Volenterose, caparbie e intraprendenti. Questo in sintesi l’identikit delle donne imprenditrici del nostro Paese che si apprestano a festeggiare l’8 marzo dimostrando capacità progettuale, grande energia e instancabile coraggio nell’affrontare le nuove sfide. Sono madri, mogli, figlie che riescono ad essere anche ottime manager nel gestire le proprie aziende. Un mix di equilibrismi tra tempi e modi di una quotidianità impegnativa, che nonostante le difficoltà, proietta il lavoro femminile tra gli assi portanti della nostra economia. Bene lo conferma l’Ufficio Studi di Confartigianato, il quale attesta alle imprenditrici italiane il primato a livello europeo per quanto concerne la crescita del lavoro indipendente femminile con un +2% nel 2023 rispetto all’1,3% dell’Ue.
Spostando l’ottica in ambito regionale, emergono altri dati interessanti: il Piemonte, insieme a Lombardia, Lazio, ed Emilia-Romagna e Veneto, si colloca nella top ten delle 233 regioni europee per numero di donne occupate indipendenti; inoltre, con le sue 95.000 imprese femminili rappresenta a livello nazionale la sesta regione per numerosità di aziende “in rosa”.
Positivi anche i risultati a livello provinciale. A fronte di una leggera contrazione della crescita (-0,92%), le imprese femminili iscritte al 31 dicembre 2023 al Registro camerale sono 14.505 con un’incidenza del 22,3% sull’universo delle imprese complessivamente registrate in provincia di Cuneo e un grado di imprenditorialità esclusivo dell’86,6%, più alto di quello regionale e nazionale.
«Da questi dati – dichiara Rosalba Murialdo, presidente del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Cuneo – emerge chiara l’esigenza di continuare a lavorare per sostenere sempre di più l’intraprendenza femminile. Occorrono regole ad hoc per migliorare le condizioni di lavoro delle donne, ma è anche necessario sollecitare in loro una maggiore presa di coscienza delle proprie capacità con il conseguente aumento dell’autostima, l’abbattimento dei pregiudizi culturali, l’incremento delle conoscenze finanziarie, il superamento delle tante difficoltà burocratiche anche con l’assegnazione di incentivi economici. Pur consapevoli dei tanti punti di forza che caratterizzano l’imprenditoria femminile, sappiamo che ancora molto resta da fare per abbattere le difficoltà che ostacolano le donne e su questo come Movimento continueremo ad impegnarci sia a livello locale che attraverso il nostro Sistema Confederale».
«Le rilevazioni della nostra Associazione – sottolineano Daniela Biolatto, Presidente di Donne Impresa Confartigianato nazionale, e Sara Origlia, Presidente di Donne Impresa regionale – dimostrano quanto l’imprenditoria femminile contribuisca all’occupazione e a costruire un futuro di sviluppo per il nostro Paese. Le imprenditrici concorrono anche a ridurre il gender gap, offrendo così alle giovani un esempio importante della concreta possibilità di realizzare le proprie aspirazioni e di superare gli stereotipi di genere nel mercato del lavoro. Tanti sono anche i problemi comuni con i colleghi uomini: fisco, burocrazia, credito, infrastrutture. Problemi sui quali è prioritario l’intervento concreto della Politica, la quale sappia ascoltare le ragioni delle imprenditrici e dare risposte efficaci e immediate».