società paritaria. Sia a livello locale che internazionale lavoriamo con service finalizzati a creare un mondo migliore, sia per le donne sia per le bambine. In questo momento della storia è fondamentale dove si nasce e noi che abbiamo la forza e la possibilità di fare qualcosa dobbiamo intervenire. È un nostro dovere».

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo