Luciano Loparco, coordinatore regionale del settore giovanile scolastico Figc, racconta come lo sport può insegnare i valori.
Come sta il calcio giovanile piemontese?
«Il 2023 è stato l’anno di rinascita dopo il Covid, l’intero movimento ha dimostrato una forte volontà di ripartire e di riprogrammare le attività e i progetti con un focus importante sulle scuole che rappresentano il nostro futuro. Progetti come “Uno-due Calcia” e “Gioco Calciando” ci hanno permesso di promuovere i valori dello sport attraverso attività ludico-motorie di preparazione al calcio e momenti di festa e condivisione in diverse province».
Quali sono le vostre priorità?
«Innanzitutto, la tutela dei minori e la promozione dei valori di lealtà e fair play nel mondo del calcio giovanile. L’istituzione di un protocollo di intesa con il difensore civico e l’Autorità garante dei minori della regione Piemonte ben evidenzia l’impegno nel contrastare le condotte discriminatorie e promuovere l’inclusione. Abbiamo predisposto un team dedicato, composto da 9 persone tra cui 4 avvocati, perché si occupi di questo argomento. La prevenzione è uno strumento fondamentale».
Prima dello sport, c’è la cultura.
«Bisogna ragionare come rete, diffondere una cultura dello sport, della condivisione. Mi piace molto ripetere il nostro slogan: “Io gioco con, non contro”. Troppe volte siamo testimoni di violenze sul terreno di gioco e sugli spalti, frutto di una mentalità che privilegia i risultati a tutti i costi. Dobbiamo fare il primo passo, sapendo dell’importanza del nostro ruolo di formatori e accompagnando i bimbi, insieme ai genitori, in un percorso di crescita attraverso il divertimento e il rispetto dell’avversario».
Un cammino che ha bisogno di diverse figure.
«Siamo un gruppo di persone che lavorano verso un obiettivo. Importante è concentrarsi sulla formazione di tutti quelli che vivono in questo mondo. Anche gli allenatori a volte si dimenticano che la priorità a questa età non deve essere la vittoria. Un buon istruttore prepara il giocatore a essere valorizzato da quello successivo».
Al centro ci deve essere il fair play.
«Abbiamo istituito anche un cartellino verde, “green card”: premia i giocatori che si sono resi protagonisti di significativi gesti di fair play e abilità tecniche. Dettagli che sembrano piccoli, come quello di segnalare che il calcio d’angolo è da concedere agli avversari o che è un gol non è valido, ma che rappresentano l’essenza dello sport. Tra i più piccoli non mancano i casi in cui la squadra avversaria si presenta con dei giocatori in meno e allora tutti si mischiano perché il divertimento sia condiviso».
La vostra attività si esplica, però, a 360°.
«Il bambino è il centro, ma ci sono il contesto e l’ambiente e ci sono le società per cui dobbiamo essere un riferimento da tutti i punti di vista, da quelli più generali a quelli più pratici. Ed è per questo che promuoviamo incontri di formazione e aggiornamento. Uno degli ultimi appuntamenti ha riguardato la cultura dei giochi e la progressione didattica nelle categorie dell’attività di base».
C’è anche un’attenzione sulle modalità di allenamento.
«I tecnici raggiungono le società del territorio per mostrare gli allenamenti dell’Evolution Programme: si tratta di sedute intense e divertenti caratterizzate dalle stazioni di tecnica funzionale, performance, giochi di posizione».
Strutture di riferimento sono pure i Centri federali territoriali.
«In Piemonte sono quattro per il calcio, Gassino Torinese, Carmagnola, Oleggio e uno per il calcio a 5 (Carmagnola). La nostra sfida è quella di rinforzare l’immagine del calcio, puntando sull’entusiasmo e l’energia dei giovani, valorizzando i giocatori e le giocatrici tra i 12 e i 14 anni tesserati nei club dilettantistici e giovanili, e offrendo loro un solido fondamento etico e comportamentale. L’approccio formativo non si limita all’aspetto tecnico e tattico, ma abbraccia anche la disciplina e il sistema di valori, coinvolgendo allenatori e dirigenti attraverso workshop mirati».
Si può dire che il calcio giovanile è in salute?
«Nel 2023 si è registrato un aumento dei tesserati nel settore giovanile scolastico, passando da 52.200 a 54mila, con una crescita significativa delle bambine e del calcio femminile. L’obiettivo ambizioso è raggiungere i 60mila iscritti nei prossimi anni, con un notevole incremento delle partecipazioni nelle categorie Primi Calci, Piccoli Amici e Under 10/11 e 12».
Tra i tanti progetti che sono stati fatti in questi anni, spicca quello dedicato ai giovani detenuti.
«Il progetto “Zona Luce” ha cercato di illuminare le prospettive dei giovani detenuti attraverso il calcio. Quest’iniziativa è stata promossa dal Settore Giovanile e Scolastico della Figc in collaborazione con la Fondazione Scholas Occurrentes, presso l’istituto penale minorile Ferrante Aporti di Torino. Hanno partecipato al progetto dodici ragazzi dell’istituto penitenziario individuati dalla direzione, ma anche cinque agenti di polizia penitenziaria. Durante i corsi, oltre a me erano presenti gli educatori dell’associazione Essereumani, e tutto lo staff tecnico della Figc che ha svolto le attività pratiche con i ragazzi durante i 10 incontri».
A cura di Daniele Vaira