Abeioabeio: va in scena una nuova opera teatrale di Diego Anghilante

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Dopo la tragedia occitana Bastian Nevacho, rappresentata con successo nel 2019 nelle valli occitane, Diego Anghilante, direttore del mensile «Ousitanio Vivo», scrittore e documentarista di Sampeyre, torna al teatro con una pièce il cui titolo riprende una celebre poesia di Antonio Bodrero. Così AbeioAbeio (ApeApe), dramma già pubblicato nel 2022 per i tipi dell’Araba Fenice, arriva ora sui palchi di numerose località delle valli occitane grazie al sostegno di Espaci Occitan e per la regia dello stesso Anghilante.
Il curioso sottotitolo dell’opera è Neoruralismo e follia. L’autore infatti prende spunto dal fenomeno del ritorno dei giovani alla montagna e alla vita rurale per raccontare l’infelice storia di Louren (Lorenzo), giovane di Torino che abbandona la condizione di “sdraiato” universitario per tornare a vivere a Saouzo, nome immaginario del paese da cui erano emigrati i suoi genitori. Louren sceglie il nobile mestiere dell’’apicultore, ma l’ostilità o l’indifferenza dei pochi abitanti rimasti nel paese, le difficoltà lavorative e soprattutto la solitudine lo fanno progressivamente scivolare verso una condizione di follia, dove il confine tra realtà diurna e vita onirica, tra esistenza vera e cartoni animati si fa incerto. Anche Sergio Berardo, leader dei Lou Dalfin che firma la prefazione, osserva come Louren venga “risucchiato lentamente non dai vortici di un torrente in piena, ma dal gorgo di un lavandino domestico, con l’acqua sporca dei piatti accumulati, verso un orizzonte nei tubi, scuro e difficile”.
Per questa pièce Diego Anghilante ha scelto di utilizzare un occitano che non fa riferimento a una variante specifica, ma propone una koinè tra le parlate delle valli centrali (Stura, Grana, Maira e Varaita), nel tentativo di costruire un lessico letterario che faccia da ponte tra la tradizione orale del passato e una produzione scritta del futuro. Il dramma riflette anche l’attuale stato di ibridazione delle lingue: infatti diversi personaggi parlano italiano o lo mescolano, come fa il protagonista, con la lingua d’oc, in un alternarsi di momenti onirici, situazioni facete e grottesche, tragedia e commedia.
Con l’esperienza di Bastian Nevacho era nato il Teatre de la fiour (Teatro del fiore), una piccola compagnia formata da appassionati di teatro e cultura occitana, provenienti da diverse località delle montagne cuneesi. Per AbeioAbeio gli interpreti sono: Diego Anghilante (Sampeyre), Manuela Damiano (Monterosso Grana), Mario Fantino (Roccavione), Lidia Ferro (Cuneo), Max Gagliardi (Cuneo), Guido Garnero (Borgo S.D.), Chiara Giordano (Boves), Alessia Lucchino (Cuneo), Marta Marandola (Boves), Luciana Ortu (Borgo S.D.), Marco Parola (Demonte), Roberto Parracone (Valdieri), Anselmo Rosso (Monterosso Grana), Giulio Tarasco (Borgo S.D.).
Una piccola tournée attende ora la Compagnia: la prima assoluta è prevista a VALDIERI, in collaborazione con l’Ente Aree Protette Alpi Marittime e l’Ecomuseo della Segale nella Sala Alberto Bianco, venerdì 15 marzo alle ore 20:45; il successivo appuntamento sarà in collaborazione con la Proloco Valverde e l’Ecomuseo Terra del Castelmagno a MONTEROSSO GRANA, nella Bocciofila di San Pietro, sabato 23 marzo sempre alle ore 20:45. Altre rappresentazioni sono previste ad aprile e a maggio in altre località delle valli occitane.
Da parte di Espaci Occitan, un nuovo impegno nella valorizzazione della lingua e della cultura occitana attraverso il teatro, forma d’arte non così spesso proposta nelle valli.
L’opera teatrale ha una durata di circa 110’ e l’ingresso è gratuito.
Per info Espaci Occitan: www.espaci-occitan.org, [email protected], Fb @museooccitano, X @espacioccitan, tel 0171904075.