Verso un testo unificato per la legge sugli animali d’affezione. La Commissione Sanità, presieduta dal vicepresidente Andrea Cane, ha infatti espresso questa mattina parere di massima favorevole all’unanimità al Testo unificato delle “Disposizioni coordinate in materia di tutela degli animali da affezione e prevenzione del randagismo”.
Il provvedimento è la sintesi del Ddl presentato per la Giunta regionale dall’assessore Chiara Caucino, e delle Pdl di Francesca Frediani (Up), Raffaele Gallo (Pd), Carlo Riva Vercellotti (Fdi), Letizia Nicotra e Giovanni Battista Poggio (Lega).
Prima dell’esame dell’Aula, dove verrà illustrato dai primi firmatari del Ddl e delle Pdl, il testo dovrà passare all’esame del Comitato per la qualità della normazione per la clausola valutativa e alla Commissione Bilancio per la norma finanziaria.
La Commissione ha inoltre audito i rappresentanti della Federazione nazionale degli Ordini tecnici sanitari di radiologia medica e professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione (Tsrm – Pstrp), dell’Ordine dei Fisioterapisti e dell’Ordine degli Infermieri, in merito alla modifica dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e al nuovo nomenclatore in vigore dal prossimo 1 aprile.
La presidente dell’Ordine dei Tsrm – Pstrp di Torino, Aosta, Alessandria e Asti Monica Franconeri, con Maria Vittoria Mancino della Commissione d’Albo Dietisti e Liliana Ferrero della Commissione d’Albo Logopedisti ha espresso preoccupazione “per la cancellazione di molte prestazioni, soprattutto per un profilo importante come è quello dei dietisti, che in Piemonte sono circa 200, e che possono rischiare il licenziamento”.
“La riduzione del valore delle prestazioni di circa due terzi – ha aggiunto – può comportare il fatto che non siano più attrattive per il privato e che possano riversarsi all’interno del Sistema sanitario con conseguenti aumenti di spesa e l’impossibilità di soddisfare tutte le richieste, a scapito dei bisogni di salute del cittadino. Inoltre non sono state comprese le prestazioni domiciliari, fondamentali per garantire i nuovi modelli di sviluppo che dovremmo elaborare nei prossimi dieci anni per alleggerire le prestazioni all’interno degli ospedali”.
Giuseppe Tedesco, Luisella Mainero e Laura Clarici dell’Ordine dei Fisioterapisti del Piemonte e della Valle d’Aosta hanno sottolineato “il rischio di ritornare a una filosofia affine a quella mutualistico-assicurativa abbandonata nel 1978 con la creazione del Servizio sanitario nazionale: un percorso in controtendenza rispetto alle norme più attuali per la salvaguardia della salute della persona in relazione ai contesti di cura, come la domiciliarità e le cure primarie, e ai progetti di vita per le persone con disabilità che il nostro Paese sta adottando”.
“Ci auguriamo – ha concluso – che la Regione possa acquisire una visione orientata non solo a parametri di malattia ma a modelli che descrivono l’interazione dinamica tra salute e fattori personali e ambientali in un’ottica capace di superare il criterio di classificazione per codici di temporalità/disabilità previsto dalla Dgr 42-941 del 2010, attualmente in vigore”.
Giulio Zella del Coordinamento degli Ordini delle professioni infermieristiche del Piemonte ha sottolineato l’importanza della figura dell’infermiere, “chiamato e svolgere a volte prestazioni che sulla carta vengono svolte dal medico di reparto” e la necessità “di riconoscere come prestazioni infermieristiche le medicazioni semplici e avanzate e la rimozione dei punti di sutura e degli apparecchi gessati. È fondamentale, inoltre, cominciare a ragionare sull’attività dell’infermiere di famiglia, attribuendogli una serie di prestazioni capace di renderlo autonomo nell’esercizio della professione”.
Sono intervenuti, per richieste di approfondimenti, il vicepresidente Cane (Lega) e Gallo (Pd).